Competizione si? Competizione no?

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Offline Paguro49

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Re:Competizione si? Competizione no?
« Reply #15 on: April 19, 2011, 12:45:24 pm »
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Al limite uno può sempre fare il corso Ninjia della scuola radioelettra, si presenta in gara invisibile e vince a mani basse :sur: :sur: :sur: :sur: :spruzz: :spruzz: :ricktaylor:
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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Offline Ethan

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Re:Competizione si? Competizione no?
« Reply #16 on: April 19, 2011, 13:16:53 pm »
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Roro, ti rispondo in maniera terra terra.

quello che ti frega è proprio l'ansia da prestazione. se ti va di metterti in gioco in una competizione, allora fallo senza pensare nè alle figure di cacca, nè a fare figuroni, concentrati e parti... quello che viene viene.
pensa che io ho iniziato a praticare a 38 anni, quindi al di fuori di qualsiasi schema agonistico pensabile... eppure, sono salito sul tatami, un po' per fare numero, un po' per consentire ad altri di gareggiare seriamente.
beh, non è che sia andato malissimo.... sono andato proprio male! ho preso un sacco di mazzate e basta.
ma ero soddisfatto cisì, perchè ho preso il fatto per quello che era: un gioco. ed almeno che tu non voglia vincere un mondiale a 37 anni, continua a prenderlo come un divertimento.  ;)

scusa Storm , rispondo a te ma più in generale mi rivolgo a tutti, ma cosè stà storia che le gare son un gioco??...quello che viene viene???...badate bene io non sono assolutamente uno con ambizioni agonistiche, anche perchè non sono certo un campione, ma nel mio pccolo quando mi alleno, ci investo tanto tempo, sacrifico gli affetti ecc... col cavolo che poi penso "come viene viene" fosse anche la gara dell'oratorio ,che non vuol dire che non metto in conto di perdere anzi ma di come "starò in piedi" sul ring/tatami si, di come mi rialzerò ogni volta che mi schintano in terra, di come darò tutto fino all'ultimo secondo, del desiderio di non deludere i compagni di allenamento ecc..; poi, pur assolutamente consapevole che (se leggete i miei vecchi post l'ho sempre detto) il tutto avviene in un ambiente controllato e con tanto di regolamento e tutte le sicurezze del caso, col cavolo che lo percepisco come un gioco, ma proprio per niente, credo che sarebe irrispettoso verso il mio avvesario e il mio maestro e sicuramente sarebbe l'atteggiamento mentale che più mi metterebbe a rischio.

p.s. spero davvero di non aver dato l'idea del megalomane e del "fighter" perchè chi mi consoce sà quanto io non sia così

c'è una bella differenza tra un incontro professionistico wba, uno dilettantistico FPI e uno da passiamo una domencia diversa della federazione cicciopanza.
chapeau all'impegno che uno ci mette,ma nell'ultimo caso è soltanto un gioco.
per quanto mi riguarda tutta una serie di stimoli vanno a farsi benedire.

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Offline Il Tano

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Re:Competizione si? Competizione no?
« Reply #17 on: April 19, 2011, 16:05:33 pm »
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ufff... ragazzi... veramente non so come ringraziarvi tutti... le risposte che mi avete dato apportano tutte alla mia autoriflessione.

Ecco, grazie ai vostri interventi credo di essere arrivato al nocciolo della questione.

Io ho iniziato karate da circa 2 anni ma preceduti da almeno 8 anni di pratiche varie (un anno e mezzo di taekwondo, un po' di shotokan, 3 anni di capoerira, 3 anni di viev vo dai ai tempi del liceo), quindi dove pratico, anche se sono 6 kyu, generalmente mi conoscono per essere uno combattivo.

Una frase che dice sempre l'istruttore é "il tano se la banca" ... qualcosa tipo che faccio fronte alla situazione ed é per questo che genaralmente mi malmenano senza troppi rimorsi hehe. Io stesso pratico con molto spirito ed ho un atteggiamento competitivo.

Ieri ad esempio ho fatto kumite(solo calci) con una marrone e una nera e ce le siamo date molto serenamente e con controllo (ho piazzato una discendente da manuale che é arrivata giusto sul naso della cintura nera, non gli ho fatto neppure un graffio), sono stati scambi decisamente equilibrati.

