E finalmente domenica scorsa, con il primo stage a organizzato dall'istruttore Dorian Colombi (che si è fatto in quattro davvero per l'evento), il KFM è sbarcato nella capitale.
Alla presenza del fondatore Justo Dieguez coadiuvato dal world ambassador Jose Gregori e dal rappresentante italiano Zuppa, più altri istruttori italici, e dal rappresentante australiano, finalmente abbiamo avuto modo di vedere all'opera l'arte di Batman....
Circa una ventina le persone presenti, in stragrande maggioranza di provenienza dall'universo del JKD e del Kali con eccezioni come io e un mio allievo e una cintura nera di aikido che, ahilui, è stato usato come metro di paragone (o sbertucciamento...) di tutto quello che nn va nelle Am tradizionali.
Iniziato tutto con ritardo, che mi ha dato cmq modo di sollazzarmi con sor Claudio Alfarano, lo stage si è aperto con una introduzione parabolica, nel senso di vera e propria storia, fatta da Dieguez.
Dopodichè abbiamo cominciato a lavorare, accompagnati da un piacevole ed adeguato sottofondo musicale, su quello che loro chiamano esercizio delle ombre, ossia una sorta di boxe a vuoto fatta sfruttando i vari livelli di uno scontro ovviamente senza abbandonare il concetto cardine del pensador.
Qui muovo una mia piccola critica...forse sarebbe stato meglio mostrare prima di ogni cosa come il pensador vada "costruito" e poi andare avanti; cmq sia il lavoro è molto intenso ed è questa la prima cosa che mi colpisce, ossia il passare da fasi di quasi calma apparente a fasi di vera e propria frenesia.
Alcune cose le trovo assolutamente disagevoli come prima volta ma cerco ovviamente di adeguarmi e mi auguro nn girino mai filmati di questa fase.
Dopo una scorsa veloce alle varie chiusure possibili, concetto che loro spiegano suddividendo gli "angoli" del corpo in porte e finestre, col pensador, ci è stato mostrato il concetto di azione e reazione, ossia la transizione dalla difesa col pensador ad un attacco.
Che in questo caso è un semplice uno-due jab cross.
Mi ritrovo a fare coppia con Claudio Alfarano (al quale devo per fortuna gli unici dolori ricordo
) e del tutto naturalmete ci ritroviamo a tirare con una certa intensità, intensità che, unita poi alla fatica fisica, ci porterà a uscire dallo schema del jab cross senza però contravvenire al senso di quello che stavamo facendo.
Questa cosa però infastidisce Dieguez che poi, ovviamente senza indicarci espressamente, fa una bella ramanzina collettiva che io e Claudio intendiamo perfettamente pur nn concordando...
Segue un lavoro fatto contro due persone che attaccano contemporaneamente e questo lo trovo davvero ottimo, nn solo dal punto di vista delle capacità che ti vengono richieste, ma perchè è eccellente il modo in cui il sistema obbliga ad approcciare fisicamente l'avversario o gli avversari; nn è certo un lavoro esclusivo ma credo che qui venga molto esaltato e sublimato e la sensazione è quasi quella di passare attraverso l'opponente e di impadronirsene, concetto che però imho trova un pò di duri ostacoli nel momento in cui si tratta di applicarlo al "suolo" (ovviamente il mio è un giudizio basato su quel poco che ci è stato mostrato...).
Poi per la prima volta nella mia vita assistiamo a un seminario interrotto per circa mezz'ora dalla presentazione di un power point su PC sulla compagnia KFM in cui ci dicono chi è chi, quali corsi hanno, chi conoscono a Hollywood e via dicendo...che nn è il massimo in genere, ma absit iniuria verbis sono cmq molto marketing oriented, ma diventa tragico nel momento in cui ti si asciuga il sudore addosso.
Va cmq riconosciuto a Dieguez il prolungamento del seminario oltre il previsto penso anche per recuperare questa finestra di tempo.
Dopo la pausa pc, Justo ci mostra una serie di oggetti comuni e spiega la sua idea relativamente a quando una cosa può diventare un'arma (fra gli oggetti anche alcuni monili e un simil kubotan chiamato "Cat's eyes" prodotti appositamente dal KFM...la cosa può apparire banale ma nn lo è e si collega perfettamente ai discorsi relativi al cuore e alla mente fatti in precedenza e che costituiscono quello che per lui è alla base della pratica del KFM.
Prima di passare al lavoro pratico, dopo aver taciuto a malincuore per l'aikidoka, mi tocca operare una mossa di "contromarketing"
nel momento in cui al banco degli imputati viene chiamato l'universo KM e in particolare il lavoro contro le armi da fuoco...nn posso ovviamente essere rustico e diretto come sulle pagine del forum ma quello che dico è sufficiente per far "stare" il world ambassador (che poi successivamente lancerà una sorta di sfida che lascio cadere nel vuoto perchè sarebbe potuta finire molto molto male....).
Riprendiamo il lavoro vedendo come usare una penna per uscire dal mata leao e da un under arm bear hug e devo dire che resto davvero colpito.
E quando ormai avevo preso gusto ai segni della penna, la cosa si chiude.
Tutto lo stage è solo sul combattimento a mani nude.
Il mio giudizio finale su quello che ho visto del KFM è positivo...mi piace l'approccio al lavoro, mi piace la mentalità e quello che viene richiesto al praticante.
Anche se probabilmente nn è da tutti.
Trovo eccellente l'uso del corpo e dello spazio e l'abitudine al caos che viene cercata.
A livello tecnico ho solo perplessità su quello che può essere il lavoro al suolo ma nn certo da inficiare il mio giudizio.
Di sicuro mi riprometto qualche visita futura a Dorian.