Sappiamo, da una interpretazione un po... come dire... semplicistica, che il karate "non ha" lotta a terra, però abbiamo visto come abbia diversi tipi di proiezione e leva articolare, ci sono kata dove la "manipolazione" delle vertebre cervicali è palese.
Però c'è il solito però...
Mi sono chiesto se sia possibile che il karate non abbia in arsenale qualcosa per il combattimento a terra, dato che potrebbe esserci la possibilità, il karate serve a difendersi, e se cadi devi comunque difenderti.
Purtroppo, non ho trovato molto di interessante, oltre ciò che già ho visto o so fare, quindi ho fatto l'unica cosa sensata da fare, ho chiesto aiuto ad un mio allievo, ex judoka.
L'allievo in questione, ora pensionato ma vero spirito samurai, ha conseguito il dan riconosciuto dall'allora FILPJ, alla quale in parallelo corrispondeva la FITAK, nel 1985, con i famosi M° Vismara in commissione giudicante, quindi ai tempi del "vero" judo e del "vero" karate, dove ti facevi il mazzo.
Comunque, a parte la digressione federale, ciò che conta è il M° che insegnò il judo al mio allievo, trattasi di ex celerino, ma ancora poliziotto, che andò fuori dall'organico dei celerini nel '75, quindi si passò tutti gli infuocati anni della contestazione, con solo l'elmetto ed il manganello in nerbo di bue.
Infatti scudi e quant'altro, sono roba recente, ai tempi avevano gli elmetti ex 2° guerra mondiale riverniciati, manganello ed anfibi militari (cartone), già i lacrimogeni erano una bella cosa.
In pratica, quando arrivavano gli estremisti, dovevano "calmarli" nel minimo tempo possibile, protezioni zero, quindi o tu o loro...
Tra l'altro, il pulotto in questione era a Bologna, nel 1968, quindi nel cuore rosso della Regione rossa, dove le proteste operaie e studentesche erano maggiori, obbligando anche alla repressione dura, vale solo la pena di ricordare i carriarmati inviati da Kossiga.
Comunque, a parte la digressione storica, utile a capire chi era l'insegnante, io mi trovo ad avere un judoka che, al di fuori del judo sportivo, ha imparato e praticato molto, grazie ad incontri amichevoli con altri judoka di quella linea di pensiero.
Ho quindi risolto il problema lotta a terra, in maniera molto semplice, gli ho detto:
"Franco, ti do una lezione al mese, nella quale ci insegni la lotta a terra per difesa personale, quindi quello che non si insegna oggi dato che in gara non serve"!
Rispèosta: "Ma ben volentieri, ci mancherebbe...".
Ecco che così applichiamo tecniche di lotta a terra che hanno un solo obiettivo, permetterci di tornare in piedi nel più breve tempo possibile, lasciando a terra l'altro, questo soprattutto in chiave antistupro femminile.