Questo é un altro articoletto che ho trovato
I Dispiaceri della Carne
LE PROTEINE:PREZIOSO ALIMENTO
In una alimentazione equilibrata è essenziale il ruolo svolto dalle proteine. Di conseguenza è ormai luogo comune pensare che per avere un adeguato apporto proteico, indispensabile per la nostra salute, sia necessario mangiare carne anche in grossi quantitativi.
Spesso però si parla di proteine o di amminoacidi essenziali senza sapere veramente quello che si intende con questi termini e la reale funzione di questi componenti nel nostro corpo.
Le proteine o "protidi " sono delle grosse molecole organiche caratterizzate da strutture molto complesse. Questa apparente complessità si risolve poi in una comune costituzione elementare fatta da una lunga catena di componenti essenziali detti "Aminoacidi". La combinazione di questi elementi va poi a formare, nei suoi diversi gradi di organizzazione, la proteina vera e propria. Esistono in natura 20 aminoacidi che combinati tra loro possono dare miliardi di proteine diverse. Ogni vivente è costituito da proteine uniche rispetto a qualsiasi altro individuo poichè il responsabile della sequenza degli aminoacidi è il codice genetico stesso. Le proteine introdotte nella dieta non sono infatti utilizzabili in quanto tali ma è necessaria una loro scomposizione e successiva ricombinazione.
Indubbiamente le proteine sono componenti essenziali all'interno della struttura fisica; un individuo di 70 Kg è costituito da circa 12 Kg di proteine.
Nel nostro organismo le proteine svolgono principalmente quattro distinte funzioni:
Funzione strutturale: esse rappresentano tanti componenti costitutivi della cellula e più in generale dell'organismo (capelli, unghie, etc. etc.).
Funzione catalizzatrice: gli enzimi del nostro corpo fanno parte di questa categoria di composti.
Funzione immunologica: svolgono un ruolo fondamentale nel meccanismo di difesa immunologica dell'individuo.
Funzione regolativa: parte degli ormoni del nostro corpo è di natura proteica.
E' quindi fondamentale per una buona salute del nostro organismo un continuo apporto proteico per poter così andare incontro alle svariate necessità fisiologiche.
Le proteine non sono utilizzabili direttamente dal nostro organismo ma devono prima essere digerite (ricondurle ai componenti elementari) e poi devono essere ricostruite secondo le necessità momentanee.
Questo lo deve fare sia l'organismo umano sia qualsiasi altro essere appartenente al regno animale. La caratteristica però sia dell'uomo sia degli animali in genere è quella di non essere in grado di produrre da sé tutti gli aminoacidi (quelli che non siamo in grado di produrre si chiamano "essenziali") e di dover nutrirsi di altri organismi per integrare questa carenza. Lo stesso discorso non vale per il regno vegetale; le piante, infatti, sono in grado di produrre tutti gli aminoacidi di qui necessitano.
Si sente però affermare che la carne è necessaria per apportare tutti gli aminoacidi ma la cosa alla luce di questo ragionamento non ha senso.
Se gli animali di cui ci nutriamo a loro volta vivono con le proteine che gli arrivano dal mondo vegetale perché non è possibile allora ricavare il rifornimento proteico dalle piante stesse?
L'ESSERE UMANO: ANIMALE CARNIVORO?
Ma allora l'uomo ha veramente le caratteristiche morfologico-funzionali di un carnivoro?
L'anatomia comparata sembra evidenziare una cosa: l'apparato digerente umano è molto più vicino a quello di un animale frugivoro rispetto a quello di uno carnivoro. Nell’uomo l’apparato digerente, la dentatura, la struttura della mascella, gli istinti naturali e le funzioni del corpo sono completamente diverse rispetto a un animale carnivoro. I carnivori mostrano caratteristiche particolari che li rendono un gruppo a parte rispetto a tutti gli altri appartenenti del regno animale: un intestino molto corto (3 volte la misura del corpo) ; lo stomaco con livelli di acidità molto alti rispetto ai non carnivori, per digerire le fibre tissulari e le ossa; movimentano solo verticale della mascella; denti canini acuminati ed allungati; mancanza dei denti molari.
L’uomo è chiaramente un non-carnivoro di natura: la sua anatomia e il suo sistema digestivo mostrano che deve aver sviluppato per milioni d’anni una dieta basata su frutta, semi, grano e vegetali. Come nel caso dei non carnivori, l’intestino umano è lungo 12 volte il corpo dell’individuo ed è adatto per la lenta digestione dei vegetali e della frutta. Nella dentatura umana sono nettamente preponderanti i denti molari che sono quelli preposti alla frantumazione delle fibre vegetali; queste infatti hanno bisogno di una fine triturazione per poter così essere "aggredite" dai nostri enzimi ed in un secondo tempo poi assorbite.
