leve & proiezioni

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Fanchinna

Re:leve & proiezioni
« Reply #90 on: May 04, 2011, 09:48:47 am »
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ma voglio diventare un maestrone con la panza dura...



e allora avanzo qualche Dan

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Offline steno

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Re:leve & proiezioni
« Reply #91 on: May 04, 2011, 11:26:06 am »
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@ matusa
mi fa piacere di esserti stato utile per aiutarti nella tua ricerca :)

@ nonno loy e muteki
Non seguo assolutamente le gare, ma se è vero ciò che dite (e non dubito) si sta comprendendo che l'estremizzazione nell'innovazione e dannosa forse più dell'immobilità.
Del resto, ammettere un errore strategico e recuperarlo, non può che fare bene al movimento del karate sportivo.

@ takuazen
Chi non ammette che il karate è nato ad okinawa ed il 75% di ciò è d'oirigine Cinese, o non sa o mente sapendo di mentire.
In ogni caso, sapere una cosa in più fa sempre e solo bene. :)

@ nameganai
Io proprio perchè è una proiezione che si svilppa da una leva, defisco la cosa proiezione in leva, in effetti mi pare il modo più chiaro per esprimerne la dinamica.
Si fa una leva, mediante la quale ottenere una proiezione che, a discrezione del praticante, può essere distruttiva dell'articolazione posta in leva o meno, a seconda della decisione di controllare o eliminare l'aggressore, dato che se mi prendo la briga di spaccare, è ovvio, o io o lui...

Inoltre, la panza tonda ma soda è comunque a tartaruga... vista di schiena, ma sempre di tartaruga stiamo parlando :gh:
la fijlkam è alla frutta

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Fanchinna

Re:leve & proiezioni
« Reply #92 on: May 04, 2011, 11:29:54 am »
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il fatto vero è che le leve rappresentano per il karateka
una prosecuzione più naturale e logica
delle proiezioni

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Offline steno

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Re:leve & proiezioni
« Reply #93 on: May 04, 2011, 12:41:47 pm »
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Già, infatti nel kata seipai ce ne sono due lapalissiane. :)
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Offline Takuanzen

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Re:leve & proiezioni
« Reply #94 on: May 04, 2011, 13:16:16 pm »
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Visto che sono appena tornato da casa di un amico con cui ho lavorato fra l'altro un po' di applicazioni, ho notato che, come al solito, dipende molto dal contesto specifico in cui è applicata una tecnica. Uno stesso passaggio di un kata infatti funziona come leva o rottura applicato contro una presa al polso, ma non avrebbe alcun senso realistico contro un pugno. In quel caso, diventa una parata/intercettazione, una deviazione per portare fuori oppure direttamente un attacco desensibilizzante contro l'arto avversario(quella che ad es. nel jkd chiamerebbero una "distruzione"). L'idea mi è venuta provando applicazioni del Taijiquan, ma, riferito giustamente al Karate, potrei tranquillamente prendere ad esempio Sotouke o Gedan barai, dove entrambe queste possibilità applicative sarebbero valide. ;)


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Offline nameganai

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Re:leve & proiezioni
« Reply #95 on: May 04, 2011, 13:57:07 pm »
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Visto che sono appena tornato da casa di un amico con cui ho lavorato fra l'altro un po' di applicazioni, ho notato che, come al solito, dipende molto dal contesto specifico in cui è applicata una tecnica. Uno stesso passaggio di un kata infatti funziona come leva o rottura applicato contro una presa al polso, ma non avrebbe alcun senso realistico contro un pugno. In quel caso, diventa una parata/intercettazione, una deviazione per portare fuori oppure direttamente un attacco desensibilizzante contro l'arto avversario(quella che ad es. nel jkd chiamerebbero una "distruzione"). L'idea mi è venuta provando applicazioni del Taijiquan, ma, riferito giustamente al Karate, potrei tranquillamente prendere ad esempio Sotouke o Gedan barai, dove entrambe queste possibilità applicative sarebbero valide. ;)

