Visto che sono appena tornato da casa di un amico con cui ho lavorato fra l'altro un po' di applicazioni, ho notato che, come al solito, dipende molto dal contesto specifico in cui è applicata una tecnica. Uno stesso passaggio di un kata infatti funziona come leva o rottura applicato contro una presa al polso, ma non avrebbe alcun senso realistico contro un pugno. In quel caso, diventa una parata/intercettazione, una deviazione per portare fuori oppure direttamente un attacco desensibilizzante contro l'arto avversario(quella che ad es. nel jkd chiamerebbero una "distruzione"). L'idea mi è venuta provando applicazioni del Taijiquan, ma, riferito giustamente al Karate, potrei tranquillamente prendere ad esempio Sotouke o Gedan barai, dove entrambe queste possibilità applicative sarebbero valide.
Questo è uno dei fondamenti cardine del combattimento.
Qualsiasi cosa facciamo, per poterla fare quando e come occorre, in modo spontaneo e istintivo, quindi con efficacia, necessita di essere solo un gesto, mai un "gesto per".
Il "gesto per" lo possiamo attuare quando la cosa diventa lucida e intenzionale, quando abbiamo il controllo della situazione e dell'avversario, in genere quando c'è una sua manifesta inferiorità o quando è stremato.
Ma in un contesto caotico, verranno fuori solo quei gesti dettati da stress e istinto, quindi non sarà possibile stabilire se fare o meno quel gesto, impossibile dire "questo no perchè è una parata".
Tutto quello che impariamo a fare, posizioni comprese, fino anche alle cadute, è tecnica, ne più ne meno, utile in uscita, in difesa come in attacco, a seconda della situazione e dell'opportunità.
Il fatto che venga loro attribuito un ruolo, è solo per la nostra necessità di sapere cosa stiamo facendo e perchè, se imparassimo dei movimenti senza un ruolo, non riusciremmo a superare i troppi dubbi, non riusciremmo a dare uno scopo alla pratica, finiremmo per praticare inutilmente.
Quello stdio però, deve poi essere superato, approfondito, compreso e sviluppato, possibilmente a livello personale, poichè non sarà mai il maestro a combattere per noi, quindi il "suo Karate" sarà ottimo ma solo per lui, a noi occorre il "nostro Karate" o non ci si leva dai guai.
Bravo Takuanzen, mi piace la tua evoluzione.