La mia preoccupazione é di partecipare alla gare e di avere quella stessa prestazione scadente che ho avuto in taekwondo.
Piú che il fatto di aver perso... mi ha ferito aver perso tutto l'atteggiamento e lo spirito che ho in allenamento, mentre tutti erano sicuri che avrei fatto "una strage" (di fatti mi é stato detto "te faltó actitud"

Trovo quindi che c'é una distanza grande tra le mie capacitá tecniche e "la capacitá emotiva" di vivere serenamente la competizione, che da sempre é stato una preoccupazione che non ho mai voluto/potuto affrontare.

L'esame non mi preoccupa perché come si svolge da noi, é come se si trattasse di una lezione ma piú lunga e piú dura e si valuta il lavoro svolto in quel periodo. Se passo é perché me lo merito, se non passo so che devo studiare di piú, ma sono certo essere valutato per la mia preparazione e non per 2 minuti di gara. Posso essere un po' emozionato e perdere un po' di luciditá, ma ho il tempo per tranquillizzarmi e dimostrare quello che so.

Sulle origini di questa insicurezza io ci ho pensato molto e mi sono autoanalizzato e credo dipendano dall'educazione che ho ricevuto. Mia madre era convinta che i figli dovessero essere "domati" come i puledri. Era proprio la parola che usava per spiegarmi, da piccolo, perché mi teneva davanti al piatto fino a che avevo mangiato tutto o in una angolo della stanza fino a che non chiedevo scusa. Mi racconta che una volta ero rimasto come 4 ore prima di "arrendermi", perché ero un bambino tenace e molto orgoglioso.

Se un bambino lo fai crescere con questa idea che non puó vincere mai in un confronto con un'altra persona, e soprattutto quando é in svangaggio di condizioni, gli crei delle inibizioni diffici da scrollare nella vita. Aggiungendo poi la sostanziosa quantitá di schiaffoni ricevuti, veramente puoi fare dei disastri nella psiche di una persona.

Ho dovuto faticare anche per cose píú piccole... quando ad esempio andavamo a visitare qualche amico e mi offrivano qualcosa da magiare e da bere (non so una gassosa o dei biscotti) lei rispondeve sempre per me... "no, no grazie, non ti disturbare"... sapete quanto tempo ho tardato prima di poter dire "si grazie, molto volentieri?"

Le arti marziali mi servono proprio per sublimare questa scarsa propensione o avversione allo scontro verbale o fisico e liberare le nergie negative...

Azzz devo andare ad una riunione...

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Offline steno

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Re:Competizione si? Competizione no?
« Reply #18 on: April 19, 2011, 16:09:49 pm »
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Penso che quello sia un problema che può capitare a molti, temono di sfigurare davanti a tanta gentye, che poi riderà di loro.
Beh, sinceramente, ho avuto anche io questi problemi, però quando vai due, tre, quattro, cinque volte, beh, le superi.
Se è una questione di abitudine, fallo un paio di volte e il problema cala molto, se lo è solo nell'ambito sportivo, basta gare.
Si, perchè se per te quell'esposizione pubblica, in quel particolare contesto, non ti garba, è inutile vivere un'esperienza non necessaria, stessa cosa per le dimostrazioni pubbliche.
Io non ho mai avuto problemi particolari, di cosa pensa la gente e la gentucola, me ne sbatto altamente.
Pensa, ho messo su una dimostrazione in due e due quattro, senza una regia e senza nemmeno provare, nella piazza principale, quindi ho detto tutto, ma se a te non piace, lascia stare.
Fai karate perchè ti piace farlo, non perchè "devi" fare gare e dimostrazioni, non sono necessarie, puoi sempre partecipare tra il pubblico, con la tua famiglia. :)
la fijlkam è alla frutta

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Offline joe

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Re:Competizione si? Competizione no?
« Reply #19 on: April 19, 2011, 16:14:21 pm »
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Roro, ti rispondo in maniera terra terra.

