Ok, visto che se ne parla tanto, apro un 3D per dire la mia in modo più esteso e per leggere la vostra.
La mia avversione agli "stili" di Karate, nasce da lontano, a partire da quando mi sono reso conto che proprio quei nomi costituivano un elemento "contro" il Karate stesso, perchè la gente si domanda "ma è Karate o no?", non capisce, si perde in troppi meandri fatti, spesso, di sottigliezze tecniche e poco più.
Stesso discorso vale per i media.
C'è da chiedersi come mai questa cosa non accada in tutte le AM, come mai sia così frenetica nel mondo del Karate, dove nasce uno stile a settimana, spesso con nomi improbabili, spesso denotando una scarsa cultura marziale, spesso dando luogo a nuovi Soke sebbene manchino (almeno per il Bushido e il BuDo) ancora molte tappe da percorrere.
I gradi dopo il 1° Dan, hanno tutti un significato, fino al 5° di natura tecnica, poi virano verso il culturale, il filosofico se non addirittura il mistico, cosa che si traduce nella necessità del raggiungimento di un certo livello per poter ragionevolmente dar luogo a nuove scuole.
Negli ultimi anni, almeno qui in Italia, il fenomeno è proprio esploso, io ho perso il conto dei maccheronici Soke, circolano le sigle e i nomi più incredibili, certificazioni di organismi mai sentiti prima, gradi e diplomi in arrivo a tonnellate dai paesi dell'Est (dove con due lire chiedi e ottieni quello che vuoi, superpoteri compresi) con riconoscimenti ad honorem in millemila arti marziali.
Qui si innesta un ginepraio in cui diventa sempre più difficile distinguere i cazzari dai truffatori veri e propri, i praticanti seri e preparati dai delusi rancorosi eccetera, diventa difficile se non impossibile distinguere, ma come rimedio, pare che la sola cosa di cui si sia capaci è l'insistere su questa china, più generano casino, più dividono e indeboliscono il movimento, più ne nascono di sti benedetti stili.
Come se non bastasse, il più delle volte, lo stile neo nato genera la federazione ad hoc, o l'associazione.
A me, personalmente, inizia a dare un pò noia questo andazzo, mi sembra che le reali ragioni risiedano nelle aspirazioni e nei sogni di molti marzialisti scontenti o delusi, che davanti all'impossibilità di diventare ciò che sognano, di ottenere il tal status, ovviano il problema in questa maniera.
Non dico che tutti lo facciano in cattiva fede, ma inizio a pensare che le vere ragioni di fondo siano proprio li, non tanto per altro, proprio per il numero sinceramente eccessivo.
A voi non pare un filo eccessivo il numero di Soke Italiani venuti fuori negli ultimi 10 anni? Non vi sembra che si finirà per doppiare il numero dei corrispondenti Giapponesi?
Tutto normale?
Che nell'insegnamento del Karate esistano novità, considerazioni personali, concezioni nuove, influenze dall'esterno, commistioni tecniche eccetera, lo trovo non soltanto giusto e buono, lo trovo assolutamente normale, come lo è per ogni attività umana, giacchè l'uomo è individuo e non può che reinterpretare secondo la propria natura ciò che impara.
Se non fosse così, se le cose venissero insegnate a macchinetta, in modo meccanico o quasi robotico, non parleremmo di maestri ma di fotocopiatrici, il maestro ha imparato, capito, digerito e interiorizzato ciò che insegna, al punto da poterlo fare secondo la sua personale visione.
Voi che ne dite?
Come mai, pur essendosi diffuso nel mondo di più e prima del Karate, nel Judo non ci sono tutti sti casini?
Non vi piacerebbe poter leggere "karate" sull'insegna di un Dojo, magari seguito dal nome di chi lo insegna e stop?