In merito alla questione del cervello rettiliano... In effetti è un argomento del quale non ho letto nulla su pubblicazioni scientifiche, ...
Io qualche articolo in rete l'avevo trovato, qui un estratto che avevo "riadattato":
Negli ultimi vent’anni le neuroscienze hanno fatto progressi notevoli nella conoscenza del funzionamento della mente umana. Da un lato la neurologia, che si occupa del funzionamento dei processi neurologici della mente, dall’altro la psicologia, che ne descrive la natura, e la neurolinguistica, che li associa al linguaggio, ci possono fornire informazioni preziose su come avviene l’apprendimento. Un altro fattore importantissimo per il sano sviluppo del cervello risiede nel movimento (del corpo): il movimento non solo deriva dal cervello, ma il cervello stesso si sviluppa tramite il movimento!
La Scienza ha scoperto da tempo che il nostro cervello è come un computer che può cambiare o “espandersi”: ogni giorno svariate migliaia di cellule vengono aggiunte all' ippocampo (parte del cervello, localizzato nella zona mediale del lobo temporale), che è una zona legata alla memoria e apprendimento (fondamentale nelle Arti Marziali!). Se paragoniamo queste nuove cellule alle 100 bilioni presenti nel cervello, potranno sembrare insignificanti; in realtà queste (nuove) cellule sono sufficienti a cambiare l’architettura interna del cervello stesso.
Le recenti ricerche sul cervello indicano come l’attività muscolare porta alla produzione di Neurotrofine le quali stimolano la crescita delle cellule nervose ed incrementano il numero di connessioni neuronali. In quest’ottica il movimento non viene inteso semplicemente come “sport”; per esempio fare jogging può essere molto utile e si possono trarre differenti benefici (al contrario di stare davanti alla televisione seduti per ore!); ad ogni modo la corsa non ci iunsegnerà nulla di nuovo, ma solo a mettere una gamba davanti all’altra (quindi, in termini di movimento, nulla di nuovo rispetto a quello che si fa durante tutto il giorno)! Modelli di movimento ripetitivi generano anche modelli di pensiero ripetitivi.
Per il nostro allenamento la parte del cervello a cui facciamo riferimento è denominata “cervello rettile”: È una piccola struttura a tre lobi dietro il lobo occipitale nella parte posteriore del cervello. È attaccato al midollo allungato nella parte più posteriore del cranio ed ha l’aspetto di un cervello in miniatura, rugoso, pieno di pieghe,. Assieme al midollo allungato, il cervelletto è la parte più antica del cervello. Il cervelletto si è evoluto da quando i primi rettili cominciarono il loro viaggio nell’evoluzione. Il cervelletto è indigeno a tutti i rettili. È parte del cervello rettile perché tutti i rettili e tutti gli altri regni di specie più grandi dei rettili hanno sviluppato ed ospitato un cervelletto nella loro massa encefalica. Ad esempio, rettili, mammiferi e persino primati, condividono una struttura anatomica simile del cervelletto, ma possono mantenere differenze nelle dimensioni e nella struttura interna dell’organo individuale. Durante l’ultimo milione di anni di evoluzione, il cervelletto umano ha triplicato le sue dimensioni.
Gli scienziati del ventunesimo secolo hanno pochi dati sul ruolo del cervelletto nel corpo umano. Questa struttura assomiglia ad un cavolfiore ed è stata considerala la zona del cervello responsabile per la stabilità, l’equilibrio, il movimento, la coordinazione, la postura e la propriocezione (il nostro orientamento nello spazio). La sua unicità, però, gli permette di comportarsi come un motore o come un freno. Ha la capacità di elaborare gli stimoli provenienti da muscoli, articolazioni e tendini per mantenere o eseguire movimenti fluidi e coordinati. Inibisce anche la perdita di controllo del corpo raffinando di riflesso la nostra capacità di eseguire attività coordinate come infilare un ago senza che il nostro corpo faccia scatti casuali. Sembra che la memoria per certe “risposte” apprese possa essere immagazzinata qui, specialmente in quelle zone del cervelletto che si sono evolute più recentemente. Qualsiasi cosa dal camminare al mangiare, al guidare la macchina, al farsi la barba, all’andare in bicicletta, all’allacciarsi le scarpe ha le sue connessioni nella mente subconscia.
Scusami hai per caso la fonte?
Alcune delle cose che dice sono poco precise ma sensate, come dicevo "a livello ingenuo" e cmq scollegate col modello di cervello triuno.
Sappiamo che il cervello possiede questa fenomenale capacita' detta "plasticità cerebrale" che gli permette di crescere e riorganizzarsi sia in causo di traumi che in caso di "pensiero".
