L'argomento anche secondo me può avere un risvolto serio.
Prima di tutto è bene che chi non è appassionato di manga sappia che ne esistono due tronconi principali: shonen, dedicato ai ragazzi, e seinen, per un pubblico maturo. Solitamente i manga e gli anime che fanno il botto sono ovviamente quelli della prima categoria perchè, si sa, i ragazzini sono una grossa fetta di mercato nonchè una bella vaccona da mungere.
Tuttavia non c'è scritto da nessuna parte che solo il fatto di essere composto da immagini disegnate renda un manga qualcosa di intrinsecamente infantile.
Chi legge i manga con un minimo di attenzione può capire molto, a prescindere dal plot, della cultura giapponese.
Da qui partiamo per alcune considerazioni...
L'esempio di Vagabond è molto importante e chi ne ha letto le pagine probabilmente comprende davvero molto più sul Bushido e sullo Zen che non leggendo tanti libri blasonati.
Kohinata Minoru ne è un altro esempio. Ovviamente c'è l'ambientazione scolastica che è molto spesso un must (e non potrebbe essere altrimenti visto che spesso finendo la scuola, in Giappone si finisce di vivere per diventare un robottino al servizio del proprio datore di lavoro, almeno se si vuole abitare in città e fare una vita moderna, il discorso cambia nelle realtà rurali dove a volte sembra di fare un salto indietro nel tempo), a volte c'è un esagerazione in certi gesti atletici, ma possiamo vederci sovente un realismo impressionante nelle tecniche e nella dinamica dei combattimenti, e uno spirito del Budo molto profondo.
Questo è il risultato di un talento per i fumetti combinato alla passione per l'arte marziale che viene rappresentata, infatti l'autore Baba Yasushi non a caso è davvero un karateka.
Con questi presupposti un'opera come questa non ha niente da invidiare ad un trattato scritto, e anzi la forza delle immagini non è escluso che possa dare anche qualcosa in più.
Anch'io una volta ho visto un manga segnalato dall'utente Uechi sullo Uechi Ryu Karate, e probabilmente ce ne sono altri di nicchia (che in realtà è una nicchia nella nicchia, visto che le AM verosimili sono già poco rappresentate), ma di sicuro i manga dedicati al Karate hanno come sfondo prevalente il Jissen.
Dunque tutto questo è solo frutto di una necessità commerciale di spettacolarizzazione o c'è altro?
Un primo indizio è che in Giappone, quando si dice di praticare Karate, se si trova qualcuno minimamente interessato all'argomento, 2 su 3 la prima domanda che pongono è "Kyokushin...?". Al giorno d'oggi effettivamente il Karate è generalmente inteso come Karate a contatto pieno soprattutto in Giappone.
Sicuramente tale fenomeno ha più chiavi di lettura.
Da un lato l'eccessivo interesse per il contatto e per "le botte aprescindere", insieme ad un progressivo allontanamento da parte dei giovani da certe filosofie, porta ad un giudizio generalmente distorto verso scuole più "riflessive".
Dall'altro lato, però, contrariamente a quanto spesso alcuni irriducibili ultras filocinesi o filookinawesi sostengono, nonostante l'amore per l'estetica e la forma, i giapponesi sono un popolo dal forte spirito pratico e tutto ciò che dall'esterno penetra nella loro cultura non viene assimilato acefalicamente e riproposto sempre uguale (una delle stronzate più grosse che si possano sparare
) ma adattato e rimodellato.
Già lo Shotokan ne è un esempio. Però, forse anche complice il fatto che il fondatore di fatto dello stile è morto giovane, lasciando un'opera incompiuta, è opinione diffusa (seppure non da tutti condivisa) anche sul web che ci sia una dicotomia interna all'interno di questa scuola, che ha un metodo di fare kumite molto giapponese e palesemente ispirato al Kenjustsu forse più di ogni altra scuola Shorin. Funakoshi Jr. ha introdotto in maniera consistente il concetto di kumite e confronto pratico già in contrapposizione al padre che era di mentalità più antica e non amava il kumite.
Tutto questo mentre i kata rimasero un passo più indietro e legati a una tradizione e a una didattica sino-okinawese, anche se formalmente riadattati ad un'impostazione più "da Shotokan".
Si dice che il Ten No Kata concepito proprio da Funakoshi jr. sia stato proprio il primo tentativo di riallacciare il modi di fare kata al modo di fare kumite, tentativo purtroppo rimasto "appeso" a causa della prematura scomparsa del suo ideatore.
Non ci sono giudizi di merito, in tutto questo, ma solo "filologici". Per alcuni (soprattutto per i praticanti di scuole più antiche) tale ambiguità è deleteria e figlia di un apprendimento superficiale, per altri potrebbe anche essere una caratteristica positiva.
Anche il Wado Ryu potrebbe rientrare in questo "limbo" visto che seppure ci sono fortissime influenze di Ju Jutsu, rimangono ancora i kata di Okinawa, ma non conoscendo bene questa scuola potrei anche sbagliarmi; del Goju giapponese so ancora meno, forse Muteki potrebbe parlarcene ancora, anche se in realtà lo ha fatto già in altri topic confrontandolo con quello di Okinawa.
A parte il Kyokushin che ha ancora una traccia di Shotokan e di Goju e comunque rappresenta un ulteriore e decisivo step in avanti, negli stili di Jissen Karate odierni, c'è palesemente una continuità molto più forte tra kihon, kata (laddove presenti) e kumite, basti pensare ai kata dell'Ashihara Karate o dell'Enshin Karate. Pensiamo anche al Kudo di Azuma e in realtà ho sentito che esistono oggi tantissime scuole di Karate a contatto pieno "integrato" legate più ad un metodo che ad un ryuha vero e proprio (mi viene in mente anche il Sato Juku ad esempio).
Nel Jissen Karate, rispetto alla chiusura ed alla conservazione tipica delle scuole più antiche dove ancora oggi si parla di purezza e di insegnamenti originali, c'è la commistione con gli altri stili, l'evoluzione e l'integrazione, quindi un apertura tipica della mentalità giapponese
di oggi.
Per questo motivo, dicevamo insieme a Matusa in privato, si può dire con il Jissen Karate questa disciplina perde completamente la sua ambiguità, ed è Karate di identità giapponese a tutti gli effetti.
Se posso esprimere un'opinione personale al riguardo, trovo però un peccato che in tutto questo processo che ha dato moltissimo al Karate (e tra le altre cose anche nuova luce e considerazione all'interno del mondo delle discipline da combattimento) ci sia stato un po' di allontanamento proprio dalla parte più relativa al Ken Jutsu, anche se esistono alcune scuole come il Mumonkai che ci lavorano ancora. Devo dire comunque che in questo specifico campo lo Shotokan (quello fatto bene, naturalmente
) mantiene per quello che posso vedere ancora una marcia in più (motivo per cui mi piace tenere il piede in due scarpe
).