La finzione di una finzione

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Offline Dynamic

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Re:La finzione di una finzione
« Reply #15 on: April 20, 2011, 12:34:50 pm »
-1


Concludendo: per un test sulle proprio qualità tecniche, il più realistico possibile, meglio toccarsi piano senza protezioni, o darsele un po’ più forte con le protezioni?



Intanto complimenti per l'intervento e l'analisi tutto sommato sintetica.

Io credo che ci sia (anzi ci debba essere) una via di mezzo. E' ovvio che poi bisogna in qualche modo "testare" in un contesto più smaliziato quello che si lavora col compagno di allenamento.

Questa via di mezzo consiste nel lavorare mediante dei "giochi" utili a sviluppare eventuali attributi. Ora ogni sistema avrà il proprio; per fare un esempio, nella lotta si può lottare "scannandosi" (quindi potrebbe essere  anche un "test" per valutare cosa sappiamo fare)  oppure si può "abbassare" l'intensità e lottare seguendo le stesse dinamiche (quindi lottare "realmente").

questo per dire che, IMHO, scannarsi non è l'unico modo efficace ed efficiente per imparare a combattere (anche perchè scannandosi ogni giorno il corpo si devasta... bastano pochi anni "tirati" per poi avere una serie di acciacchi e limiti fisici che ci impediscono una corretta e costante pratica negli anni).
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Offline Fabio Spencer

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Re:La finzione di una finzione
« Reply #16 on: April 20, 2011, 14:25:26 pm »
+3
Concludendo: per un test sulle proprio qualità tecniche, il più realistico possibile, meglio toccarsi piano senza protezioni, o darsele un po’ più forte con le protezioni?

Complimenti per il post.
io più che argomentare smentite mi viene da porre una domanda.
In riferimento a quello che ho citato sopra, non si può fare un po' l'uno ed un po' l'altro?
Ogni tanto si lavora più forte con protezioni, altre volte meno forte senza.
Non è detto che i due tipi di allenamento debbano essere per forza mutuamente esclusivi.
"vi prego di notare l'eleganza del piano nella sua semplicità...."

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Offline Kufù

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Re:La finzione di una finzione
« Reply #17 on: April 20, 2011, 14:51:00 pm »
0
esatto, mi sento in linea con fabry.pook

se si fa solo pianino senza protezioni, non si capisce gli effetti dei colpi e quanto fanno male davvero i colpi

se si fa solo forte con le protezioni, si fa su della gran confusione e si impara lentamente

PS
e poi, avere sempre i guantini puo' portare alla erronea idea che le nocche non si rompano mai....
Giovane furbino io rispondo agli uomini di paglia con gli uomini di paglia, per il sano principio di non sprecare energie inutili. Nel senso che la puzza di sviamento la sento a km, specie perche' ci conosciamo da un sacco e non spreco energie quando fai le nubi d'inchiostro.

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Offline beppegg

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Re:La finzione di una finzione
« Reply #18 on: April 20, 2011, 15:56:47 pm »
0
Credo che il punto non sia quello di scegliere tra uno solo dei due lavori. Credo che il punto del discorso di GiBi fosse che il lavoro con protezioni sia più simile al "reale" rispetto a quello dove i praticanti si impegnano anche a trattenere i colpi. Ovvero se lavoro a mani nude "trattenendomi" sono "un gradino meno" realistico di quando indosso le protezioni e sono più tranquillo e libero. E' chiaro che un tipo di lavoro non esclude l'altro, si discuteva soltanto sul "grado di approssimazione del reale".

Se ho capito bene il discorso, lo condivido appieno: aggiungo (come abbiamo più volte detto, anche di persona ;) ) che è necessario che sia il praticante a servirsi dello strumento, e non il contrario :-)
Dio c'è, ma non sei tu: Rilassati!!!!

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Offline nicola

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Re:La finzione di una finzione
« Reply #19 on: April 20, 2011, 16:05:23 pm »
0
La coperta potrebbe sembrare corta, almeno nella nostra scuola, in questo senso:

1) più protezioni = più tranquillità e meno rischi di traumi = più possibilità di tirare forte a contatto senza eccessivi patemi MA...più protezioni = meno visibilità, quindi più colpi presi (anche se attutiti dalle protezioni stesse).

