Sulla sottomissione ad una Koryu

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Re:Sulla sottomissione ad una Koryu
« Reply #15 on: April 21, 2011, 00:02:23 am »
0
Perchè pensi come se vivessi adesso.

I tuoi bisnonni avrebbero considerato il pensiero nipponico assolutamente naturale

Io mi chiederei il perchè molti giapponesi preferiscano non dedicarsi alle koryu e come mai queste tradizioni non hanno molto seguito  neanche tra le stesse famiglie  :-[

umilmente, non  si sta mitizzando eccessivamente? gli stessi maestri diversamente giovani sono passati quasi tutti per una formazione militarista imperiale e probabilmente questo ha influenzato molto il loro approccio a tradizioni già rigide per loro tradizione

e beccati sto appoggio di potenza!
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(A. S. LaVey )

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Offline changeling

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Re:Sulla sottomissione ad una Koryu
« Reply #16 on: April 21, 2011, 09:25:39 am »
0
Io mi chiederei il perchè molti giapponesi preferiscano non dedicarsi alle koryu e come mai queste tradizioni non hanno molto seguito  neanche tra le stesse famiglie  :-[
:=)
Quote
è potrebbe anche essere una delle ragioni per cui in giappone i dojo di Koryu sono semivuoti... sanno che se entrano devono accettarne le regole, quindi non ci entrano... Gli occidentali invece ci entrano, se ne strafregano delle regole, e poi si lamentano.

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Offline Kabuto

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Re:Sulla sottomissione ad una Koryu
« Reply #17 on: April 21, 2011, 09:42:58 am »
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Scusate ma voglio dire la mia al riguardo delle koryu. Che funzionino, che i movimenti siano coerenti ed efficaci in combattimento nessuno lo mette in dubbio. Ma al di là dell'apprezzare lo studio e l'applicazione, mi chiedo se imparare l'arte di una koryu con l'atteggiamento tipico del giappone imperiale non sia una cosa anacronistica e per questo poco diffusa e amata oggigiorno, soprattutto in ocidente. Se parliamo in termini di efficacia poi, ho notato che lo studio all'interno di una koryu rende la conoscenza degli squilbiri e dell'utilizzo del kime di una forza ed efficacia incredibile. Però chi studia in una koryu molto spesso mette in pratica le proprie conscenze raramente. Senza fare i paragoni con arti marziali diverse, faccio notare che le koryu avevano il loro senso compiuto quando ciò che veniva insegnato, veniva applicato direttamente sui campi di battaglia. Oggigiorno questo non avviene e spesso chi non pratica altre artimarziali oltre alle koryu si vede costretto a ripetere strenuamente dei movimenti, senza avere la possibilità di applicarli. Almeno questo è quello che mi sembra di avere visto fino ad oggi... la cosa riscia di diventare terile almenodal punto di vista del combattimento vero e proprio.
Per quanto riguarda l'autorità, è anche vero che in occidente non tanto gli allevi, quanto i maestri (si dice sempre che il pesce puzza dalla testa) sono privi della loro autorità: alcuni perchè sono esterni dalla cultura giapponese e poco preparati altri perchè non riescono a trasmettere e a fare comprendere il comportamento tipico che si deve tenere in una koryu. Mancanza di educazione ma anche di capacità di trasmettere agli allievi in cosa consiste propriamente una koryu perchè molte vlte sono loro i primi a non conoscerli.

In occidente poi è difficile sottomettersi totalmente a una autorità per partito preso perchè oltre alla mancanza d tradizione in questo senso (qualcuno ha citato la cultura protestante per spiegare le nostre attitudini all'autorità ma si deve aggiungere anche la cultura illuministica e quella del materialismo scientifico e dialettico), esiste anche una certa propensione dei maestri e delle persone che coprono incarichi, nella nostra società, di non essere i punti di riferimento, i referenti princilapli di una responsabilità collettiva armoniosa seppure verticistica.

