Riporto con la traduzione dell'ottimo collega Massimo Gambelli uno scritto interessante di Mick Coup:
"Diretto, diretto incrociato, gancio. Provato mai questo tipo di allenamento? Immagino circa un milione di volte, ne sono sicuro! Quali impressionanti combinazioni utilizzate o testate fino alla morte sui colpitori? Forse “l’attacco diretto”? Beh potrebbe rivelarsi abbastanza tecnico, non credete? Meglio cambiare argomento prima che ciò si avveri, giusto? Seguitemi solo un attimo e tutto sarà più chiaro.
Parliamo di tattica, tanto per cambiare - credo che in molti si facciano prendere la mano dalle tecniche a dispetto delle tattiche che vengono invece tralasciate; senza una specifica tattica però nessuna tecnica può essere applicata, nessun piano di gioco, e senza strategia tutte le tattiche sono inutili e fallimentari.
Consideriamo le tattiche sotto il punto di vista militare, quindi generalmente standardizzate a livello mondiale; a differenza delle arti marziali che tendono ad evolversi, le abilità militari tendono a generalizzarsi. Magnificenza e cerimoniali sono riservati alle parate; il combattimento, al contrario, tende a divenire sempre più efficiente; dimenticate armamenti futuristici, si tratta ancora oggi di concentrarsi su di un possibile scontro ravvicinato.
Durante un combattimento militare e basandosi sulle tattiche generali standard, le risorse umane disponibili vengono divise in due gruppi: il primo gruppo fornisce copertura e sostegno, il secondo si concentra sul nemico, su come attaccare la posizione. Questi ruoli sono intercambiabili. Quando una metà (della squadra) di una sezione di fanteria avanza sotto il fuoco nemico, l’altra squadra fornisce copertura fino al momento in cui il primo gruppo non è al sicuro. Solo allora i ruoli si scambiano; questo schema va avanti fino al raggiungimento della posizione da assalire. Il concetto di base è avere sempre “un piede a terra”- raramente le due squadre avanzeranno contemporaneamente; situazione questa difficile da controllare e troppo rischiosa senza adeguata copertura.
Certo, ho estremamente semplificato il tutto, ma è giusto per rendere l’idea!
Adattare questo concetto ad un combattimento a corpo a corpo è più semplice di quanto si pensi: gli arti sono le vostre risorse – concentratevi sulle braccia (calci e colpi con le ginocchia hanno la loro importanza, ma in un vero combattimento a corpo a corpo, quando, durante un attacco anche il peso corporeo entra in gioco, potrebbe risultare difficile riuscire a stare in piedi); un braccio può essere utilizzato a copertura|controllo|supporto (limitare, bloccare, afferrare) mentre l’altro può fornire la forza del fuoco. Proprio come l’azione di copertura ed’avanzamento delle due squadre (termine tecnico fire and manoeuvre) quando l’arto attivo ha esaurito il proprio compito, allora cambia ruolo, va in copertura ed interviene l’altro.
Molti sono i benefici di questo metodo – solo il semplice fatto di avere una mano o braccio in contatto con il “nemico” (forza dell’abitudine ma il termine è appropriato) aumenta considerevolmente la possibilità di colpire l’avversario, addirittura di atterrarlo anche ad occhi chiusi! Vale la pena tentare, giusto? Pensate quanto sia importante localizzare e colpire un target senza guardare – ciechi, osservando terzi etc. Provatelo, vi prego!
Utilizzare entrambi gli arti per sferrare colpi in realtà diminuisce sia la probabilità di colpire sia l’efficacia del colpo! Colpire un target “Pulito e Chiaro” è pura fortuna - certo, allenamento ed esperienza sono indispensabili tuttavia il caso gioca sempre un ruolo determinante! Ricordate l’ultima volta che avete affrontato uno sparring partner con buone qualità diversive? o l’ultima volta che vi siete allenati duramente al sacco? Difficile sferrare un buon colpo, ma se utilizzate la mano di guardia per individuare e “confermare” il bersaglio allora esso è garantito.
Sotto stress, forte ed istantaneo – cioè in “combattimento” - il cervello non è in grado di cogliere un numero eccessivo di input. Ha in realtà semplicemente bisogno di olio motore per fronteggiare accuratamente la situazione. Focalizzare il proprio pensiero su tutti gli arti, su bersagli multipli, angoli di attacco diversi e qualsiasi altra cosa associata alle varie “combinazioni” standard (senza menzionare altri fattori quali un uomo che voglia strapparvi le noccioline) è troppo - un problema inatteso e tutto crolla - al contrario far riferimento ad un solo strumento, un solo arto, un solo target, un solo angolo di attacco funziona; fatelo in modo ripetitivo finché possibile per poi cambiare e focalizzarsi su di un altro strumento, arto, target, etc.
Anche ripetere un solo colpo aumenta la potenza e genera un’azione di leva ed accelerazione massima (colpi alternati - tecnicamente “reverse”- creano un fulcro al centro del corpo quindi una leva limitata, colpi ripetuti posizionano il fulcro laddove necessario per massimizzare la potenza, nel fianco/spalla opposto) . Pensate al colpo di una porta che sbatte, il fianco è il cardine mentre la maniglia è il braccio. Muovete il cardine nella direzione del colpo che state sferrando, non solo verso il nemico, questo per aumentare notevolmente la forza d’impatto e la direzione di attacco – ma di questo parleremo in un altro articolo…
Utilizzare un colpo “reverse” ha sicuramente il suo perché quando necessitate di fuoco istantaneo per riprendere l’iniziativa. E’ un po’ come se le due squadre reagissero in modo contemporaneo ad un attacco nemico contro-attaccando per bonificare la “killing zone” e questo prima di rendere operativa la tecnica del “fire and manoeuvre”; capito la similitudine? La reazione immediata ad un attacco a sorpresa è quella di far fuoco più velocemente possibile, combattere, ottenere il controllo della situazione per poi individuare il target con una sola mano ed impiegare l’altra per attacchi ripetuti e potenti e quando necessario invertire i ruoli. Fino a lavoro finito."