Se un pitt bull morde un cucciolo di lupo indifeso nel collo e lo tiene steso a terra, il cucciolo di lupo ringhia. Sa che non potrà vincere, perché è un cucciolo, ma ringhia in un modo profondo e gutturale che può spaventare gli uomini presenti, magari abituati a sentirlo fare versetti buffi e simpatici da cucciolo.
Se un pitt bull fa lo stesso con una scimmia, questa gli si offre di pancia mostrando sottomissione, si mette anche a pecora offrendogli il proprio deretano simbolicamente in cambio di essere lasciata in pace.
Poi, il cucciolo di lupo, lasciato in pace, torna a fare quello che faceva e se ne dimentica.
La scimmia invece, una volta lasciata in pace, si allontana a meditare complotti, vendette, a cercare alleanze ed oggetti da usare contro il pitt bull.
Noi abbiamo ereditato questo cervello dalle scimmie e lo abbiamo reso più abile nell'inganno e negli intrighi, vista la struttura sociale complessa in cui operiamo.
Credo che un "cane" bastonato e cornuto, in senso umano metaforico, sia più simile ad una scimmia meditabonda e vigliacca che ad un toro.
E credo che quando il pitt bull della vita ci addenta, abbiamo sempre la scelta libera, se offrirgli il culo poi, umiliati andare a meditar vendettucce o se ringhiare dal profondo del diaframma e tenere lo sguardo fisso su di lui.
Perché nel nostro cervello coesistono parti più arcaiche e parti più nuove e scimmiesche.
Dobbiamo solo scegliere se lasciarci guidare dalla scimmia o se agire come il lupo che in noi vuole ringhiare a costo di essere sopraffatto, ma con lo sguardo alto.
Non parlo di combattere quando non ci sono possibilità e ci sarebbe la possibilità della fuga.
La fuga è meglio.
Ma una volta nella morsa, chi morde deve sputare perché è nostro potere fargli capire che ha addentato qualcosa che potrà masticare solo rompendosi i denti, qualcosa che morirà, ma che è più duro di quello che può masticare.
Ma per giungere a questo livello di potere, bisogna smettere di vivere nel futuro e cominciare a vivere nell'attimo.
Perché la morte sottomette e spaventa solo chi investe tutto nei desideri, negli scopi, nel futuro.
Chi vive nell'attimo è libero dalla paura che la morte gli tolga il futuro.
Non a caso le scimmie sono in grado, come noi, di speculare sul futuro e di sperarlo o temerlo.
Ma c'è una parte di noi che non ha paura, e che sa che il futuro è solo un'illusione nella mente, perché è formato di istanti presenti e non esiste in per se stesso se non nei pensieri.
E allora, quando siamo cornuti e mazziati, bastonati e umiliati, possiamo covare vendettucce, o possiamo ringhiare indietro e poi dimenticare.
Chi riesce a farlo è libero dai pensieri tossici del rancore, dell'impotenza, ed è libero dai vincoli delle alleanze che non sono mai gratis e si pagano dopo.