Un po' per irresponsabilità, un po' anche perchè molte vlte costa rinuncie personali e pecuniarie, un po' anche perchè le federazioni e la nostra cultura non vngono incontro ai maestri di queste antiche e nobili discipline.

Ho detto la mia, ma di certo non pretendo che cio' che ho affermato in questo post valga per tutti, ma penso che valga però per la maggior parte delle koryu insegnate in occidente e in primis in Italia.

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Offline Ethan

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Re:Sulla sottomissione ad una Koryu
« Reply #18 on: April 21, 2011, 09:50:53 am »
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Io mi chiederei il perchè molti giapponesi preferiscano non dedicarsi alle koryu e come mai queste tradizioni non hanno molto seguito  neanche tra le stesse famiglie  :-[
:=)
Quote
è potrebbe anche essere una delle ragioni per cui in giappone i dojo di Koryu sono semivuoti... sanno che se entrano devono accettarne le regole, quindi non ci entrano... Gli occidentali invece ci entrano, se ne strafregano delle regole, e poi si lamentano.

chiedevo opinioni personali, quella dell'articolo mi sembra una risposta all'acqua di rosa  :P

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Offline Ethan

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Re:Sulla sottomissione ad una Koryu
« Reply #19 on: April 21, 2011, 09:56:57 am »
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l'originale sottomissione o autorità delle koryu non nasceva da una trasmissione di stampo familiare (famiglia più o meno allargata) o comunque di "clan" ?


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Offline changeling

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Re:Sulla sottomissione ad una Koryu
« Reply #20 on: April 21, 2011, 11:33:19 am »
0
chiedevo opinioni personali, quella dell'articolo mi sembra una risposta all'acqua di rosa  :P

ma quella è la mia opinione personale  XD :P :P

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Offline Ethan

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Re:Sulla sottomissione ad una Koryu
« Reply #21 on: April 21, 2011, 11:35:09 am »
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ok mr boylan   :D

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Offline changeling

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Re:Sulla sottomissione ad una Koryu
« Reply #22 on: April 21, 2011, 15:17:21 pm »
0
I think you have made a mistake, mister STRUDESTIKAZINPROUNNZIABLENAME.... XD XD XD XD
il testo di cui sopra non è tratto dall'articolo!!! ma da una mia considerazione...
ne rivendico infatti la totale paternità!!  :thsit: :thsit: :thsit:

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Offline Ethan

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Re:Sulla sottomissione ad una Koryu
« Reply #23 on: April 21, 2011, 15:31:45 pm »
0
Quote
traduzione ed adattamento di “Submission To Authority In The Koryu” di Peter Boylan

mi ha tratto in inganno  :-[ ,mi cospargo il capo di cenere e recito il mea culpa  :D

.....
per ritornare al discorso di prima,non è plausibile che gli occidentali siano più propensi ad una certa etichetta per amore dell'esotico e i nippo invece non ne accettino la sovrastruttura?




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Fanchinna

Re:Sulla sottomissione ad una Koryu
« Reply #24 on: April 21, 2011, 15:37:17 pm »
+1
in un modo o nell'altro va recuperato il concetto di
disciplina
qualche arte marziale cosiddetta tradizionale l'ha perso
e qualche disciplina moderna l'ha riscoperto
occhio


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Offline Rev. Madhatter

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Re:Sulla sottomissione ad una Koryu
« Reply #25 on: April 21, 2011, 15:47:52 pm »
0
in un modo o nell'altro va recuperato il concetto di
disciplina
qualche arte marziale cosiddetta tradizionale l'ha perso
e qualche disciplina moderna l'ha riscoperto
occhio

+1
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Offline Gelo - Killer Whale is back!

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Re:Sulla sottomissione ad una Koryu
« Reply #26 on: April 27, 2011, 08:46:22 am »
0
Finalmente ho finito l'intera discussione (sono settimane che ci provo, ma non riuscivo proprio ad andare oltre le 2 righe che si presentava un cliente).

