A mio avviso e per la mia esperienza (per quel che vale) l'abitudine a impattare è fondamentale, diversamente ci si convince di cose non vere morfologicamente.
L'impatto è sempre e comunque un trauma, qualcosa che occorre conoscere per non restarne vittima, nulla e nessuno si trapassa come burro senza problemi, il corretto allineamento, l'asse fra polso, nocche, metacarpi, avambtraccio, spalla eccetera, è fondamentale perchè il pugno non ci si ritorca contro.
Ma bisogna abituarcisi in modo meccanico e automatico, non basta "saperlo", perchè alla prova dei fatti (su un Makiwara ad esempio) ci si accorge che le nocche non sono così bene allineate, che l'area impattante non è uniforme, che il polso non è perfettamente dritto eccetera, tutte cose che causano infortuni.
Il Seiken non è una invenzione filosofico-nippponica, è una logica conseguenza morfologica, nel senso che le prime due dita, sono le uniche che possiamo ingabbiare e proteggere con il pollice, mentre le altre due rimangono libere (per quanto ben serrate) e tendono a rompersi, sia perchè non "ingabbiate", sia perchè più piccole e fragili.
Nelle risse l'infortunio più frequente è proprio la frattura della mano nella parte esterna (verso il mignolo) a causa di pugni tirati male.
Per i pugili, è frequente quel tipo di infortunio quando lavorano senza guanti o litigano, proprio per il vezzo che hanno di esporre l'esterno della mano.
Non fare un lavoro di impatto a mani nude, è come simulare il gioco del golf usando il ferro ma senza pallina, si può diventare bravissimi, ma alla prima volta che si avrà a che fare con la pallina....saranno figuracce.