ma infatti qualsiasi movimento può diventare qualsiasi cosa in base alla circostanza...
bisogna però averne la cognizione...
un vincente trova sempre una Via,
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www.nameganaidojo.135.it

https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?topic=11748.0

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D.Tigre90

Re:leve & proiezioni
« Reply #96 on: May 04, 2011, 14:18:51 pm »
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Visto che sono appena tornato da casa di un amico con cui ho lavorato fra l'altro un po' di applicazioni, ho notato che, come al solito, dipende molto dal contesto specifico in cui è applicata una tecnica. Uno stesso passaggio di un kata infatti funziona come leva o rottura applicato contro una presa al polso, ma non avrebbe alcun senso realistico contro un pugno. In quel caso, diventa una parata/intercettazione, una deviazione per portare fuori oppure direttamente un attacco desensibilizzante contro l'arto avversario(quella che ad es. nel jkd chiamerebbero una "distruzione"). L'idea mi è venuta provando applicazioni del Taijiquan, ma, riferito giustamente al Karate, potrei tranquillamente prendere ad esempio Sotouke o Gedan barai, dove entrambe queste possibilità applicative sarebbero valide. ;)

ma infatti qualsiasi movimento può diventare qualsiasi cosa in base alla circostanza...
bisogna però averne la cognizione...

La butto lì....
come sviluppare questa cognizione del principio dietro il movimento in modo da potersene appropriare ed essere liberi di applicarlo quando più ci piace? In sostanza vi viene in mente un esercizio che consente di imparate a muoversi nello spazio concentrandosi su sè più che sul colpo avversario, in modo da non acquisire un'arte del tipo "lui fa così io faccio cosà"?

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Fanchinna

Re:leve & proiezioni
« Reply #97 on: May 04, 2011, 14:24:18 pm »
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Lo Yoga

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Re:leve & proiezioni
« Reply #98 on: May 04, 2011, 14:44:08 pm »
+1
Visto che sono appena tornato da casa di un amico con cui ho lavorato fra l'altro un po' di applicazioni, ho notato che, come al solito, dipende molto dal contesto specifico in cui è applicata una tecnica. Uno stesso passaggio di un kata infatti funziona come leva o rottura applicato contro una presa al polso, ma non avrebbe alcun senso realistico contro un pugno. In quel caso, diventa una parata/intercettazione, una deviazione per portare fuori oppure direttamente un attacco desensibilizzante contro l'arto avversario(quella che ad es. nel jkd chiamerebbero una "distruzione"). L'idea mi è venuta provando applicazioni del Taijiquan, ma, riferito giustamente al Karate, potrei tranquillamente prendere ad esempio Sotouke o Gedan barai, dove entrambe queste possibilità applicative sarebbero valide. ;)
Questo è uno dei fondamenti cardine del combattimento.
Qualsiasi cosa facciamo, per poterla fare quando e come occorre, in modo spontaneo e istintivo, quindi con efficacia, necessita di essere solo un gesto, mai un "gesto per".
Il "gesto per" lo possiamo attuare quando la cosa diventa lucida e intenzionale, quando abbiamo il controllo della situazione e dell'avversario, in genere quando c'è una sua manifesta inferiorità o quando è stremato.
Ma in un contesto caotico, verranno fuori solo quei gesti dettati da stress e istinto, quindi non sarà possibile stabilire se fare o meno quel gesto, impossibile dire "questo no perchè è una parata".
Tutto quello che impariamo a fare, posizioni comprese, fino anche alle cadute, è tecnica, ne più ne meno, utile in uscita, in difesa come in attacco, a seconda della situazione e dell'opportunità.
Il fatto che venga loro attribuito un ruolo, è solo per la nostra necessità di sapere cosa stiamo facendo e perchè, se imparassimo dei movimenti senza un ruolo, non riusciremmo a superare i troppi dubbi, non riusciremmo a dare uno scopo alla pratica, finiremmo per praticare inutilmente.
Quello stdio però, deve poi essere superato, approfondito, compreso e sviluppato, possibilmente a livello personale, poichè non sarà mai il maestro a combattere per noi, quindi il "suo Karate" sarà ottimo ma solo per lui, a noi occorre il "nostro Karate" o non ci si leva dai guai.
Bravo Takuanzen, mi piace la tua evoluzione.
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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Offline nameganai

