noradrenalina

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noradrenalina
« on: May 27, 2011, 16:34:26 pm »
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Ciao a tutti,

da qualche parte ho letto, che quando al nostro ipotetico aggressore, entra in circolo la noradrenalina,
le pupille si restringono, smette di gridare e si trasforma in un predatore.

Domanda:

come faccio anche io a sfruttare la noradrenalina e diventare un T-rex?
Con abitudine mentale a pensare da predatore?
Con allenamenti estenuanti?


Grazie,.


                  Jivalla

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Offline Barvo Iommi

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Re:noradrenalina
« Reply #1 on: May 27, 2011, 16:52:06 pm »
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consiglio da non esperto, cercare o ricreare quelle situazioni che te la stimolino (oltre alle risse)

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Offline jivalla

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Re:noradrenalina
« Reply #2 on: May 28, 2011, 09:42:34 am »
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Grazie.


Altri consigli?


Jivalla

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Offline Gargoyle

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Re:noradrenalina
« Reply #3 on: May 28, 2011, 10:06:29 am »
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la noradrenalina è un ormone simile ma differente all'adrenalina
se si ha la secrezione di quest'ultima quando, ad esempio, si è in preda alla paura, la noradrenalina la si manifesta in condizioni di "rabbia"

non è una situazione facilmente ricreabile in palestra, è uno stato mentale.
la trasformazione da "preda" a "predatore", il non sentirsi "vittima" ma pronti a difendersi, determinati a sopravvivere

questo stato mentale dipende molto dal nostro carattere, dalle precedenti esperienze di vita e da molti altri fattori
per svilupparlo in palestra occorre un training mentale ed emotivo adeguato, che ci alleni ad affrontare lo stress negativo indotto da un'aggressione, usandolo un po' a nostro vantaggio.

credo che comunque anche la noradrenalina comporti un aumento della soglia del dolore, della forza fisica e che induca un "super" stato psichico.

di contro, se non siamo abituati ai suoi effetti, possiamo riscontrare contrazione muscolare, aumento del ritmo cardiaco, diminuzione della capacità respiratoria, diminuzione della coordinazione motoria e diminuzione della vista periferica (la cosiddetta "vista a tunnel")
bisogna quindi abituarsi a provare queste sensazioni per conoscerle e sfruttarle senza esserne sorpresi quando ci capita di provarle, cosa che ci potrebbe "paralizzare" nel momento del bisogno
« Last Edit: May 28, 2011, 10:08:45 am by Gargoyle »
Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo.

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Offline jivalla

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Re:noradrenalina
« Reply #4 on: May 28, 2011, 10:28:15 am »
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Quindi e' più un " auto allenamento "?

Bisogna fare così??:

La cosa migliore che possiamo fare consiste nell’adottare un comportamento da Predatore senza la necessità di combattere per il territorio o senza sentirci in obbligo di dimostrare alcunché. In poche parole: disimpegnarci senza che questo possa essere interpretato come una manifestazione di debolezza.


come ho letto sul bel sito: http://dogrob.wordpress.com/2011/04/16/preda-e-predatore/

Ciao e grazie.


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Offline Gargoyle

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Re:noradrenalina
« Reply #5 on: May 28, 2011, 10:59:49 am »
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per quanto concordi con dog rob, credo che stiamo parlando di robe diverse
un conto è l'atteggiamento mentale anche nell'evitare lo scontro
un conto è abituarsi alle sensazioni che si possono provare durante uno scontro (e quindi come ricrearle in palestra)
Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo.

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Offline bushi highlander

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Re:noradrenalina
« Reply #6 on: May 28, 2011, 11:16:37 am »
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Secondo me ci vuole tanto lavoro "under pressure"
Tas e tira!

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Offline Gargoyle

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Re:noradrenalina
« Reply #7 on: May 28, 2011, 11:20:47 am »
0
si
Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo.

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Offline Tetsumizumaru

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Re:noradrenalina
« Reply #8 on: May 28, 2011, 20:50:35 pm »
0


Ciao a tutti,

da qualche parte ho letto, che quando al nostro ipotetico aggressore, entra in circolo la noradrenalina,
le pupille si restringono, smette di gridare e si trasforma in un predatore.

Domanda:

come faccio anche io a sfruttare la noradrenalina e diventare un T-rex?
Con abitudine mentale a pensare da predatore?
Con allenamenti estenuanti?