quello che ti frega è proprio l'ansia da prestazione. se ti va di metterti in gioco in una competizione, allora fallo senza pensare nè alle figure di cacca, nè a fare figuroni, concentrati e parti... quello che viene viene.
pensa che io ho iniziato a praticare a 38 anni, quindi al di fuori di qualsiasi schema agonistico pensabile... eppure, sono salito sul tatami, un po' per fare numero, un po' per consentire ad altri di gareggiare seriamente.
beh, non è che sia andato malissimo.... sono andato proprio male! ho preso un sacco di mazzate e basta.
ma ero soddisfatto cisì, perchè ho preso il fatto per quello che era: un gioco. ed almeno che tu non voglia vincere un mondiale a 37 anni, continua a prenderlo come un divertimento.  ;)

scusa Storm , rispondo a te ma più in generale mi rivolgo a tutti, ma cosè stà storia che le gare son un gioco??...quello che viene viene???...badate bene io non sono assolutamente uno con ambizioni agonistiche, anche perchè non sono certo un campione, ma nel mio pccolo quando mi alleno, ci investo tanto tempo, sacrifico gli affetti ecc... col cavolo che poi penso "come viene viene" fosse anche la gara dell'oratorio ,che non vuol dire che non metto in conto di perdere anzi ma di come "starò in piedi" sul ring/tatami si, di come mi rialzerò ogni volta che mi schintano in terra, di come darò tutto fino all'ultimo secondo, del desiderio di non deludere i compagni di allenamento ecc..; poi, pur assolutamente consapevole che (se leggete i miei vecchi post l'ho sempre detto) il tutto avviene in un ambiente controllato e con tanto di regolamento e tutte le sicurezze del caso, col cavolo che lo percepisco come un gioco, ma proprio per niente, credo che sarebe irrispettoso verso il mio avvesario e il mio maestro e sicuramente sarebbe l'atteggiamento mentale che più mi metterebbe a rischio.

p.s. spero davvero di non aver dato l'idea del megalomane e del "fighter" perchè chi mi consoce sà quanto io non sia così

c'è una bella differenza tra un incontro professionistico wba, uno dilettantistico FPI e uno da passiamo una domencia diversa della federazione cicciopanza.
chapeau all'impegno che uno ci mette,ma nell'ultimo caso è soltanto un gioco.
per quanto mi riguarda tutta una serie di stimoli vanno a farsi benedire.

ecco è proprio qui che la pensiamo diversamente...provo a spiegare, un professionista/campione troverà stimolante la finale del K1, per me che sono uno "normale" è stimolante anche la gara tra due diverse palestre....anche perchè è naturale che ogni atleta combatta nella "categoria" di apparteneza e quindi in quella troverà stimoli....il tuo discorso può valere (per me naturalmente) solo se Kurbanov viene a combattere in una serata dove l'atleta medio sono io....li capisco che possa non avere stimoli


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Offline Il Tano

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Re:Competizione si? Competizione no?
« Reply #20 on: April 19, 2011, 18:05:30 pm »
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io penso che forse, in infanzia/adolescenza potrebbe essere che sei stato sottoposto a forti aspettative forse nello studio, da parte dei tuoi genitori o da tuo padre o forse da una figura di insegnante. Potrebbe essere che la tua ansia da prestazione perfetta derivi da qualcosa del genere?

Sicuramente é qualcosa dell'infanzia... Ho cercato di spiegarlo nel mio post anteriore

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Offline Il Tano

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Re:Competizione si? Competizione no?
« Reply #21 on: April 19, 2011, 18:08:45 pm »
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anche io detesto le competizioni, ma sotto sotto mi piacerebbe partecipare a qualcosa a contatto pieno, e ora che ho scoperto il regolamento delle competizioni IOGKF, sono tentato fortemente, pur avendo superato i 30 da un po'.

un tempo, quando ero adolescente, partecipavo a gare di kata e di kumite sportivo, e non mi divertivo moltissimo, nemmeno quando vincevo o ero comunque sul podio, cosa che in genere accadeva. ora che ho perso i capelli, invece, mi sento più motivato. chissà, forse è il desiderio di sentirsi ancor giovincello... ok, ho solo 32 anni, ma non mi muovo più come a 18. e quindi un po' sono tentato...

