Ryujin, non credo serva dirti che sono d'accordo con te
Infatti non pongo proprio per nulla la questione del meglio o peggio, sò bene quanto male possa fare un pugile
Quello che sottolineo è che, la tal tecnica, per ottenere, laddove ci si dovesse riuscire, l'effetto prefissato, necessita di caratteristiche che devono essere tutte presenti senza eccezioni, cosa che, per la natura della tecnica stessa, rende necessario un percorso più lungo e faticoso rispetto ad altre cose.
Poi è pur vero che, allo stesso modo di un ariete lungo 10 mt rispetto ad uno lungo 6 mt, il colpo con una maggiore catena cinetica e che maggiormente coinvolge le parti del corpo in quell'unica direzione, può sortire effetti più distruttivi, ma questa è solo fisica.
Ribadisco che, se voglio stendere il cattivone, mi alleno a centrarlo bene, se il mio intento è di romperlo o ammazzarlo, dovrò assumere maggiori cautele, perchè presumibilmente avrà un istinto di sopravvivenza, quindi dovrò disporre di un colpo che mi dia maggiori probabilità di essere sufficiente a quello scopo.
Ma questo non significa voler vendere l'arma definitiva agli ingenui nuovi allievi, non significa poter accampare la scusa del colpo letale per poter dire "se non fosse così rischioso per te mi confronterei volentieri" e vaccate simili, perchè se sono così tecnico da poterti ammazzare, significa che ho un altrettanto eccellente controllo, quindi sono anche nella possibilità di variare l'intensità dei miei colpi, per cui le scuse restano sempre e solo scuse.
Sapere se e come si possono provocare danni seri, sapere se e in quanti modi si può ammazzare qualcuno, non significa essere capaci di farlo, per parte mia significa non rischiare di farlo per sbaglio (se lo faccio è perchè lo volevo fare proprio perchè conosco quel possibile esito) ritrovandosi poi con tutti i vari "non credevo....non sapevo....non volevo...".
Cito dall'Aikido, disciplina mutuata dal Daito Ryu, nella quale Ueshiba ha potuto sintetizzare la maniera di "dissuadere" proprio grazie alla enorme perizia nell'arte di "rompere".