2) meno protezioni = più rischio di farsi molto male = necessità di controllare i colpi = poca attinenza con la realtà di uno scontro, MA...meno protezioni = più visibilità dei colpi avversari, necessità di proteggersi meglio tenendo sempre chiusa la guardia, necessità di maggior concentrazione nelle schivate, nella gestione della distanza.

Quindi come si fa? Si fa sia 1) che 2).  ;)
"Dalla morte in pianura, proteggici, o Signore" (J. Kukuczka, alpinista)


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Offline GiBi

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Re:La finzione di una finzione
« Reply #20 on: April 20, 2011, 16:10:04 pm »
0
io credo che una cosa sia lo sparring,un'altra l'incontro...

Usq..io sono stato sintentico nel mio post  :=) ..ora se vuoi mi dilungo  :halo: spiegando che sono daccordissimo con il tuo pensiero e che nel mio post si parla di sparring con protezioni vs senza protezioni


Ops..il buon Dorje l'hai già spiegato usando poche parole...
Ma qui si paragona sparring con no-sparring. Gli incontri sono comunque "altro" :)

quando dici essere concisi  :gh:


??? ah si?!?
minkia mi tocca rileggere tutto... :(

mbhè? che ci vuole..in più lo ricopi su carta quadrettata per cinque volte..e domani ti interrogo pure!  :grrr:

 :gh:

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Offline GiBi

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Re:La finzione di una finzione
« Reply #21 on: April 20, 2011, 16:11:00 pm »
0
intanto rispondo: meglio darsele un pò più forte con le protezioni...

Quindi siamo daccordo...

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Offline GiBi

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Re:La finzione di una finzione
« Reply #22 on: April 20, 2011, 16:12:12 pm »
0
Bellissimo pezzo,complimenti, l'ho pubblicato su fb

Io prima di te! :P

Addirittura!  :-[

Lusinghato, ragazzi.  :)

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Offline Kufù

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Re:La finzione di una finzione
« Reply #23 on: April 20, 2011, 16:13:30 pm »
0
Quindi come si fa? Si fa sia 1) che 2).  ;)

non fa na piega
Giovane furbino io rispondo agli uomini di paglia con gli uomini di paglia, per il sano principio di non sprecare energie inutili. Nel senso che la puzza di sviamento la sento a km, specie perche' ci conosciamo da un sacco e non spreco energie quando fai le nubi d'inchiostro.

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Re:La finzione di una finzione
« Reply #24 on: April 20, 2011, 16:15:35 pm »
0
Gli stili cosiddetti tradizionali(?), rifiutano lo sparring con le protezioni.
Non sono d'accordo con la premessa
il grosso delle scuole di arti marziali rifiuta ogni forma di contatto fisico e/o prossimità con i compagni inferiore ai 20 cm....
Gli altri le protezioni le usano eccome....

Jack

Jack..anche io pratico Kung Fu...e anche io uso le protezioni altrimenti non avrei scritto tutto stò ambaradan..lo sò bene che ci sono alcune scuole (come la tua) che vanno a contatto e con le protezioni...ma sapendo che ci sono tante realtà che non la pensano così, vale la pena discuterne, no?

Sai che ho generalizzato, ma sai anche bene a cosa e chi mi riferisco e che le eccezioni sono fuori da questo discorso.


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Offline GiBi

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Re:La finzione di una finzione
« Reply #25 on: April 20, 2011, 16:16:39 pm »
0
Bel post Gibi! è stata un interessante lettura.

Posto per seguire visto che faccio parte di quelli che usano sempre le protezioni  :gh:

Grazie Jack, segui e se lo ritieni opportuno intervieni pure, il tuo parere lo tengo sempre in gran conto.  :)

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Offline GiBi

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Re: La finzione di una finzione
« Reply #26 on: April 20, 2011, 16:17:26 pm »
0
GiBi sai benissimo come la penso.. ti quoto su tutto

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 :) Ti rispondo ai pm, Bè.