Grazie,.


                  Jivalla

Mi chiedo il perchè di una simile richiesta...

comunque per t-rex intendi uno di questi ?


.Provoca più dolore la paura della sofferenza del dolore in sè.
.Guardati da ciò che cerchi perchè potresti anche trovarlo.
.Fai attenzione a come pensi e a come parli, perché può trasformarsi nella profezia della tua vita.
.Se non c'è equilibrio, nulla è armonico.
.Tutti sono santi quando si parla dei peccati degli altri.
.Post Fata Resurgo.
.Però, sono stato buono !

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Offline Barvo Iommi

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Re:noradrenalina
« Reply #9 on: May 28, 2011, 21:43:28 pm »
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You won't fool the children of the revolution no no no


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Re:noradrenalina
« Reply #10 on: May 29, 2011, 07:02:40 am »
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da qualche parte ho letto, che quando al nostro ipotetico aggressore, entra in circolo la noradrenalina,
le pupille si restringono, smette di gridare e si trasforma in un predatore.

Domanda:

come faccio anche io a sfruttare la noradrenalina e diventare un T-rex?
Con abitudine mentale a pensare da predatore?
Con allenamenti estenuanti?


Sono milioni di anni che scaliamo la catena alimentare e pur non avendo zanne ed artigli grazie alla nostra aggressività smisurata rispetto ad altre specie, grazie al sacrosanto atteggiamento di violenza anche solo fine a se stessa e non legata solo al cibo, grazie ad un cervello sempre più sviluppato come problem solver tattico-strategico e come utilizzatore e fabbricatore di oggetti e sistemi d'arma, siamo al vertice della catena e riusciamo a scannarci per una sigaretta non offerta o per un'amicizia tolta da facebook...

Davvero credi ti serva un'increzione di norepinefrina per "diventare" un predatore?

Chi ti ha convinto di essere una preda? La chiesa? Lo stato? La tv? L'educazione ricevuta da bambino con tanto di patetici "buoni e cattivi", "guardie e ladri", "russi e americani..". 

Sei l'arma più sofisticata che la natura abbia partorito fino ad ora, puoi predare gli squali in mare e i leoni nella savana, derivi da migliaia di generazioni di tuoi avi che hanno combattuto e vinto per poter vantare oggi un discendente ancora in vita... sei la somma totale delle loro esperienze ed abilità, capace di ingannare, fingere emozioni complesse, ideare metodi letali anche premeditati e proiettati nel futuro e nello spazio distante da te.

Tutto il tuo corpo e la tua mente sono una macchina da combattimento e da riproduzione perfetta. O davvero ti hanno convinto di essere specializzato in uso del computer, vendemmia, giro dei bar notturno?

Sei il predatore più temibile che la terra abbia partorito.

L'aggressore di solito ha una vampata in faccia, rossa, con dilatazione delle pupille, in questa fase alza la voce. Poi la voce si fa stridula o assente, la pelle bianca, le pupille rimpiccioliscono, le gambe iniziano a tremare.

Ma questo lo fanno anche le capre quando sanno che le stai per macellare.

Altro che predatore, quella è disperazione. La disperazione è un'arma forte, certo. Se è per questo anche i tori hanno corna forti. Ma non sono predatori.

Tu intanto sorridi, hai i battiti poco più che regolari, sei in una situazione che trovi familiare, vedi le sue arterie del collo pompare e questo ti stimola l'appetito.

Non te ne frega niente se ti ucciderà, perché sei già morto, per quel che te ne frega. Può essere anche più forte di te.

Solo che adesso tu vuoi giocare. Con lui.

Lo punti. ti avvicini piano piano. Un piccolo passo, il corpo si protende, lo sguardo si fa interessato e porta con se quel sorriso a labbra chiuse.  Non vuoi che ti scappi perché sai che potrebbe correre più forte di te. Non vuoi che attacchi perché potrebbe anche essere più forte o armato. A volte le prede sono molto più forti dei predatori. Questo non fa di loro dei predatori.

Ma non stiamo parlando di forza.

Aspetti l'angolazione giusta, il momento giusto perché un balzo troppo presto comporterebbe la sua fuga o risposta, un balzo troppo tardi comporterebbe il suo attacco preventivo.