Detta semplice un pensiero e' una attivazione sequenziale/parallela di un dato gruppo di neuroni, il presentarsi ripetuto di quel pensiero favorira' la creazione e l'irrobustimento dei collegamenti tra i neuroni interessati.
Funziona per i pensieri come funziona col movimento.
A livello di pensiero si va a parlare di modelli di mondo,strutture cognitive profonde,cazzi e mazzi.
A livello di movimento e' piu' "intuitivo": ripetere un movimento lo rende piu' accurato,piu' "inconscio"/automatico, e tutte quelle cose sulla attivazione neuronale di muscoli..ma qui chiedete a nicola e spartan
Questa cosa non solo non dipende dalla suddivisione del cervello,ma ne e' "controprova": il cervello e' capace di riorganizzarsi liberamente e tutte le scuole (sebbene ancora molte e molto accreditate) che cercano di identificare aree di attivazioni con determinati compiti/emozioni/stimoli tendono infrangersi.
Casi di gente profondamente lesionata che ha completamente riorganizzato la parte supertiste del cervello fino ad avere
[1] i centri linguistici la dove si sarebbero dovuti trovare quelli del movimento e via di seguito.
Attualmente poi c'e' una grande attenzione verso tutto cio' che riguarda il neuro immaging e si cerca di stabilire una connessione tra attivazioni neuronali e figure viste: il sogno sarebbe quello di riuscire a ricostruire cosa vede una persona vedendo solamente che neuroni gli si attivano.
I risultati,ad oggi, (febbraio 2011) sono tragicamente poco incoraggianti.
[2]Perdonate se cito da wikipedia ma come dicevo sta cosa l'ho trovata solo online...
MacLean originally formulated the triune brain hypothesis in the 1960s, drawing on comparative neuroanatomical work done by Ludwig Edinger, Elizabeth Crosby and C. J. Herrick early in the twentieth century.[5][6] The 1980s saw a rebirth of interest in comparative neuroanatomy, motivated in part by the availability of a variety of new neuroanatomical techniques for charting the circuitry of animal brains. Subsequent findings have invalidated the traditional neuroanatomical ideas upon which MacLean based his hypothesis, although the three functional domains described by the original triune model remain useful organizing themes and concepts.
For example, the basal ganglia (structures derived from the floor of the forebrain and making up MacLean's reptilian complex) were shown to take up a much smaller portion of the forebrains of reptiles and birds (together called sauropsids) than previously supposed, and to exist in amphibians and fishes as well as mammals and sauropsids. Because the basal ganglia are found in the forebrains of all modern vertebrates, they most likely date to the common evolutionary ancestor of the vertebrates, more than 500 million years ago, rather than to the origin of reptiles. Sauropsids were shown to possess forebrain roof structures similar in connectivity and function to the cerebral cortex (MacLean's neomammalian complex) in mammals.[6][7] Because these structures look different from the corresponding forebrain roof structures in mammals, they were originally mistaken for a part of the basal ganglia.
Recent behavioral studies likewise do not support the traditional view of sauropsid behavior as stereotyped and ritualistic (as in MacLean's reptilian complex). Birds have been shown to possess highly sophisticated cognitive abilities, such as the toolmaking of the New Caledonian crow and the language-like categorization abilities of the African Gray Parrot[8] Structures of the limbic system, which MacLean contended arose in early mammals, have now been shown to exist across the whole range of modern vertebrates. The "paleomammalian" trait of parental care of offspring is widespread in birds and occurs in some fishes as well. Thus, like the basal ganglia, the evolution of these systems presumably date to a common vertebrate ancestor.[6][9]
Finally, the third statement of the triune brain hypothesis, which is that the neocortex appears in modern mammals, is also clearly wrong. All recent studies based on paleontological data or comparative anatomy evidences strongly suggest that the neocortex was already present in the earliest emerging mammals.[6] In addition, although non-mammals do not have a neocortex in the true sense (that is, a structure comprising part of the forebrain roof, or pallium, consisting of six characteristic layers of neurons), they nevertheless sometimes possess well developed pallial areas. While these areas lack the characteristic six neocortical layers, and sometimes lack lamination entirely, they make neuroantomical connections with other brain structures like those made by neocortex and mediate similar functions such as perception, learning and memory, decision making, motor control, conceptual thinking, and tool use. Scientifically, the triune brain hypothesis was based on what is now recognized as a faulty interpretation of the anatomical organization and evolution of the vertebrate brain. The idea holds little favor in current neuroscience.