...o dell'approccio mentale.
L'espressione "muro di mattoni" (brickswall) va attribuita al defunto professor Randy Pausch, autore del bellissimo libro "L'ultima lezione".
Sostanzialmente il muro di mattoni è qualsiasi cosa (persona, oggetto, condizione) che si ponga sul nostro cammino, fra noi e un nostro obiettivo.
Ma qual'è il vero senso di questo muro di mattoni...beh, è semplice, i muri di mattoni, perchè probabilmente ne incontreremo diversi nella vita, servono a determinare quanto davvero vogliamo una cosa.
E questo concetto, pur se riprodotto in termini diversi, è quello che sta alla base del credo di molti maestri o istruttori.
Per convenienza e in parte attinenza mi limiterò alla realtà degli istruttori militari che, pur nn avendo l'esclusiva della cosa, rappresentano sicuramente il luogo dove l'idea è portata alla sua esasperazione nel senso migliore del termine.
Chi è appassionato di cose militari, dando un'occhiata proprio alla fresca serie di Discovery Channel sull'addestramento dei reparti militari più presenti nell'immaginario collettivo (
https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?topic=6663.0) potrà averne un'ulteriore prova.
In particolare, ripensando soprattutto a polemiche che si sono ripetute (e si ripeteranno... :'() spesso nei forum, mi ha colpito sentire in due occasioni distinte espressi i seguenti concetti, tenendo bene a mente che è gente preparata per andare dove volano pallottole vere:
"
Vogliamo portarli ogni oltre limite immaginabile, perchè se saranno in grado di accettare questo, saranno pronti per tutto"
"
Nn troveranno mai nella realtà (il senso è positivo) le stesse condizioni che noi gli riproduciamo in allenamento"
Ovviamente sapete che nn è nelle mie corde fare spot nè che impazzisca alla stretta connessione con l'universo militare (più per problemi di marketing che altro....
), ma in questo caso nn posso che segnalare questo come l'esempio giusto da seguire.
Insomma, l'allenamento deve essere un lungo soggiorno in una zona di sconforto e a chi dice che bisogna divertirsi, ammesso che per qualcuno nn lo sia, direi che in questo caso il divertimento nn sta nel viaggio ma nella destinazione.
A voi.