che ti devo dire, amico mio? prova. tentar non nuoce. magari alla fine ti diverti e fai qualche bella esperienza.

sai che mi alletta di piú l'idea dell'irikumi che di un kumite. Il kumite forse "abbisogna" maggiormente di mentre fredda e stragegia mentre nell'irikumi puoi rompere il ghiaccio andando avanti a testa bassa. Poi ovvio non puoi fare quello tutto il tempo peró puó essere un buon modo per rompere le esitazioni

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Offline Il Tano

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Re:Competizione si? Competizione no?
« Reply #22 on: April 19, 2011, 18:14:32 pm »
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Boh se lo fai perchè gli altri lo fanno ma tu non credi sia positivo per la tua pratica allora non farlo. In genere io funziono che se quello che non mi va di fare è un mio blocco tento di superarlo, se invece è un condizionamento esterno me ne frego.

Secondo me la domanda a cui devi in sincerità risponderti è: partecipare alla gara potrebbe essere utile per me o per la mia pratica? Se la risposta è sì allora vinciti

Ecco si... come dicevo anteriormente forse potrebbe anche piacermi partecipare ad una gara, peró devo superare il fastidio ad espormi e la paura di fare na "fugur e mmerda"...

Ho sempre evitato che mia moglie e mia faglia venissero a vedermi, anche agli esami, ma mi sto ricredendo... Ho chiesto ad entrambe di venire al mio esame del 13.

Renata, la mia piccola, é una grande motivazione ed ispirazione nella mia pratica

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Offline Il Tano

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Re:Competizione si? Competizione no?
« Reply #23 on: April 19, 2011, 18:42:12 pm »
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non rispondo al resto dei messaggi, uno per uno, anche se lo meriterebbero, perché altrimenti mi licenziano!!

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Offline Ethan

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Re:Competizione si? Competizione no?
« Reply #24 on: April 19, 2011, 18:51:44 pm »
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Roro, ti rispondo in maniera terra terra.

quello che ti frega è proprio l'ansia da prestazione. se ti va di metterti in gioco in una competizione, allora fallo senza pensare nè alle figure di cacca, nè a fare figuroni, concentrati e parti... quello che viene viene.
pensa che io ho iniziato a praticare a 38 anni, quindi al di fuori di qualsiasi schema agonistico pensabile... eppure, sono salito sul tatami, un po' per fare numero, un po' per consentire ad altri di gareggiare seriamente.
beh, non è che sia andato malissimo.... sono andato proprio male! ho preso un sacco di mazzate e basta.
ma ero soddisfatto cisì, perchè ho preso il fatto per quello che era: un gioco. ed almeno che tu non voglia vincere un mondiale a 37 anni, continua a prenderlo come un divertimento.  ;)

scusa Storm , rispondo a te ma più in generale mi rivolgo a tutti, ma cosè stà storia che le gare son un gioco??...quello che viene viene???...badate bene io non sono assolutamente uno con ambizioni agonistiche, anche perchè non sono certo un campione, ma nel mio pccolo quando mi alleno, ci investo tanto tempo, sacrifico gli affetti ecc... col cavolo che poi penso "come viene viene" fosse anche la gara dell'oratorio ,che non vuol dire che non metto in conto di perdere anzi ma di come "starò in piedi" sul ring/tatami si, di come mi rialzerò ogni volta che mi schintano in terra, di come darò tutto fino all'ultimo secondo, del desiderio di non deludere i compagni di allenamento ecc..; poi, pur assolutamente consapevole che (se leggete i miei vecchi post l'ho sempre detto) il tutto avviene in un ambiente controllato e con tanto di regolamento e tutte le sicurezze del caso, col cavolo che lo percepisco come un gioco, ma proprio per niente, credo che sarebe irrispettoso verso il mio avvesario e il mio maestro e sicuramente sarebbe l'atteggiamento mentale che più mi metterebbe a rischio.

p.s. spero davvero di non aver dato l'idea del megalomane e del "fighter" perchè chi mi consoce sà quanto io non sia così

c'è una bella differenza tra un incontro professionistico wba, uno dilettantistico FPI e uno da passiamo una domencia diversa della federazione cicciopanza.
chapeau all'impegno che uno ci mette,ma nell'ultimo caso è soltanto un gioco.
per quanto mi riguarda tutta una serie di stimoli vanno a farsi benedire.