Innanzitutto, vorrei che mi spiegaste il concetto di "Koryu"... Se ho ben interpretato è sinonimo di Dojo vecchio stampo.

Per quanto riguarda la sottomissione, al momento, posso solo citare il concetto cinese di Si Fu, ossia Maestro Padre. (Scusatemi, ma pratico jj da un paio di mesi).
Da quello che ho potuto capire dalle mie letture, in oriente è radicata la convinzione che chiunque insegni debba avere lo stesso rispetto che si porta ad un genitore e quindi gli si è dovuta l'obbedienza in quel campo.
Generalmente sono molto d'accordo con questa cosa, ma io ritengo anche giusto guardarsi intorno e chiedersi se quello che si impara è corretto. Tralasciando il problema efficacia (se l'arte marziale orientale che si studia ha 2000 anni, un motivo deve esserci), mi riallaccio alla questione della preparazione dell'insegnante e della sua capacità di mantenere la disciplina.
Ora, per la questione "preparazione", basta confrontarsi con qualcuno che pratica uno stile simile e, una volta che t'hanno pestato per bene, chiedersi dove hai toppato. Se lo chiedi al maestro e lui dice di non preoccuparti perchè l'altro ha imbrogliato (o un altra scusa assurda).... Poniamoci il problema della preparazione.
Per quanto riguarda la disciplina, entrando nella scuola, tu accetti tacitamente le regole e, se dovuta, l'assoluta obbedienza a chi conduce il gioco. Tra l'altro, molte volte, chi comanda trasuda insicurezza e quindi quando si sollevano le critiche non è in grado di sedarle con una risposta mirata, secca e che non dà adito a discussioni successive.

Per il resto, seguo molto volentieri la discussione.
Non avere timore, innanzi ai tuoni nemici.
Sii impavido e retto, cossichè Dio possa amarti.
Dì sempre il vero, anche se ti conduce alla morte.
Salvaguardia gli indifesi e non fare torti.
E' il tuo giuramento!
(schiaffo)
E questo, affinchè te ne ricordi!
Sorga un cavaliere.

Cit - Le Crociate (Kingdom Of Heaven)

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marco

Re:Sulla sottomissione ad una Koryu
« Reply #27 on: April 27, 2011, 10:07:20 am »
0
Nella vita le scelte sono sempre individuali.

Possono seguire le nostre predisposizioni/ideali, essere indotte, finanche essere imposte.

Ma sempre individuali restano.

L'appartenere ad un koryu o meno rientra nelle scelte individuali (almeno oggi).

Ne vuoi far parte? Accetti le regole.

Viceversa hai mille altri modi di passare il tempo proficuamente.

Personalmente non entrerei in un koryu neanche se mi pagano, ma non trovo niente di strano che ci sia chi le ami.

Sicuramente svolgono una funzione di ricordo storico, che altrimenti si sarebbe perso.

Personale opinione..amo più koryu chiuse e rigide , che quelle aperte e apparentemente meno gerarchiche. 

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Offline Ookamiyama

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Re:Sulla sottomissione ad una Koryu
« Reply #28 on: April 27, 2011, 11:31:26 am »
0
Koryu: letteralmente: scuola antica.

Si tratta di una Scuola ( non un Dojo) ossia di uno stile di combattimento, con dei principi ben stabiliti, che si studia in modo tradizionale in una scuola tradizionale ( e non sbagliamoci, UFFICIOSAMENTE, e solo ogni tanto, ma nelle Scuole Tradizionali ci si scambiano anche delle botte da fabbri ferrai provando qualsiasi sporco trucco di cui si abbia sentito parlare, solo per vedere se un movimento funziona o meno) aderendo al pensiero ed all'organizzazione della scuola stessa.