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Re:leve & proiezioni
« Reply #99 on: May 04, 2011, 14:54:42 pm »
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Visto che sono appena tornato da casa di un amico con cui ho lavorato fra l'altro un po' di applicazioni, ho notato che, come al solito, dipende molto dal contesto specifico in cui è applicata una tecnica. Uno stesso passaggio di un kata infatti funziona come leva o rottura applicato contro una presa al polso, ma non avrebbe alcun senso realistico contro un pugno. In quel caso, diventa una parata/intercettazione, una deviazione per portare fuori oppure direttamente un attacco desensibilizzante contro l'arto avversario(quella che ad es. nel jkd chiamerebbero una "distruzione"). L'idea mi è venuta provando applicazioni del Taijiquan, ma, riferito giustamente al Karate, potrei tranquillamente prendere ad esempio Sotouke o Gedan barai, dove entrambe queste possibilità applicative sarebbero valide. ;)
Questo è uno dei fondamenti cardine del combattimento.
Qualsiasi cosa facciamo, per poterla fare quando e come occorre, in modo spontaneo e istintivo, quindi con efficacia, necessita di essere solo un gesto, mai un "gesto per".
Il "gesto per" lo possiamo attuare quando la cosa diventa lucida e intenzionale, quando abbiamo il controllo della situazione e dell'avversario, in genere quando c'è una sua manifesta inferiorità o quando è stremato.
Ma in un contesto caotico, verranno fuori solo quei gesti dettati da stress e istinto, quindi non sarà possibile stabilire se fare o meno quel gesto, impossibile dire "questo no perchè è una parata".
Tutto quello che impariamo a fare, posizioni comprese, fino anche alle cadute, è tecnica, ne più ne meno, utile in uscita, in difesa come in attacco, a seconda della situazione e dell'opportunità.
Il fatto che venga loro attribuito un ruolo, è solo per la nostra necessità di sapere cosa stiamo facendo e perchè, se imparassimo dei movimenti senza un ruolo, non riusciremmo a superare i troppi dubbi, non riusciremmo a dare uno scopo alla pratica, finiremmo per praticare inutilmente.
Quello stdio però, deve poi essere superato, approfondito, compreso e sviluppato, possibilmente a livello personale, poichè non sarà mai il maestro a combattere per noi, quindi il "suo Karate" sarà ottimo ma solo per lui, a noi occorre il "nostro Karate" o non ci si leva dai guai.
Bravo Takuanzen, mi piace la tua evoluzione.

+1 e quoto...

infatti noi studiamo proprio il gesto...il movimento...
se il movimento sarà corretto sarà efficace...

ieri sera ad esempio stavamo studiando un movimento 1 vs 2 che risultava lo stesso sia che gli uke attaccassero di pugno o di calcio...
dopo un mezz'oretta i ragazzi non guardavano più gli attacchi ma si limitavano a fare il loro movimento che risultava ottimo e fluido...
questo perchè invece di "reagire" all'attacco avversario si "agisce" a prescindere...
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Re:leve & proiezioni
« Reply #100 on: May 04, 2011, 15:43:40 pm »
0
Ulteriore evoluzione di quel concetto è proprio il "tornare indietro".
Arrivati ad un certo punto, fatalmente si finisce tutti per sentire la necessità di un ritorno ai fondamentali, per recuperare l'ortodossia della forma, le linee, gli angoli e tutto il resto.
Questo perchè se la tecnica è buona, se l'esecuzione è corretta.....farà ciò che deve!
Il concetto prescinde dalle azioni dell'avversario, perchè entra nell'idea di Sen no Sen e Go no Sen, quindi prima che sia necessario reagire o correre ai ripari.
Un esempio banale può essere, quando sono in timing, quindi in pieno Sen, determinare l'azione avversaria, anche solo muovendo verso il suo volto, così che lui dovrà portare li una protezione su cui interverrò.
Non lo fa? Prenderà la castagna in piena faccia.......problema comunque risolto.
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muteki