ecco è proprio qui che la pensiamo diversamente...provo a spiegare, un professionista/campione troverà stimolante la finale del K1, per me che sono uno "normale" è stimolante anche la gara tra due diverse palestre....anche perchè è naturale che ogni atleta combatta nella "categoria" di apparteneza e quindi in quella troverà stimoli....il tuo discorso può valere (per me naturalmente) solo se Kurbanov viene a combattere in una serata dove l'atleta medio sono io....li capisco che possa non avere stimoli

per me lo stimolo di una gara tra palestre diverse è lo stesso di quello con un tuo compagno di dojo o di uno sparring interstile.
Ci si diverte e si impara qualcosa, ma anche se c'è in palio la coppa del nonno la reputo qualcosa di diverso rispetto ad un altro tipo di competizione.


la pensiamo diversamente....that's all  :D :gh:


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Luca Bagnoli

Re:Competizione si? Competizione no?
« Reply #25 on: April 19, 2011, 19:01:23 pm »
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In questo caso sono d'accordo con Joe. Quando si va a combattere a contatto pieno , anche se solo in un match tra dojo appartenenti alla stessa scuola , si mette in gioco la propria salute e la preparazione richiesta e pesante e onerosa. Non c'è gioco , son colpi , e ci vogliono le palle ...

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Offline Il Tano

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Re:Competizione si? Competizione no?
« Reply #26 on: April 19, 2011, 19:37:22 pm »
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Ragazzi mi perso un passaggio.

Secondo me é ovvio che una competizione a contatto pieno richiede una preparazione specifica.
In generale anche l'allenamento generico  è impostato su standard differenti.

Difatti negli SDC non si prova la fortuna in gare sporadiche. O si è agonisti, o no lo si é.
Mi sbaglio?

Questa discussione se non sbaglio é stata gia tratttata. Mi ricordo degli interventi di Joe e Luca molto simili, che si scontravano mi pare con qualche traduzionalista (hehhee che caso)

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Offline Ethan

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Re:Competizione si? Competizione no?
« Reply #27 on: April 19, 2011, 20:01:27 pm »
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In questo caso sono d'accordo con Joe. Quando si va a combattere a contatto pieno , anche se solo in un match tra dojo appartenenti alla stessa scuola , si mette in gioco la propria salute e la preparazione richiesta e pesante e onerosa. Non c'è gioco , son colpi , e ci vogliono le palle ...

che cambia tra un kumite tra diversi dojo e uno nello stesso dojo?
se è per fare i colpi sono colpi anche in allenamento, la salute e la preparazione richiesta si mettono in gioco quando si decide di praticare atrimenti,senza polemiche, si fa altro 
sarò strano io , ma trovo più stimolante prenderle di santa ragione da hug o pettas che tirare in un incontro tra il dojo di bari e quello di bergamo 



recito il mea culpa e mi metto umilmente in seiza  ;D

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Offline Il Tano

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Re:Competizione si? Competizione no?
« Reply #28 on: April 19, 2011, 20:31:57 pm »
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In questo caso sono d'accordo con Joe. Quando si va a combattere a contatto pieno , anche se solo in un match tra dojo appartenenti alla stessa scuola , si mette in gioco la propria salute e la preparazione richiesta e pesante e onerosa. Non c'è gioco , son colpi , e ci vogliono le palle ...

che cambia tra un kumite tra diversi dojo e uno nello stesso dojo?
se è per fare i colpi sono colpi anche in allenamento, la salute e la preparazione richiesta si mettono in gioco quando si decide di praticare atrimenti,senza polemiche, si fa altro 
sarò strano io , ma trovo più stimolante prenderle di santa ragione da hug o pettas che tirare in un incontro tra il dojo di bari e quello di bergamo 

recito il mea culpa e mi metto umilmente in seiza  ;D

Ciao!
Senti mi stai incasinando i pochi concetti chiari che avevo.
Ero stra-sicuro che negli SDC full contact l'allenamento e la competizione fossero due dimensioni ben separate. La maggior parte dei praticanti non compete e chi compete ha una preparazione specifica.

