Amici
Una o due volte all'anno ci viene offerta la possibilitá di partecipare ad una competizione di kata / kumite, generalmente organizzata dalla nostra federazione.
Io sono sempre in dubbio sul da farsi.
Sin da piccolo non mi sono mai sentito a mio agio nelle competizioni individuali di alcun tipo... atletica, tiro con l'arco etc. Non mi é mai piaciuta l'esposizione pubblica (che sofferenza quando ero piccolo e il sacerdote mi costringeva a leggere il vangelo durante la messa). Quando praticavo capoeira, ho partecipato a varie esibizioni, ma il fattore "pubblico" mi ha sempre condizionato negativamente. Anche nella "roda" in palestra, quando ero sotto gli occhi degli amici, il mio rendimento scadeva molto rispetto al "gioco a due". E si che ho praticato per piú di 3 anni. Sono stato soddisfattro di me solo in un'esibizione... era il mio addio alla capoeira (sapevo che non avrei praticato piú) e sono riuscito a liberarmi di ogni menata ed insicurezza.
Ho partecipato anche ad una competizione di taekwondo ed ho perso tutta la luciditá che avevo negli allenamento. Ho perso i due incontri, non in modo umiliante, ma veramente mi sono fatto schifo. L'ansia da prestazione ha di nuovo giocato a mio sfavore
Insomma, le competizioni non mi piaciono.
Quando si presenta la possibilitá di partecipare ad una, sempre sono in contrasto...
Una parte di me repelle l'idea... non é un momento che mi provoca piacere e divertimento e preferisco 20.000 volte passare un bel weekend con la mia famiglia
Un'altra parte mi istiga a considerare l'idea...
"Il momento della competizione é un interessante momento di crescita"
"Comunque sei bravo e dopo la seconda e terza competizione ti troverai a tuo agio e potrai provare piacere o anche mostrare le tue qualitá"
e anche il kumite e irikumi mi piaciono e cerco sempre di superare i miei limiti e mettermi alla prova...
Fino ad oggi ha sempre prevalso la parte di me che schiva la competizione, costruendomi scuse ed impegni piú o meno veri.
Peró ogni volta sta cosa mi attanaglia.
A 37 anni dovrei poter aver risolto questo "conflitto cosí secondario" ed avere una posizione piú derminata:
"Fregatene delle competizioni"
o
"Partecipa e fregate delle figure di cacca che potresti fare"
Peró non riesco a prendere questa decisione.
Per lavoro ho dovuto necessariamente superare certi limiti... Un tempo avevo problemi ad esporre un concetto in una riunione con piú persone, adesso lavoro nell'aerea commerciale e posso gestire tranquillamente una riunione spinosa con 20 persone...
Ho affrontato questa paura / insicurezza preparandomi seriamente, prima di una ruinione o di un viaggio. Ossia supero l'insicurezza rispetto alle mie capacitá (un'insicurezza irrazionale perché so che "tecnicamente" ho tutte le capacitá per fare bene), attraverso una preparazione seria e estremamente professionale. Vedo molti compagni di lavoro che se ne fregano di questo e se si trovano ad una riunione e non sanno... inventano. Io invece non riesco a vivere queste situazioni alla leggerera e sento il bisogno di prepararmi.
Sento il bisogno di fare lo stesso nel karate. Parteciperei piú tranquillamente ad una competizione se potessi prepararmi veramente bene... tipo fare un mese allenandomi 4 volte a settimana in kumite...
Peró questo non posso farlo, per questioni di tempo.
Allo stesso modo in cui mi sorprendono i compagni di lavoro, guardo con meraviglia i ragazzi che partecipano a competizioni di kumite con delle performances sgangerate, riuscendo pure ad essere contenti, editare il video e metterlo in you tube con muscia e "moviola" in slow motion... Invidio un po' quella "leggerezza" ed indulgenza con se stessi.
Cosí non riesco a superare il blocco ma neppure a rassegnarmi.
Gli esami e i gasshuku invece mi piaciono. C'é un po' di emozione ma é un momento bello. Anche un kumite duro in un esame non mi dispiacerebbe affatto.
So che é un problema minore ed effettivamente nella vita ho preoccupazioni differenti... peró quelle due volte all'anno si ripresenta il tema e mi fa pensare.
Un saluto che vado ad allenarmi