La mia opinione è che, posta una base didattica uguale per tutti onde poter apprendere tutti con gli stessi strumenti e le stesse opportunità nello stesso dojo, la pratica dei Kata sia in tutto identica ad ogni altra nel Karate, ovvero del tutto personale.
Acquisita la forma ortodossa, le corrette linee e posture, i principi che muovono una tecnica o l'altra, tutto diventa personale, deve diventarlo!
Il Karate va fatto per se stessi, in modo che ci calzi addosso come un guanto, una seconda pelle, così da poter avere senso ed efficacia.
Io combatto a modo mio, secondo il mio fisico, le mie caratteristiche e peculiarità, il mio carattere, il temperamento, le mie attitudini eccetera.
Se combatto esattamente come fa Ryujin, forse posso essere esteticamente pedisequo a lui, ma le prendo di sicuro, perchè io non sono Ryujin.
Allo stesso modo il Kata, che è quello (come lo è una giacca o un pantalone) ma che deve servire a "me" e non a chi mi guarda (fatte salve le competizioni) ragion per cui, la velocità, l'irruenza, il respiro, le pause, l'atteggiamento e persino i Kiai, saranno a me conformi....e solo a me.
Così posso sperare di fare del Kata una pratica utile al mio Karate.
Dentro di me, cosa sto davvero facendo? Sto colpendo ma senza voler infierire? Sto provando a uccidere i miei opponenti? Sto lottando? Sto eludendo i loro attacchi? Sto pregando o meditando? Sto ricordando i Kihon? Tutte cose che sò soltanto io, che servono solo a me, che decido solo io, perchè in combattimento sarò solo!
Tutte cose che cambiano sostanzialmente il modo di eseguire un Kata.