Il non possedere un sistema digerente ottimale per la digestione della carne può essere fonte di disturbo per l'organismo stesso.
CONSUMO DI CARNE E SALUTE
Diversi studi hanno associato ad un eccessivo consumo di carne una maggiore insorgenza di disturbi all'apparato digerente la predisposizione all'ammalarsi di tumore. Si è scoperta infatti la produzione di una serie di sostanze tossiche per il nostro organismo dovute al processo di putrefazione dei tessuti animali nelle condizioni fisiologiche del nostro intestino. Queste sono delle molecole dal nome significativo quale "cadaverina" o "putrescina" e richiedono dei tempi molto lunghi di smaltimento.
Come se non bastasse a tutto questo bisogna aggiungere la questione del trattamento ormonale, farmaceutico e alimentare riservato agli animali da macello.
Nel nome della produttività l'utilizzo di trattamenti di natura ormonale agli animali è diventata una prassi. Questo permette una crescita più veloce che quella naturale portando una serie di squilibri all'animale trattato. Nel momento in cui l'uomo consuma la carne assume oltre che tutto le sue sostanze nutritive anche una quota considerevole degli ormoni presenti nel tessuto dell'animale. Il fenomeno ha poi un effetto sul nostro organismo visto che la struttura molecolare degli ormoni dei mammiferi è molto simile.
Un discorso simile si può fare a livello farmaceutico dove tutte le sostanze tossiche legate ad un eccessivo uso di farmaci arrivano direttamente nel nostro piatto. Importante è poi il discorso legato all'abuso di antibiotici nella zootecnia. Il continuo aumento delle dosi di antibiotici dati agli animali per prevenire e curare le epidemie ha selezionato una serie di "super-batteri" ad altissima resistenza ai farmaci che possono mettere in serio pericolo la salute dell'essere umano.
I costi di produzione della carne sono stati abbattuti grazie l'utilizzo di mangimi di sintesi e l'abitudine di sfamare gli animali da allevamento con scarti delle produzioni di altre industrie. Questo ha portato ad un progressivo indebolimento degli allevamenti e all'insorgere di patologie nuove e potenzialmente pericolose anche per l'essere umano (un esempio può essere quello famoso della "mucca pazza").
Questi possono essere i rischi dovuti ad un eccessivo consumo di carne che in qualche maniera possono compromettere la salute del nostro organismo.
Se pensiamo alle condizione di macello degli animali da allevamento non è difficile immaginarci allo stato di ansia e terrore che l'animale deve affrontare negli ultimi momenti di vita. Sappiamo che ogni nostra sensazione mentale ha una base fisica espressa dalla presenza di alcuni ormoni presenti nel torrente circolatorio. Le carni sono riccamente irrorate dal sangue saturo di ormoni responsabili dell'ansia dell'animale. Il nostro organismo riconosce poi questi messaggeri chimici che vanno ad intaccare il nostro delicato equilibrio ormonale. La nostra mente è quindi un'altro bersaglio degli effetti negativi del consumo di prodotti di origine animale.
LA FAME NEL MONDO E IL COONSUMO DI CARNE
La diffusione dell’alimentazione vegetariana su scala mondiale in special modo sulle nazioni ricche dell’occidente, porterebbe enormi vantaggi sia economici sia sociali.
Infatti, produrre foraggi per nutrire animali da carne e poi ricavarne da questi proteine alimentari, è terribilmente antieconomico.
Pensate che da 100 kg. di cereali usati come foraggio si possono ricavare solo 8 kg. di carne bovina, oppure 15 di suina, oppure 21 di pollame.
Un ettaro coltivato a grano invece, produce una quantità di proteine per l’alimentazione umana cinque volte maggiore che se fosse riservato a pascolo da animali da carne. Questo significa che lo stesso tratto di terreno (in media acri 1,63) che può nutrire una sola persona ad alimentazione mista (vegetali e carne), può nutrire invece tre persone che praticano l’alimentazione vegetariana (Dati statistici pubblicati dal ONU).
Così mentre un indiano, oppure un africano consumano in media 200 Kg di cereali l’anno a testa; un Europeo o un cittadino degli Stati Uniti ne consumano 1.000 kg, il 90% dei quali è impegnato come foraggio per gli animali da carne. Una dieta vegetariana praticata su larga scala, contribuirebbe dunque a risolvere il problema della fame nel mondo.