Decoy... un rumore, una ragazza che passa, una sigaretta buttata negli occhi, monete, l'attimo di un battito di ciglia è quello che aspetti. Può essere quella domanda spaziale che pronunci rilassato: "ma io... ti conosco... tu dove abitavi a sette anni?"

La sua gola è quello che punti, a dire il vero non riesci a pensare ad altro.

Se parliamo di predazione.

Se invece parliamo di rituali di sottomissione/dominazione fra mammiferi... beh, allora il t-rex non centra, meglio che pensi ad un gorilla che si batte il petto per dire che è più grosso.

Ma nella nostra razza bastarda ed assassina non si riproduce di più chi vince a braccio di ferro, e non è predazione fare a pugni con uno che ci ha spinto senza scusarsi.

In quei casi predazione può anche significare chiedere scusa e mostrarsi sottomessi, per poi attaccare a sorpresa.

Si è perso il confronto rituale di dominazione, ma si è predato un proprio simile, la preda più intelligente ed armata, la più pericolosa.

In fin dei conti... il verme che si dimena infilato nell'amo... è preda o predatore?

La sua gola può essere anche simbolica. Un suo punto debole, nell'animo. Può battersi il petto come una preda che gioca a fare il predatore, ma se guardi con gli occhi del predatore, potresti scorgere quelle parole che, se pronunciate, possono farlo crollare miseramente a piagnucolare.

Non si tratta di vincere, neanche di portare a casa la pelle.

Queste sono rispettivamente esigenze del gorilla e della capra.

Si tratta di mangiare le sue emozioni, la sua anima, le sue sicurezze e ciò in cui crede.

Prendere il controllo delle emozioni altrui nella nostra cultura ovina è considerato grave sintomo di sociopatia... ma tutti da bambini giocavamo a nasconderci e poi saltare fuori dicendo buuu! ...godendo della risposta emotiva dell'altro da noi indotta.

Quello è predare. Non ha a che vedere con la sfida o il duello.

Ciò che è sbagliato è la tortura, che sia fisica o psicologica, il controllo protratto nel tempo. Goderne significa avere tare cerebrali.

Tutto quanto ho detto, è riferito all'aggressore che affronta la sua "vittima" e quindi in realtà è una preda disperata che prova a fare il predatore.

Se l'aggressore invece è in linea con la propria natura, non c'è molto da poter fare: zac, da dietro, e siamo morti. Senza tanti preamboli o minacce.

Predare non è confrontarsi.

E' attendere l'opportunità e finire il lavoro.

In questo caso, possiamo solo lavorare sull'opportunità. Non dandone troppe.

E se mettere in sicurezza la propria rete ci richiede di essere degli hacker, togliere le opportunità ci richiede di tornare a vederle negli altri, di cercarle negli altri. La buona notizia è che siamo perfetti per questo.

Basta togliersi di dosso un po' di cultura piagnucolante e repressiva.

Tanto, possiamo lavorare una vita sulla capacità e sulla ricerca di opportunità, ma senza l'intenzione di fare del male, non c'è rischio per nessuno.

L'intenzione è una scelta.

E qui entra in gioco il libero arbitrio...

Non prediamo tutto ciò che è più piccolo e corre...

Prediamo solo quando lo scegliamo.














« Last Edit: May 29, 2011, 07:16:32 am by AiViA »
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Offline jivalla

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Re:noradrenalina
« Reply #11 on: May 29, 2011, 07:55:34 am »
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Tutto molto interessante, ma non ho capito.

Chi ti ha convinto di essere una preda? La chiesa? Lo stato? La tv? L'educazione ricevuta da bambino con tanto di patetici "buoni e cattivi", "guardie e ladri", "russi e americani..". 

Sei l'arma più sofisticata che la natura abbia partorito fino ad ora, puoi predare gli squali in mare e i leoni nella savana, derivi da migliaia di generazioni di tuoi avi che hanno combattuto e vinto per poter vantare oggi un discendente ancora in vita... sei la somma totale delle loro esperienze ed abilità, capace di ingannare, fingere emozioni complesse, ideare metodi letali anche premeditati e proiettati nel futuro e nello spazio distante da te.

Tutto il tuo corpo e la tua mente sono una macchina da combattimento e da riproduzione perfetta. O davvero ti hanno convinto di essere specializzato in uso del computer, vendemmia, giro dei bar notturno?

