Io e mia figlia Renata, che compirá 6 anni a luglio, ci siamo iscritti ad un club affinché potesse provare diversi sport e decidere cio che le piaceva di piú.
(i clubs, qui in Argentina, sono dei polisportivi privati o della municipalitá dove puoi trovare piscina, palestre di tutti i tipo, campi da tennis, hockey, dojo, grandi zone verdi, etc... spesso solo relazionati ad una squadra di calcio, il club del River Plate ad esempio)
Il sabato dunque ha provato una lezione di hockey su prato, che qui é molto diffuso (Las leonas!!! ) e una di ginnastica artistica. Siccome sapevo che c'erano un dojo di karate e uno di judo, siamo andati a visitarli.
Stava proprio per iniziare la lezione di karate per i bambini e lei, spontaneamente, ha chiesto di partecipare. Io non l'ho mai spinta alla pratica, perché non volevo condizionare le sue scelte, peró ovviamente lei conosce la mia passione, mi é venuta a vedere in un paio di allenamenti e mi vede praticare a volte in casa ed é influenzata, potremmo dire, indirettamente.
Quando abbiamo salutato il maestro lui le ha detto... "Allora vuoi diventare una karateka?"... e lei ha risposto... "Si, come mio papá"... Io ovviamente ero giá in "brodo di giuggiole", ho ripreso il contegno e ho spiegato al maestro che praticavo goju IOGKF e ho scoperto che conosceva il nostro responsabile argentino. Lui é maestro di shorin ryu. Buon inizio.
Ho seguito la lezione con emozione perché veramente mi faceva un effetto vedere il mio cucciolo praticare karate.
Per fortuna, e come speravo, la lezione aveva molti esercizi per iniziare a lavorare sui riflessi e sulla coordinazione, impostati come giochi divertenti ma competitivi. Renata era la piú piccolina, quindi spesso "perdeva" o era in svantaggio rispetto agli altri bambini. Il maestro in un paio di occasioni, l'ha aiutata ad arrivare alla "finale". Anche in quel caso mi é sembrato pedagogicamente corretto.
I bimbi hanno visto anche dei fondamentali, come mae geri, tsuki (in heiko), zenkutsu dachi, shiko dachi, mawashi geri. I bambini piú grandicelli hanno praticato una forma.
L'ambiente era sereno e Renata si é divertita molto. I bambini erano contenti e si potevano comportare in modo naturale, ma al tempo stesso seguendo le indicazioni del maestro che era rispettato anche senza alzare la voce, quindi stavano in fila come dovevano, si salutavano tra di loro e al maestro etc.
Veramente mi ha fatto un effetto positivo. Parlando dopo la lezione, il maestro mi ha detto che era professore di educazione fisica, e anche questo era un punto che per me era molto importante.
Se devo proprio fare una critica, non le avrei fatto tirare giá il mawashi, e sopratutto senza spiegarlo. E una tecnica difficile e Renata non ha idea della rotazione del piede d'appoggio o della posizione del corpo. Peró il maestro, dopo un paio di prove su un piccolo scudo, ha interrotto l'esercizio e ha spiegato l'esecuzione.
Quando siamo tornati a casa la situazione era pressoché incredibile, tutti e tre a parlare di karate. haha. Abbiamo giocato un po' con il mawashi e ha capito subito il movimento. Lo ha provato gedan su un cuscino e giá tirava delle belle castagne, con rotazione del corpo e con la tibia hahah... il mio amore.
E' proprio bello condividere questa passione con lei, anche se eviteró sempre di esercitare pressione perché continui con la pratica o raggiunga certi risultati. Deve sentirsi proprio libera.
Ciao a tutti.