Il vantaggio di fare uno SDC, pur non competendo, é quello di beneficiare di un allenamento con uno stadard generalmente piú alto che in arti marziali non a contatto pieno, e ovviamente di imparare una disciplina sviluppata e testato per demolire il tuo avversario. Anche senza la "prova ultima" del combattimento full, i benefici sono enormi.

In allenamento, avevo capito, non si usa mai il contatto pieno (ovviamente per salvaguardare la salute tanto degli agonisto come dei non agonisti, che giá hanno il loro bel da fare a prendere mazzate in competizione).

Avevo compreso che un'eccezione potesse essere trovata negli esami, dove il contatto diventa piú tosto, anche se immagino comunque non sia totale come in una competizione.

Per questo la differenza pensavo corresse piú tra competizione o sparring e non tra praticare con gente dello stesso dojo o con gente di altri dojo o anche di altri nazioni come puó essere in un gassuku internazionale...

Potete chiarirmi???
« Last Edit: April 19, 2011, 20:37:27 pm by roroarro »

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Re:Competizione si? Competizione no?
« Reply #29 on: April 19, 2011, 20:54:31 pm »
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non pensavo di far tanti danni  :D

provo a risponderti,ma sono pensieri personali  ;)


Quote
Ero stra-sicuro che negli SDC full contact l'allenamento e la competizione fossero due dimensioni ben separate. La maggior parte dei praticanti non compete e chi compete ha una preparazione specifica.

ho fatto l'esempio del pugilato perchè è quello con cui ho più familiarità,ma pensavo che la discussione fosse inerente il karate.
negli sdc,ma volendo anche nel karate, ci sono 3 possibilità:
- allenamento mirato unicamente all'evento
-allenamento "generico" indipendente dalle competizioni
- allenamento più mirato rispetto a quello generico, ma non curato come il primo. es. il dedicare una parte della sessione in vista della gara/allenarsi per un breve periodo im modo mirato.


Quote
Il vantaggio di fare uno SDC, pur non competendo, é quello di beneficiare di un allenamento con uno stadard generalmente piú alto che in arti marziali non a contatto pieno.
beneficiare di un allenamento serio come dovrebbe essere in qualsiasi dojo di am.
perdonami,ma se si parla di am non si può parlare di non contatto pieno, altrimenti che am è?
al limite regolamento, ma il regolamento ha senso solo in gara   :)

Quote
Peró in allenamento, avevo capito, non si usa mai il contatto pieno (ovviamente per salvaguardare la salute tanto degli agonisto come dei non agonisti, che giá hanno il loro bel da fare a prendere mazzate in competizione).
in allenamento è più attento l'atleta a non arrivare al contatto pieno,rispetto a chi non lo è.
il primo deve salvaguardarsi meticolosamente per l'evento, gli altri potrebbero andare più a cuor leggero.
il contatto non è prerogativa di uno stile ,al massimo consduetudine in un dojo.
se io e te ,in piena consapevolezza, vogliamo tirare non è certo un regolamento da ippon a potercelo negare  ;)

Quote
Avevo compreso che un'eccezione potesse essere trovata negli esami, dove il contatto diventa piú tosto, anche se immagino comunque non sia totale come in una competizione.
come sopra,non esistono regole fisse , aggiungo per fortuna.

Quote
Per questo la differenza pensavo corresse piú tra competizione o sparring e non tra praticare con gente dello stesso dojo o con gente di altri dojo o anche di altri nazioni come puó essere in un gassuku internazionale...

stiamo sempre lì:qual'è l'obiettivo, quale il fine? 
in un evento importante c'è un premio ( di gloria, simbolico,economico, pappaero etc...) in un incontro tra dojo amici  o nello stesso dojo a cambiare sono le motivazioni.
Alla fine si vuole sempre prevalere,ma sono due pesi due misure .
Giocare una finale dei mondiali o  giocare una partita di un trofeo dilettantistico non mi dite che portano le stesse motivazioni
« Last Edit: April 19, 2011, 20:57:53 pm by ἥρως البطل גיבור »