Già sul FAM tempo addietro, avevo detto cose essenzialmente identiche.
Parlare di pugni in faccia, o peggio ancora di graffi e morsi, è l'anticamera dell'inferno.
Avevo già detto, ma ripeto volentieri.
Troppe volte, istruttori molto cazzuti ma poco accorti, non disdegnano di insegnare alle donne ad usare le unghie, visto che già di loro tendono a reagire ad unghiate come le gatte.
Questo tipo di istruzione, premia tantissimo dal punto di vista economico, perchè dai alle femmine quello che pensano di volere, ma se solo avessero un minimo di cervello, capirebbero di essere vittime di un bidone.
Purtroppo, in Italia può insegnare ogni fesso che decide di farlo, non ci sono controlli, non ci sono garanzie e non ci sono documenti "più validi di altri", in pratica sei nella più totale anarchia.
Mi ricordo che tenni un corso per tre donne, insegnanti in una scuola difficile, non intendevano rinunciare alle unghiate, di tagliare quelle zappe a misure più umane non se ne parlava nemmeno per sbaglio, di rinunciare ad inutili tacchi 15 nemmeno.
Dovevo fare cinque lezioni di base, dopo la prima dissi loro, che le restanti quattro le avrei fatte solo dopo che, pestate a sangue e stuprate, avessero capito cosa vuol dire priorità serie ed effimere.
Lo dico prima, le lezioni erano totalmente gratuite, ovvero nessuno mi avrebbe dato nulla a nessun titolo, al massimo un grazie.
Il preside mi telefonò, perchè la versione data dalle tre oche era che io le avevo maltratate ed umiliate.
Spiegai al preside che la difesa consiste nella prevenzione, la quale prevede scarpe più basse e senza tacchi a spillo, per garantire stabilità, unghie corte per evitare che si spezzino, o peggio che graffiando l'aggressore contraggano l'HIV, che le microgonne inguinali attirano gli affamati di topa come mosche.
Comprese, ora insegno due lezioni all'anno in quella scuola, ma solo agli allievi, le oche vanno a fare pilates in un corso misto e con i fusò aderentissimi