Sei il predatore più temibile che la terra abbia partorito.

Fin qua ci siamo, ho capito e ti quoto ....

L'aggressore di solito ha una vampata in faccia, rossa, con dilatazione delle pupille, in questa fase alza la voce. Poi la voce si fa stridula o assente, la pelle bianca, le pupille rimpiccioliscono, le gambe iniziano a tremare.

Ma questo lo fanno anche le capre quando sanno che le stai per macellare.

Altro che predatore, quella è disperazione. La disperazione è un'arma forte, certo. Se è per questo anche i tori hanno corna forti. Ma non sono predatori.

Gia' qui mi perdo ....  distinzione fra disperazione e predatore?  Come faccio a capire se sono disperato o no?

Tu intanto sorridi, hai i battiti poco più che regolari, sei in una situazione che trovi familiare, vedi le sue arterie del collo pompare e questo ti stimola l'appetito.

Non te ne frega niente se ti ucciderà, perché sei già morto, per quel che te ne frega. Può essere anche più forte di te.

Solo che adesso tu vuoi giocare. Con lui.

Bene .... ma come padroneggiare questa sensazione?  Solo con esperienza in situazioni reali? Genetica?

Lo punti. ti avvicini piano piano. Un piccolo passo, il corpo si protende, lo sguardo si fa interessato e porta con se quel sorriso a labbra chiuse.  Non vuoi che ti scappi perché sai che potrebbe correre più forte di te. Non vuoi che attacchi perché potrebbe anche essere più forte o armato. A volte le prede sono molto più forti dei predatori. Questo non fa di loro dei predatori.

Ancora perso ... quindi in questo caso, siamo predatori o vittime della disperazione?


Ma non stiamo parlando di forza.

Aspetti l'angolazione giusta, il momento giusto perché un balzo troppo presto comporterebbe la sua fuga o risposta, un balzo troppo tardi comporterebbe il suo attacco preventivo.

Decoy... un rumore, una ragazza che passa, una sigaretta buttata negli occhi, monete, l'attimo di un battito di ciglia è quello che aspetti. Può essere quella domanda spaziale che pronunci rilassato: "ma io... ti conosco... tu dove abitavi a sette anni?"

La sua gola è quello che punti, a dire il vero non riesci a pensare ad altro.

Se parliamo di predazione.

Quindi parlavamo di predazione? Ma mica anche la capra trema e' disperata?  Quindi predazione o disperazione?


Se invece parliamo di rituali di sottomissione/dominazione fra mammiferi... beh, allora il t-rex non centra, meglio che pensi ad un gorilla che si batte il petto per dire che è più grosso.

Ma nella nostra razza bastarda ed assassina non si riproduce di più chi vince a braccio di ferro, e non è predazione fare a pugni con uno che ci ha spinto senza scusarsi.

In quei casi predazione può anche significare chiedere scusa e mostrarsi sottomessi, per poi attaccare a sorpresa.

Si è perso il confronto rituale di dominazione, ma si è predato un proprio simile, la preda più intelligente ed armata, la più pericolosa.

Concorde ....



In fin dei conti... il verme che si dimena infilato nell'amo... è preda o predatore?

La sua gola può essere anche simbolica. Un suo punto debole, nell'animo. Può battersi il petto come una preda che gioca a fare il predatore, ma se guardi con gli occhi del predatore, potresti scorgere quelle parole che, se pronunciate, possono farlo crollare miseramente a piagnucolare.

Non si tratta di vincere, neanche di portare a casa la pelle.

Queste sono rispettivamente esigenze del gorilla e della capra.

Quindi voler portare a casa la pelle e' da capra?  Attegiamento disperato?


Si tratta di mangiare le sue emozioni, la sua anima, le sue sicurezze e ciò in cui crede.

Prendere il controllo delle emozioni altrui nella nostra cultura ovina è considerato grave sintomo di sociopatia... ma tutti da bambini giocavamo a nasconderci e poi saltare fuori dicendo buuu! ...godendo della risposta emotiva dell'altro da noi indotta.

Quello è predare. Non ha a che vedere con la sfida o il duello.

Quindi siamo predatori quando godiamo della paura/sofferenza altrui?




Tutto quanto ho detto, è riferito all'aggressore che affronta la sua "vittima" e quindi in realtà è una preda disperata che prova a fare il predatore.

