Lo stile è limitante,l'interpretazione eccedente
Un nome è un nome e lo si chiami shotokan o karate o karate shotokan poco importa.
In questo momento penso che il karate non sia uno e che le esperienze/interpretazioni che sono diventati gli stili tradizionali sono delle vie parallele che ad un certo punto si ricongiungono, ma solo dopo e non prima.
Da un pò sono abbastanza lontano dal karate ed oggi più di ieri credo che sia meglio che quando tizio vuole insegnare il suo pasticcino lo chiami panzerotto ryu e questo non venga confuso con una didattica base di quello stile.
Ognuno elabora il suo karate o il suo chicchessia, ma secondo me deve lasciare una certa libertà all'allievo,la libertà di poter arrivare anche a conclusioni diverse dalle proprie.
Insegnando da subito ,totalmente,la propria via si porta l'allievo a fare una scelta:
a) accettare tutto senza cercare una propria evoluzione
b) portarsi sulla groppa tutto il peso della didattica base più quello dell'arte del maestro più le prorpie considerazioni personali ( e in questo caso s'ingolfa la propria pratica)
c) evolvere recidendo pezzo dopo pezzo la via dell'insegnante
una cosa nata con le migliori intenzioni diventa un freno alla crescita altrui.
Per ritornare al discorso di prima, se si riesce a prendere un parte di didattica dagli altri stili e accorparla alla propria si fa una compensazione all'interno del karate (es. condizionamento dall'uechi, metodologie di kumite dai kakuto, qualche esercizio dal'uechi, tutto dallo shotokan
.... ) si fa un gran lavoro.
Per quanto mi riguarda a me poco importa degli stili e delle arti, io scelgo l'insegnante.