E’ stato calcolato che la terra, senza gli sprechi alimentari costituiti dalla dieta carnea, potrebbe nutrire a sazietà tutti i suoi figli, ridurrebbe i motivi di tensione e di guerra tra i popoli; e che una popolazione mondiale anche 10 volte più numerosa dell’attuale, potrebbe trovare nutrimento sufficiente ed ottimale.
Secondo Barbara Parham autrice del libro “ What’s wrong with eating meat?”
Nutrizionisti, ambientalisti e politici hanno fatto notare che se gli Stati Uniti dessero da mangiare alla povera gente che muore di fame la quantità di cereali e di soia comunemente impiegata per ingrassare il bestiame da macello, potremmo cancellare dalla faccia del pianeta la morte per fame e i suoi tragici orrori.
Mentre secondo la nutrizionista Jean Mayer di Harvard, stima che ridurre la produzione di carne anche solo del 10% risparmierebbe abbastanza cereali da sfamare 60 milioni di persone.
In pratica in termini di terra, acqua e risorse, la carne è “l’alimento” più costoso e inefficiente che esista.
L’individuo medio che vive oggi negli Stati Uniti, in Canada o in Australia, consuma quasi cento chili di carne l'anno, e il consumo pro-capite nell’ Europa occidentale è di poco inferiore.
Per soddisfare la richiesta di carne si macellano ogni anno più di quattro miliardi tra bovini, capre, pecore, maiali, polli anatre e tacchini.
In settanta’ anni di vita, la carne che consuma l’americano o il canadese medio corrisponde a circa undici bovini, una capra, tre agnelli o pecore, trentatré maiali, quarantacinque tacchini, mille e cento polli, e circa quattrocento chili di pesce.
La quantità di sofferenza inflitta a queste creature per soddisfare il gusto della carne è incalcolabile.
Infatti nella produzione industriale l’animale è considerato solo una “cosa” da cui trarre profitto e questo porta alle maggiori aberrazioni. Gli allevamenti divengono veri e propri lager, dove è riservato all’animale pochissimo spazio, al chiuso, senza possibilità di ingrassare (lo spazio costa e l’immobilità fa ingrassare).
L’animale ne risulta distrutto nel fisico, stressato fino alla pazzia. I vitellini sono sottratti alla madre appena nati, nutriti di beveroni artificiali e legati strettamente ad una catena, che ne impedisce i movimenti. Le galline sono sistemate in piccole gabbie con pavimento in fil di ferro. Non possono raspare il terreno e le unghie delle povere bestie crescono a dismisura.
Solo il dieci per cento delle proteine e delle calorie che sono date in pasto al bestiame da allevamento tornano indietro nella carne degli animali macellati.
Oltre alla perdita di terra coltivabile, si calcola che allevare il bestiame consumi una quantità d’acqua otto volte maggiore a quella necessaria per coltivare verdure, soia o cereali, perché il bestiame deve bere e anche i pascoli con cui è nutrito devono essere irrigati.
Dunque, il consumo di carne è direttamente collegato alla fame nel mondo; milioni di persone continueranno a morire di fame e di sete, mentre pochi privilegiati consumano grandi quantità di proteine con enorme spreco di terra e di acqua.
IN BREVE:
Il 38% della produzione mondiale di grano è destinato all’allevamento.
In media servono 10 Kg di cereali per produrre 1 Kg di carne, il resto si trasforma in deiezioni animali.
L’Inghilterra da sola potrebbe nutrire 250 milioni di persone con una dieta esclusivamente vegetariana.
Se tutto il mondo seguisse una dieta simile a quella degli USA solo la metà della popolazione mondiale attuale potrebbe essere nutrita.
In Costarica il 71% della deforestazione avviene per creare pascoli, il Nepal ha perduto circa la metà della sua foresta negli ultimi 20 anni principalmente per mantenere il suo bestiame.
I pascoli prodotti con la deforestazione possono mantenere solo un capo di bestiame per ettaro.
L’America Latina ha esportato circa otto milioni di tonnellate di soia nel 1991 quasi tutti utilizzati come mangimi per i nostri allevamenti.
Dal 1970 la distruzione della foresta pluviale Latino Americana ha rilasciato più di 1,4 milioni di tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera.
Il gas metano è responsabile per il 18% del riscaldamento atmosferico, con un aumento della percentuale di metano nell’atmosfera che cresce dell’1% ogni anno.