E quindi?   Il predatore e' invece la preda??



Se l'aggressore invece è in linea con la propria natura, non c'è molto da poter fare: zac, da dietro, e siamo morti. Senza tanti preamboli o minacce.

Predare non è confrontarsi.

E' attendere l'opportunità e finire il lavoro.

In questo caso, possiamo solo lavorare sull'opportunità. Non dandone troppe.

Concorde .... quindi chi puo' apparire freddo calcolatore, cattivo e determinato, se ci affronta .... non e' predatore ma preda disperata?? ....  ???     confusione!

Grazie della lunga risposta ...
e buona Domenica a tutti.

Jivalla

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Re:noradrenalina
« Reply #12 on: May 29, 2011, 16:13:26 pm »
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Voler portare a casa la pelle è umano, ma significa che tieni alla pelle. Che non l'hai ancora buttata via di proposito.

Buttare via la pelle significa uscire dalla visione scimmiesca del tempo come una freccia che viaggia dal passato al futuro fatta delle tue aspettative, dei tuoi progetti, delle persone a cui non hai ancora detto Ti Amo, di quelli a cui volevi chiedere scusa. Le scimmie vivono facendo cose che servono per un domani incerto. Ad esempio: studio legge ed odio farlo ma un domani sarò avvocato quindi mando giù e domani avrò più soldi. Se a quel punto qualcuno vuole farmi la pelle alla fine dell'anno di pratica gratis poco prima dell'esame di stato... allora la cosa mi spaventa non poco. Perché blocca la freccia dei miei desideri, delle mie aspettative.

Ma se inizi a vedere il tempo come un attimo presente, e studi antropologia, o legge, o cucina acrobatica, non per le tue aspettative future ma perché ti piace, per il fatto stesso di conoscere e studiare in se stesso. Se quando sei con una persona a cui tieni non risparmi nessuna effusione, se insomma porti il tuo cervello alla circolarità del momento presente come ha saputo fare per tanto tempo prima che le sovrastrutture scimmiesche lo costringessero a pensare continuamente al passato ed al futuro saltando a piè pari il presente.

Ecco, in quel momento, che è eterno perché fuori dal tempo, tu puoi essere libero dalla paura di morire. Quindi diventi un giocatore, non più un giocato.

Ci sono le reazioni biologiche. Nessun organismo desidera porre fine alle sue possibilità di continuazione della specie.

Ma se togli dall'equazione lo spauracchio mentale, se hai già celebrato il tuo funerale da anni e sei a posto con la coscienza, se hai già provato a stare una notte in una fossa di terra al buio prendendo contatto con l'idea della morte... allora sei quello che alcuni antichi avrebbero definito un vampiro, un già morto, un predatore.

Non significa essere cattivo.

Significa che regni sui morti come Osiride dopo la morte e resurrezione. Regnare sulla morte significa che la padroneggi poiché non la temi. E' un simbolo, non significa che dai ordini a degli scheletri.

Certo, alcune persone cominciano a temerti, perché qualcosa dentro di loro, qualcosa che non ricordano bene ma che urla ad ogni ora, gli dice che devono predarsi delle tue paure, ma il tuo cuore è libero dalle paure. Non hanno presa. E quando ti incontrano, dopo aver provato ad aggredirti e a controllare le tue emozioni, trovano in bocca un sasso invece che un chewing gum.

E diventano immediatamente prede, che avevano provato a fare i predatori senza conoscerne veramente la natura.

Distinzione fra disperazione e predatore: se ti senti acquattato e pronto al balzo come un gatto che punta le galline, non sei disperato. Sei eccitato e divertito, attento a tutto per non farti beccare ma non certo disperato. Se le reazioni di paura prendono il controllo del tuo corpo fino a salvarti la vita, sei disperato.

Nota: va bene in tutti e due i casi, ma volevi sentirti un T-rex, un predatore. E ti volevo ricordare che sei un predatore cento volte più letale di un T-rex.

Quando una leonessa attacca un branco di grossi mammiferi cornuti molto più pesanti di lei, non è disperata. Sa bene che lo scontro frontale con uno di loro potrebbe esserle fatale. Non pensa di essere più forte o roba simile. Semplicemente, punta la preda e attende l'opportunità per il colpo alla gola. Questo per rispondere alla tua "siamo predatori o vittime della disperazione"

Spesso, quelli che fanno i predatori, per come li intendiamo nella nostra società, sono prede. Intendo il tipo che ti punta un coltello e ti chiede dei soldi perché è preda dei morsi da astinenza da ero o che ti aggredisce perché spaventato all'idea di fare una figura da poco uomo di fronte agli altri.

