Riguardo alla metafora Stevensoniana, la interpreto associando Jekyll al kali e Hyde al Pukulan. Era così anche per te?
Diciamo di si.
Per mister Hyde (o Dexter) intendevo l'assetto, fisico e mentale, da combattimento reale del kali, del silat o altro ancora. Il vestito da cucirsi addosso.
Quello nudo e crudo, aldilà della didattica, del business, della giocoleria e dello show o del Pencak.
A mio modo di vedere è il nocciolo di diversi stili di kali e silat.
Tu lo associ al Pukulan. Il Pukulan io non l'ho mai visto. Non posso che associarlo alle idee che talvolta avete scritto pubblicamente e in cui ho ritrovato l'odore che ho respirato nelle amf e in un minimo cenno di silat dal vivo, leggendo molto tra le righe di quanto veniva spiegato o mostrato, il carattere guerriero e velenoso, il lato nascosto in bella vista.
Per assetto intendo lo sguardo che cambia e non solo.
Tatticamente a mani nude è spesso legato all'idea del camion impazzito che investe, ogni “micromovimento” un colpo più contundente possibile, combinato col precedente e col successivo, fino a che non si è attraversato l'avversario, demolendolo e calpestandolo, passare attraverso sconquassando.
Di solito gomiti, ginocchia e testa più che pugni e calci, ma pure spalle e anche che non danno pace all'equilibrio avversario; direi tutto il corpo usato come arma ma è un'espressione inflazionata e spesso tirata in ballo a sproposito, che potrebbe essere fuorviante.
A scriverlo o a leggere sembra che si stia descrivendo chissà che cosa. Vedendolo in chi l'ha acquisito è di una semplicità e naturalezza imbarazzanti.
C'è sia l'aspetto mentale, il modo di ragionare dell'istinto affilato, una sorta di survival/predator mode sia l'aspetto puramente fisico e tecnico. Dovrebbero diventare un tutt'uno. Ma il lato tecnico/meccanico senza l'approccio è vuoto e risulta inconsistente.
Col coltello, in quei pochi secondi, ti ho visto fare movimenti e gestione del peso per la corta distanza a mani nude!