Beh le interpretazioni , le correnti e financo le scuole esistono anche nella boxe e nella thai. Solo che in queste discipline c'è un terreno di confronto , il match , che non ammette tanti discorsi. Tu puoi dire che la mi boxe non ti piace ma se vengo a combattere e vinco non puoi dire che i miei metodi sono sbagliati o che io non faccio pugilato. Tutto qui. Noi invece siamo dei segaioli : se uno non fa i kata allora non fa karate , se uno combatte coi guantoni non fa karate ecc ecc. Tanto ciascuno può sempre dire di fare karate o che gli altri non fanno karate senza dover mai dimostrare una sega...
Altra grande e triste verità questa del confronto.
Oltre alla squallida voglia di essere chi non si dovrebbe (Soke, 10° Dan ecc) e all'aspetto economico/personale delle iscrizioni e di tutto il resto (esami, diplomi ecc) più il nutrimento dell'ego in merito alle cariche, c'è anche questo aspetto, che consente di avere validi motivi per no ncombattere e confrontarsi, anteponendo i regolamenti, le libertà tecniche, le protezioni eccetera, senza considerare che si parla comunque tutti di Karate, allora o è Karate o non lo è.
Anche ammettendo le scuole, personalmente trovo irritante l'enorme numero di stili e regolamenti, li trovo una scusa per non dover menare mazzate e rischiare figuracce.
Si pone lo snobistico alibi dei colpi mortali eccetera, ma se sono un karateka esperto, se sono un maestro davvero, se sono realmente in grado di uccidere allora ono anche in grado di scegliere se e quando farlo.
Insomma, le ragioni degli stili di 50 anni fa (poca roba) intese come differenziazione pro marketing, per distinguersi, oggi sono divenute ridicole e decisament eipocrite.
Se fai Karate e anche io lo faccio, del resto me ne frego, vediamo chi è meglio e chi peggio!
Il pezzo e' di Massimo Fenu, l'avevo gia' riportato su questo forum ma mi sembra adatto a questa discussione.
Il suo blog:
http://faitcleb.splinder.com/ se non lo conoscete ve lo consiglio vivamente
Come diventare Maestri imbattibiliNon penserete davvero che diventare “maestri imbattibili” sia così difficile?
E’ un traguardo come un altro, basta sapere esattamente come raggiungere l’obiettivo e fare, puntigliosamente, tutti i passi necessari per raggiungerlo.
Continuate a leggere.
(prego immaginare voce impostata alla Vittorio Gassman)
“LEGGERLO VI FARA’ APRIRE GLI OCCHI”
O, nella peggiore delle ipotesi, vi spingerà a cercare di diventare maestri imbattibili.
…E se vi va davvero male… davvero davvero male, potreste anche riuscirci.
Vediamo di analizzare l’obiettivo.
Punto uno: diventare Maestri.
Questo lo risolviamo in fretta in fretta.
Fate un corso (spesso basta un weekend),
Fatelo lontano, il più lontano possibile per dare un tono ricercato al vostro attestato;
Fatelo se possibile con qualcuno molto quotato in modo da brillare di luce riflessa;
Fate molte foto con tutti i maestri importanti con cui venite in contatto.
Serve altro?
Livello tecnico, capacità di insegnare, esperienza?
No.
Il livello tecnico non è misurabile.
Potete sempre dire che non mostrate tutto quello che sapete.
Perché: “E’ riservato solo ai miei discepoli più meritevoli” (che ovviamente rimangono segreti)
La vostra capacità di insegnamento non è misurabile.
Potete sempre dire che l’allievo non si impegna abbastanza o che la vostra arte non è per tutti.
Perché: “… ci vuole dedizione assoluta… Io quando mi allenavo…” e qua inventatevi una qualche storia mirabolante ma non troppo. Lasciate intendere senza svelare. Come le spogliarelliste migliori.
La vostra esperienza non è misurabile né quantificabile.
Siete troppo giovani? Vuol dire che siete dei talenti.
Siete troppo anziani? … chissà quanta esperienza avete alle spalle.
Non si sa da chi avete imparato o da quanto praticate?
Questo è il caso migliore… ognuno si immaginerà chissà cosa, se sapete stimolarne la fantasia.
Tutto ciò che serve davvero è un po’ di faccia tosta. Nemmeno tanta.
Punto due: Diventare imbattibili.
Anche questo, se sapete gestirvi, più che raggiungibile.
Anche questo richiede solo un po’ di faccia tosta.
Per diventare imbattibili, infatti basta evitare di combattere.
Non:
Evitare di combattere spesso
o evitare di combattere con i vostri allievi
o evitare di combattere per motivi poco onorevoli o quant’altro.
Ma:
Evitare di combattere, sempre e in ogni caso.
Punto.
… e dire tutto il contrario…
Ovviamente.
Naturalmente avrete bisogno di alcuni metodi efficaci per gestire una “politica” del genere.
Mistico: “Il tuo livello di energia interiore è troppo basso. Non reggeresti un confronto con me.”
Morale: “Si combatte solo quando è a rischio la propria vita”
Pietistico: “Potrei ferirti gravemente… o persino ucciderti.”
Segreto: “… già… per farmi rubare le mie strategie di combattimento vero? No grazie!”
Religioso: “ Ho fatto un voto.”
Sprezzante: “Non sei degno.”
Infine… quello che funziona meglio di tutti…
Dimostrativo/educativo:
Quando dimostrate una tecnica colpite l’allievo con violenza.
Fategli male.
Fategli capire chi comanda.
Instillategli il terrore nella vostra stessa presenza.
Deve tremare se solo alzate un braccio.
Siate spietati… funziona solo se in palestra si respira un clima da campo di concentramento...
… e voi siete l’SS che passa con occhi di ghiaccio…
Se siete abbastanza bravi in questo, potete mandare alle ortiche i precedenti passaggi.
Nessuno vi batterà mai…
MAI
… se vi basta alzare un braccio.