Le prede non sono intrinsecamente meno pericolose dei predatori, non dimentichiamolo. Non si tratta di forti contro deboli.

Si tratta di killer contro disperati. I disperati possono essere letali, certo.

E' la freddezza, che li contraddistingue. La capacità di giocare e di riderci sopra. la frenesia di caccia contrapposta alla disperazione che porta all'attacco o fuga.

Non siamo predatori quando godiamo della paura o della sofferenza altrui, ma quando ce ne cibiamo come ci possiamo cibare di altre emozioni.

In tempo di pace possiamo cibarci della gioia e del sorriso altrui, e andare a caccia di occasioni per eviscerare da loro queste emozioni.

Ma poter mangiare la gioia significa anche saper mangiare la paura, è sempre una scelta. Non una risposta automatica di lotta o fuga, una scelta lucida e cosciente di un organismo temprato da milioni di anni di caccia e guerra, da decine di migliaia di anni di dinamiche sociali complesse.


Concorde .... quindi chi puo' apparire freddo calcolatore, cattivo e determinato, se ci affronta .... non e' predatore ma preda disperata?? ....  ???     confusione!


Jivalla

Un predatore non affronta un altro predatore. Lo fiuta lontano un miglio e si fa i cavoli propri.

In più, un vero predatore non affronta una preda. Le tende una trappola, fa dello sharking, (gira intorno cercando opportunità), la attacca nel momento e nel punto più debole.

Un predatore non si sente più forte della preda, non crede di essere migliore. Semplicemente, lui mangia e gli altri si fanno mangiare.

Quando un "predatore" affronta un predatore o una preda, siamo di fronte alla tipica preda che prova a fare il predatore per qualche motivo che può essere di ego, di paura, di denaro, di droga, ecc.

Se ti affronta, che tu sia un predatore o una preda, è egli stesso una preda.

E da qualche parte in quel carro armato ci sono le viti per farlo cadere a pezzi.

Bisogna solo avere un cacciavite e sapere dove si trovano le viti.

Per sapere dove si trovano le viti, bisogna prima aver trovato e tolto le viti da se stessi, essersi tolti la corazza. Aver buttato via la pelle e girare nudi e senza armi come San Francesco nell'andare dal Lupo.

C'erano tanti dinosauri corazzati o grandi e grossi, alcuni avevano veri e propri scudi o mazze attaccate alla coda. Nessuno di loro era carnivoro.

I carnivori hanno solo armi d'attacco, non sistemi da difesa. Perché aspettano e colpiscono dritto alla gola.

Noi abbiamo solo uno strato sottile di pelle, ed un cervello che è la più micidiale arma d'attacco mai concepita.

Inoltre, come già dissi più volte, non abbiamo gli occhi ai lati della testa come gli erbivori che li usano come radar, ma in asse come i carnivori che li usano come sistema di puntamento.

Ciao.

 
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Re:noradrenalina
« Reply #13 on: May 29, 2011, 19:28:00 pm »
0


Grazie ottima spiegazione.

Ricordo che una volta, tu scrissi che e' inutile fare arte marziale o auto difesa, perche' nel momento critico, il sangue non scorre verso la neocorteccia, togliendo memoria al corpo, e quindi per un lasso di tempo breve, ma importante, tutte le belle tecniche, tattiche, etc... ce le possiamo dimenticare.
Più o meno era così ...

Ora, concorde con tutto questo, ma se dovessi tenere un corso di autodifesa, oltre che insegnare a camminare per strada sentendosi dei predatori, osservando tutte le possibilita' di attaccare, predare, etc ... in maniera pratica terra terra, cosa insegneresti?

Grazie.


                 Jivalla

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Re:noradrenalina
« Reply #14 on: May 29, 2011, 20:39:09 pm »
0


Grazie ottima spiegazione.

Ricordo che una volta, tu scrissi che e' inutile fare arte marziale o auto difesa, perche' nel momento critico, il sangue non scorre verso la neocorteccia, togliendo memoria al corpo, e quindi per un lasso di tempo breve, ma importante, tutte le belle tecniche, tattiche, etc... ce le possiamo dimenticare.
Più o meno era così ...