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Offline carlo

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Re:Sulla sottomissione ad una Koryu
« Reply #29 on: April 27, 2011, 12:40:20 pm »
0
Citando altre situazioni, (che poi tanto "altre" forse non sono...).
Se leggendo la parte citata, in qualche momento vi sembra la descrizione di alcune Federazioni, alcuni seminari o alcune Scuole, avete avuto la mia stessa sensazione
;-)

Quote
Su questo argomento, esaminato in altri ambiti, ha scritto molto e bene Filippo Goti, in articolo intitolato “Operatività e Degenerazione delle Strutture Tradizionali”, pubblicato nel numero 29 della rivista digitale “LexAurea” e disponibile sul sito www.fuocosacro.com, da cui traggo gli estratti che seguono:

E’ ovvio che ogni atteggiamento inadeguato da parte di un associato o affiliato, ad una realtà iniziatica tradizionale, è in parte non secondaria frutto di una erronea valutazione di colui o coloro che lo hanno da un lato presentato, e dall'altro valutato. Colui che chiede di accedere ad un Ordine o una Fratellanza iniziatica dovrebbe essere sempre attentamente pesato sulla bilancia.
....
Moltissime strutture tradizionali sono oggi ridotte a salotti di discussione, i riti degenerati in commedie, i simboli ridotti a simulacri, la docetica in un novero di insegnamenti morali, l'ideale iniziatico in idealismo illuminista, e il laborioso impegno ridotto a virulenza politica o affaristica. E' ovvio che ciò accada qualora, dopo una lenta ma inesorabile degenerazione, le porte del tempio sono aperte a chiunque possa sopportare il peso dell'obolo, a prescindere dalle qualità sostanziali richieste all'iniziato. Se l'accesso non è più limitato a chi desidera conoscere (dove per conoscenza intendiamo solamente la sintesi operativa, frutto di un'attitudine sperimentale), ma investe espressioni della profanità del bussante e assieme a colui che bussa. Dobbiamo interrogarci anche attorno alla reale natura del sorvegliante, dell'iniziatore e dell'esperto.
....
Qualora nella comunità gli iniziati virtuali (coloro che non possiedono i requisiti sostanziali), prendono numericamente il sopravvento, essi come un polo magnetico attireranno altri della stessa specie, piegando alle loro logiche dialettiche e profane la struttura stessa che li accoglie.
....
Ecco quindi la necessità di far vivere il rito sia nella sfera fisica, che in quella psicologica, che in quella intima. L'incapacità a cogliere tale risultato non deriva solamente da un'assenza delle qualità introspettive necessarie, o da debiti formativi nella specifica cultura sapienziale atta a creare simpatia fra lo strumento e il suo utilizzatore, ma anche dalla carenza o assenza metodologica. La colpa di tale mancanza deve essere quindi attribuita da colui che ha la responsabilità formativa nei confronti dell'iniziato. Nella mia ottica è l'eccellenza qualitativa, e non l'eccedenza quantitativa che deve essere ricercata in un consesso realmente iniziatico.
.....
Necessariamente un'operatività, per essere reale e non un coacervo di tecniche, si deve fondare su di una prospettiva spirituale in grado di fornire una direzione a queste tecniche, e all'operatività tutta. Colui che ricerca strumenti, non avrà di che lamentarsi se invece che dedicare il proprio tempo all'iniziazione, lo mettesse a disposizione di una semplice ricerca in libreria, o tramite internet, o frequentando qualche corso infrasettimanale di yoga, reiki, danza sacra, ecc.. L'antica formazione ci ricorda come il giovane dotato nelle arti e mestieri fosse mandato a bottega. In modo da apprendere l'esistenza degli strumenti, il corretto uso degli stessi, la correlazione che sussiste fra essi e l'opera che si deve compiere. Mentre tale antica formazione non contemplava che il giovane fosse lasciato prono al proprio capriccio, in assenza di disciplina mentale e fisica.


in "La pratica dell’aikido come strumento di trasformazione" scritto dal sottoscritto a settembre del 2010, grazie alla benevola Illuminazione del Baranao


« Last Edit: April 27, 2011, 12:42:25 pm by carlo »
Il fatto che il traguardo sia lontano, è un motivo in più per camminare con impegno