Re:leve & proiezioni
« Reply #101 on: May 04, 2011, 21:57:02 pm »
0
e la lotta a terra?

volevo complicare la discussione...  ;D

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Re:leve & proiezioni
« Reply #102 on: May 05, 2011, 09:16:12 am »
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La butto lì....
come sviluppare questa cognizione del principio dietro il movimento in modo da potersene appropriare ed essere liberi di applicarlo quando più ci piace? In sostanza vi viene in mente un esercizio che consente di imparate a muoversi nello spazio concentrandosi su sè più che sul colpo avversario, in modo da non acquisire un'arte del tipo "lui fa così io faccio cosà"?
kata.
Eseguito nel modo più zen possibile, ovvero, alla ricerca della perfezione dei movimenti, con mente completamente vuota, come fosse un foglio totalmente bianco.
Per fare questo però, bisogna prima fare quel minimo di meditazione, atto a vuotare la mente dal consueto turbinio incontrollato ed incontrollabile di pensieri, preoccupazioni e quant'altro. :)
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Offline Takuanzen

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Re:leve & proiezioni
« Reply #103 on: May 05, 2011, 09:19:42 am »
0
Visto che sono appena tornato da casa di un amico con cui ho lavorato fra l'altro un po' di applicazioni, ho notato che, come al solito, dipende molto dal contesto specifico in cui è applicata una tecnica. Uno stesso passaggio di un kata infatti funziona come leva o rottura applicato contro una presa al polso, ma non avrebbe alcun senso realistico contro un pugno. In quel caso, diventa una parata/intercettazione, una deviazione per portare fuori oppure direttamente un attacco desensibilizzante contro l'arto avversario(quella che ad es. nel jkd chiamerebbero una "distruzione"). L'idea mi è venuta provando applicazioni del Taijiquan, ma, riferito giustamente al Karate, potrei tranquillamente prendere ad esempio Sotouke o Gedan barai, dove entrambe queste possibilità applicative sarebbero valide. ;)

ma infatti qualsiasi movimento può diventare qualsiasi cosa in base alla circostanza...
bisogna però averne la cognizione...

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Io ti consiglierei di affiancare al Karate la pratica dell'Yiquan. Ma forse sono di parte...  XD

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Offline Paguro49

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Re:leve & proiezioni
« Reply #104 on: May 05, 2011, 09:28:21 am »
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e la lotta a terra?

volevo complicare la discussione...  ;D
Credo nello studio della lotta a terra, ma credo anche che sia un terreno minato, nel senso che porta con sè il rischio di ulteriori allontanamenti dalla realtà.
Partendo dall'assunto che, a terra è suggeribile non finirci, per più di un motivo, dal non trovarsi presi a calci in bocca da due o tre stronzi, al fatto che l'asfalto fa assai più male del tatami, rimane ovvio che si può cadere, essere messi a terra, quindi è necessario avere delle opzioni per tornare in piedi o si risulta disarmati in quel contesto, con tanti saluti alle grandi capacità di combattere in piedi.
Di fatto però, il solo momento in cui ci si può permettere il lusso di lottare a terra (nel senso più ampio) è nell'uno contro uno, o quando stiamo affrontando l'ultimo aggressore rimasto in piedi, in ogni altro caso è un suicidio.
Inoltre, lottare a terra, porta con sè la certezza di farsi male anche senza essere colpiti, quindi occore sapere come recuperare la condizione più naturale per l'uomo, quella eretta appunto.
Quindi ok allo studio della lotta a terra in tutte le possibili varianti, ma mantenendo chiaro in testa che deve rimanere unop sfortunato momento di passaggio, a meno che non si sia in contesto sportivo.
Per restare al concetto di darsela a gambe, provate a fuggire via da terra.
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