Ora, concorde con tutto questo, ma se dovessi tenere un corso di autodifesa, oltre che insegnare a camminare per strada sentendosi dei predatori, osservando tutte le possibilita' di attaccare, predare, etc ... in maniera pratica terra terra, cosa insegneresti?

Grazie.


                 Jivalla

Per prima cosa che la difesa in natura non esiste.

Esistono l'attacco, la fuga e il congelamento. La fuga può essere in avanti o indietro. Un topo chiuso all'angolo da un gatto può scappare verso il gatto prendendosi un graffio ma salvando la buccia. Non è attacco, quello.

Difendersi in natura significa rimanere feriti anche se vivi, il concetto di parata non esiste. Perché in natura essere feriti equivale a morire d'infezione o essere preda più facile.

Insegnerei che le mani nude sono cosa da duello o da estrema risorsa, l'istinto base da quando abbiamo un cervello complesso ed un pollice opponibile è quello di usare qualsiasi oggetto come arma.

Gli stessi oggetti di sempre, ma visti con occhi nuovi.

Li abituerei al contatto pesante perché non rappresenti uno shock e divenga familiare.

Li abituerei ad operare in scenari realistici fatti non solo di confronto fisico, ma anche di minacce, gestione dei dialoghi, descalation e gestione del post scontro.

Li abituerei all'evitamento delle opportunità, che in gran misura dipendono dal modo di pensare e da come questo si riflette nei segnali non verbali.

Poi, siccome parliamo di persone che non vogliono dedicare ore quotidiane all'allenamento, partirei dalle loro azioni istintive per creare quel modo di combattere che è già preprogrammato in noi e si manifesta attraverso il gioco da bambini (se li lasciassero giocare a lottare e cacciarsi come tutti gli altri cuccioli di predatore).

Quel tipo di combattimento funziona quando avviene il rapimento emotivo e le parti razionali del cervello sono private di parte del sangue, inoltre funziona quando il corpo trema e riescono soltanto movimenti grosso motori come tirare, spingere, colpire, usare le due mani all'unisono senza troppa coordinazione.

Sopra quei movimenti istintivi andrei a montare qualche risposta tattica più moderna, legandola al movimento istintivo con la ripetizione in modo che in automatico iniziato il primo si inserisca il secondo per preferenzialità del percorso neuronale.

Inoltre, la progressiva esposizione a scenari molto realistici con un buon grado di incognita e di coinvolgimento emotivo, renderebbero gli effetti negativi dell'adrenalina più gestibili, le situazioni più conosciute, meno oscure, e gli effetti positivi dell'adrenalina resterebbero, perché servono.

Ma stiamo parlando di come fare un corso per persone che non gli dedicano la vita.

Questo è solo il primo passo.

Si tratta di deprogrammarsi dalle mossette di chuck norris imparate al cinema o in palestra. Decondizionarsi ed arrivare alla pietra in fondo alla terra scavata.

E' più che sufficiente, per molti basta ed avanza.

Ma la libertà non è liberarsi dai condizionamenti, visto che ogni cosa che esperiamo e vediamo ci condiziona.

La libertà è scegliersi i condizionamenti attivamente e non passivamente.

Quindi, se quanto detto può andare bene per una persona normale che fa un corso di auto "difesa"...

Va detto anche che una volta pulito l'hard disk dai junk files si può decidere di allenarsi ogni giorno in un'arte completa, non uno sport, non una tradizione morta e cristallizzata, un'arte.

A quel punto, siccome non parliamo di un hobby da due lezioni a settimana di un'ora e mezza, ma di una seconda natura, movimenti automatici come quelli della guida dell'auto, che escono ad un guidatore molto esperto anche quando è sotto stress e in un'emergenza.

L'importante nello scegliersi quest'arte è che abbia pochi movimenti e concetti base che originino tecniche innumerevoli in base allo stimolo ma non a memoria, come per esempio le "infinite" combinazioni di pugni che possono uscire dai 5-6 pugni del pugilato.

A questo punto un'altra cosa importante è che non si interiorizzino fino a questo grado movimenti adatti solo al contesto sportivo, inadatti contro più avversari ecc.

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