Il 18% delle emissioni di metano al mondo derivano dagli animali da allevamento, ci sono più di 1,3 miliardi di bovino al mondo.
Il 26% delle emissioni di metano in Inghilterra deriva da allevamenti di bovini.
In Inghilterra il bestiame rilascia nell’atmosfera 1,15 milioni di tonnellate di metano ogni anno contribuendo all’effetto serra.
Un solo bovino può produrre 23 tonnellate di stallatico ogni anno .
10 maiali possono produrre 21 tonnellate di escrementi ogni anno.
Sparsi sul terreno gli escrementi contribuiscono alle piogge acide e all’inquinamento del suolo e delle acque.
L’ammoniaca prodotta dagli allevamenti è conosciuta come una delle maggiori cause delle piogge acide, causando più del 70% dell’aumento dell’acidità in alcune aree.
In Olanda, dove il maiale sopravanza in numero degli umani di sette a uno, è stato chiesto agli allevatori di ridurre di ¼ il numero dei capi per cercare di salvare le rimanenti foreste.
Ogni anno sono spesi 124 miliardi di dollari per un pescato che ne vale appena 70 miliardi.
Secondo recenti ricerche più del 40% del pesce pescato nel mare del nord è malato, spesso affetto da tumori.
I salmoni, animali migratori, sono allevati ad una densità media di 15 Kg al metro quadro.
Le malattie cardiache sono la maggiore causa di morte nel mondo sviluppato.
Alcuni studi mostrano come i vegetariani siano soggetti al 30% in meno di malattie cardiache dei mangiatori di carne.
Il cancro è responsabile per ¼ delle morti premature in Inghilterra.
Almeno 1/3 di tutti i tumori sono collegati con la dieta, molti fattori di rischio sono significativamente ridotti in una dieta vegetariana.
Le ricerche mostrano come i tumori del colon, del seno ed altri, abbiano una minore incidenza nei vegetariani.
Il 78% delle granaglie prodotte nel mondo, è utilizzato nell’alimentazione animale, infatti 20 milioni di tonnellate di proteine che potrebbero essere assimilate dall’uomo, sono invece utilizzate per alimento animale, traendo solo due milioni di proteine animali. I 18 milioni di tonnellate cosi sprecati, colmerebbero praticamente il deficit proteico nel mondo.
CITAZIONI:
“A parer mio, la scelta di vita vegetariana, anche solo per i suoi effetti fisici sul temperamento umano, soffrirebbe di influenza estremamente benefica sulla maggior parte dell’umanità” – Albet Einstein
“Finche’ gli uomini massacreranno gli animali, si uccideranno tra loro. In verità, colui che semina il seme del dolore e della morte non può raccogliere amore e gioia” – Pitagora
“C’è forse qualcosa di più abominevole del nutrirsi continuamente di cadaveri? Passiamo la nostra vita a uccidere e divorare quello che abbiamo ucciso.” – Voltaire “Scritti filosofici”
“E’ vero che l’uomo è il re degli animali, perché la sua brutalità supera la loro. Viviamo grazie alla morte di altri. Siamo dei cimiteri! Già in giovane età ho rinnegato l’abitudine di cibarmi di carne” – Leonardo Da Vinci
“Non vedo ragione per cui si dovrebbero uccidere gli animali e farli diventare cibo per l’uomo, quando esistono tanti altri alimenti che sostituiscono la carne. Dopo tutto, l’uomo può vivere senza carne….” – Il Dalai Lama
“Una mucca o una pecora morte che giacciono in un pascolo sono considerate carogne. La stessa carcassa, trattata e appesa a un chiodo in macelleria, passa per cibo!” – J.H. Kellogg
“Se l’uomo cerca seriamente e sinceramente di progredire verso il bene, la prima cosa di cui si priverà sarà l’alimento carneo. Infatti, senza parlare dell’eccitamento delle basse passioni che questo cibo provoca, il suo uso è immorale perché comporta un'azione contraria alla morale: l’assassinio.”
– Leone Tolstoi “Il primo gradino”
Srii Srii Anandamurtii, un maestro spirituale indiano, ha spiegato il concetto d’ahimsa (non violenza sugli esseri viventi) in questa maniera:
“Secondo le possibilità, gli alimenti dovrebbero essere scelti fra quelli che presentano un minore grado di sviluppo di coscienza. Se sono disponibili vegetali gli animali non dovrebbero essere toccati. Secondariamente dietro ad ogni circostanza prima di uccidere qualsiasi animale più o meno evoluto e da prendere in considerazione la possibilità di vivere con corpo sano senza uccidere queste creature.”