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Offline GiBi

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Re:La finzione di una finzione
« Reply #27 on: April 20, 2011, 16:50:43 pm »
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Intanto complimenti per l'intervento e l'analisi tutto sommato sintetica.

Io credo che ci sia (anzi ci debba essere) una via di mezzo. E' ovvio che poi bisogna in qualche modo "testare" in un contesto più smaliziato quello che si lavora col compagno di allenamento.

Questa via di mezzo consiste nel lavorare mediante dei "giochi" utili a sviluppare eventuali attributi. Ora ogni sistema avrà il proprio; per fare un esempio, nella lotta si può lottare "scannandosi" (quindi potrebbe essere  anche un "test" per valutare cosa sappiamo fare)  oppure si può "abbassare" l'intensità e lottare seguendo le stesse dinamiche (quindi lottare "realmente").

questo per dire che, IMHO, scannarsi non è l'unico modo efficace ed efficiente per imparare a combattere (anche perchè scannandosi ogni giorno il corpo si devasta... bastano pochi anni "tirati" per poi avere una serie di acciacchi e limiti fisici che ci impediscono una corretta e costante pratica negli anni).

Completamente daccordo Dyn  :)

In particolare nel mio post, mi riferisco a chi sostiene che lo sparring con le protezioni è finto (perchè, appunto ci sono le protezioni) e quindi lavora allenandosi in palestra senza protezioni...che va bene finchè si tratta di un esercizio, ma quando si sente "ok, ora combattimento libero"  senza manco un guanto..qualche dubbio viene..

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Offline GiBi

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Re:La finzione di una finzione
« Reply #28 on: April 20, 2011, 17:29:03 pm »
0
Complimenti per il post.
io più che argomentare smentite mi viene da porre una domanda.
In riferimento a quello che ho citato sopra, non si può fare un po' l'uno ed un po' l'altro?
Ogni tanto si lavora più forte con protezioni, altre volte meno forte senza.
Non è detto che i due tipi di allenamento debbano essere per forza mutuamente esclusivi.

Ma assolutamente daccordo!
Come dicevo sopra, il problema è innanzitutto sapere  cosa sia lo sparring :un esercizio da fare con un compagno? O uno "scontro" in palestra?
Va bene tutto, l'importante è che sia chiaro.

Altro problema è pensare che le protezioni falsino il combattimento e quindi fare fare combattimento(?) in palestra senza, pensando che sia più "tosto" fare così che con le protezioni..quando invce la maggior parte delle volte si finisce per andare più piano o non toccarsi proprio, per evitare di "rompersi"...il tutto a discapito della tecnica e del realismo...quel realismo tanto ricercato proprio da chi dice "Noi facciamo AM e non sport, nella realtà è tutto diverso perchè non ci sono regole" e robe simili!


esatto, mi sento in linea con fabry.pook

se si fa solo pianino senza protezioni, non si capisce gli effetti dei colpi e quanto fanno male davvero i colpi

se si fa solo forte con le protezioni, si fa su della gran confusione e si impara lentamente

Daccordissimo!

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Offline GiBi

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Re:La finzione di una finzione
« Reply #29 on: April 20, 2011, 17:30:22 pm »
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Credo che il punto non sia quello di scegliere tra uno solo dei due lavori. Credo che il punto del discorso di GiBi fosse che il lavoro con protezioni sia più simile al "reale" rispetto a quello dove i praticanti si impegnano anche a trattenere i colpi. Ovvero se lavoro a mani nude "trattenendomi" sono "un gradino meno" realistico di quando indosso le protezioni e sono più tranquillo e libero. E' chiaro che un tipo di lavoro non esclude l'altro, si discuteva soltanto sul "grado di approssimazione del reale".

Se ho capito bene il discorso, lo condivido appieno: aggiungo (come abbiamo più volte detto, anche di persona ;) ) che è necessario che sia il praticante a servirsi dello strumento, e non il contrario :-)

Quoto in pieno!!!!!!

Hai azzeccato in pieno il mio discorso!!