Posso intervenire solo ogni tanto perchè solo ogni tanto posso collegarmi...
Purtroppo così il ritmo della discussione lo perdo un poco..
Considerazione numero uno: il Sutemi, come tutte le tecniche, si applica nella situazione che permette il suo uso. Contro un lottatore puro esiste un'applicazione possibile in controcolpo, se e quando ci sarà l'opportunità
Va specificato lo scenario: sto "provando" con un amico, sto facendo una "sfida", sono in una situazione di difesa personale contro un tipo che più o meno palesemente cerca di afferrarmi?
Ovviamente cambia il comportamento.
Non vedo però una "infallibilità" del lottatore, come mi sembra profilarsi in alcune risposte. Per mia esperienza il chiudere la distanza per venire alla presa comporta molti rischi, soprattutto se l'altro, conosce bene sia i colpi che la fase di lotta stessa.
E molte volte ho visto attacchi scriteriati suicidi, in cui chi cercava di afferrare ne prendeva veramente tante senza riuscire a venire alla presa...
Considerazione numero due: i sutemi sono molti e vari, nel Judo, come dicevo prima hanno un'ampia utilizzazione come controcolpi in caso di azione di ancata o simili, non tecnicamente corrette. Non si studia il Sutemi, in ogni modo, come movimento-ricetta da applicare indistintamente, è un'opportunità risolutiva che funziona solo dopo uno studio molto approfondito, che, a sua volta, può essere intrapreso solo dopo una più che buona conoscenza acquisita nelle tecniche di leva e proiezione fondamentali.
Considerazione numero tre: bisogna distinguere le proiezioni "normali" tirate con proseguzione in Sutemi, per esempio un Seoi tirato in caduta con possibile schiacciamento di Uke al suolo, e un Sutemi nato come tale. In questo caso, parlando sempre di tecnica corretta tirata da un atleta ben allenato nella occasione adatta, se non "mitigata", sia da chi la tira, sia "accompagnata" validamente da chi la subisce, comporta una lussazione articolare sicura o una infrazione ossea.
Considerazione numero tre: Il Sutemi in allenamento consente all'atleta/studioso di espandere in modo interessante la sua padronanza dello spazio, la coscienza del proprio centro e la percezione del centro dinamico dell'azione. E' un allenamento olto valido anche se la tecnica in se verrà tirata solo una volta ogni tanto in caso di sparring competitivi.
Nondimeno ho conosciuto ragazzi che l'avevano come "speciale", e devo dire che spiaccicavano bene i loro avversari, oltre che possedere una notevole tecnica di Ne Waza.