Yuki da buon giapponese si presenta a casa mia in anticipo di fatto vanificando il mio sogno di rilassarmi sul letto per un quarto d'ora, ma dimostrando comunque la sua ferrea volontà.
Ci rechiamo al parco e iniziamo con il ripasso di ciò che abbiamo visto la lezione scorsa. Avevo già fatto mandare un messaggio minatorio da mia moglie scrivendo che se non avessi visto sufficienti progressi avremmo dovuto ricominciare con gli stessi argomenti.
In realtà ovviamente non mi aspettavo che fosse diventato un campione, ma volevo almeno verificare che ci avesse messo impegno a studiare da solo (do molto valore all'allenamento in solitario) tutto quello che abbiamo visto l'altra settimana.
In effetti c'è molto da lavorare ma qualche progresso lo abbiamo.
Torno ancora sulla guardia con un test simile a quello del Sanchin ma più light per insegnargli la postura neutra e pronta soprattutto del busto.
Ripassiamo quindi gli tsuki, il timing e le principali difese in modalità jissen. Lavoriamo in velocità ma in scioltezza e questo ci aiuta a far girare un po' il sangue e a scaldarci. Nel mentre, mostro anche la differenza tra una difesa passiva e una difesa attiva: su attacchi casuali seiken uchi / gyaku prima semplicemente indietreggio con soto uke, e siccome il ragazzo non fa complimenti mi arriva anche qualche bel buffetto. Gli dimostro, infatti, che difendersi all'infinito indietreggiando non è producente nemmeno quando c'è un divario tecnico consistente, e successivamente ripetiamo la cosa con dei soto uke più aggressivi a chiudere e soffocare i suoi attacchi (sempre liberi).
In tutto questo il problema più grosso rimane ancora la guardia che Yuki spesso perde, con i piedi che vanno sulla stessa linea e le mani che si abbassano.
Poi si inizia con la lezione vera e propria che voglio incentrare sui calci, primo perchè dobbiamo inzialmente completare una panoramica delle tecniche base, e secondo perchè devo rispolverarli anch'io e togliere un po' di ruggine.
Siccome non siamo ancora caldi iniziamo con il gedan mawashi geri. Come da copione, trovo parecchi difetti sul modo di portarlo, il calcio è decisamente brutto e poco potente.
Inizio quindi dalla teoria (rigorosamente sfoderando il mio rudimentale giapponese visto che sa pochissimo l'italiano), lo step, la rotazione di piede sul chusoku e dell'anca, il sune, il braccio che controrema e accompagna l'esecuzione. In particolare quest'ultimo nonostante sia un movimento naturalissimo, viene eseguito goffamente. Credo che sia dovuto alla mancanza di lavoro sul sacco (quando si deve menare a piena potenza esce praticamente da solo) e forse ad un'eccessiva schematizzazione del kihon, soprattutto quella brutta abitudine di insegnare a tenere le braccia ferme quando si calcia.
La mia convinzione è che per il gedan mawashi l'abitudine deve essere quella di tagliare (furikiri) e poi eventualmente studiare il resto. Spiego le diverse traiettorie, ascendente, orizzontale e discendente, ma ci soffermiamo per la didattica solo sulla seconda.
A poco a poco il suo gedan comincia a diventare più incisivo e allora rincaro la dose introducendo anche uchimata geri spiegando le differenze.
I calci vengono provati con intensità con bersaglio e naturalmente mi alleno con lui facendo da partner e alternandomi nell'esecuzione (così mi alleno anche io, eccheccazzo!).
Yuki perde ancora la guardia, io capisco che questo viene dal fatto che è molto concentrato sull'assimilare la marea di concetti che gli sto insegnando, ma tenere su le mani deve diventare un abitudine quindi durante gli esercizi occasionalmente gli rifilo una scoppola o un frontino per testare la guardia.
Poi passiamo a livello chudan, e qui Yuki iniza subito a tirare delle belle bordate. L'attenzione viene posta sulla maggiore apertura del piede d'appoggio e sulle possibili conseguenze di una traiettoria errata e all'impatto sui gomiti, che non sono usati come difesa in sparring per preservare il compagno ma che sono una difesa efficace e insidiosa.
Raccomando di interiorizzare il movimento rotatorio anche per il livello medio, cosa che crea un po' di problemi, essendo un movimento per lui un po' alieno. Faccio quindi eseguire anche delle tecniche a vuoto con la rotazione completa.
Anche qui poi ci si alterna nell'esecuzione. Menandoci l'un l'altro con una certa intensità.
Per i mawashi geri dulcis in fundo passiamo allo jodan.
Inizio con qualche nozione basilare sullo stretching, di cosa bisogna fare e soprattutto cosa non bisogna fare. Evitare come la peste lo stretching balistico, lavorare per l'apertura in stretching passivo lontano dalla lezione dove invece per prepararsi è bene usare lo stretching attivo.
Ormai siamo ben riscaldati e possiamo provare ad alzare le gambe. Spiego che qui la scelta tra richiamo e taglio è un po' meno obbligata e che ci sono diversi modi di colpire con efficacia al viso, anche eventualmente col collo del piede. Siccome Yuki oltre a non aver ancora interiorizzato il furikiri non è eccezionalmente sciolto di gambe, per adesso mostro soltanto le diverse varianti ma ci soffermiamo solo sul calcio richiamato, sottolineando però le differenze tra un calcio richiamato per lo shobu ippon kumite ed uno per il jissen kumite, ovviamente noi prendiamo in considerazione il secondo.
Qui le difficoltà sono abbastanza evidenti, soprattutto Yuki no riesce a calciare oltre la mia spalla e ad acquisire l'extrarotazione oltre i 90°. Come prima, mettendoci un bersaglio ll'esecuzione migliora e così la sua sicurezza. Non forzo l'altezza del calcio perchè mi pare inutile al momento sacrificare un minimo di corretta esecuzione per arrivare per forza al viso, quindi lo faccio colpire alla mia spalla.
Naturalmente anche qui ci alterniamo e pure io attacco viso con intensità (era tanto che non lo facevo e sentivo un po' l'astinenza
). La sfida per me è interessante perchè posso allenare sistematicamente degli jodan su di una persona alta come me e migliorare anch'io, non capita spesso.
Tutto questo ha anche l'utilità ancora una volta di ricordargli di tenere su la guardia, oltre che farmi divertire un casino
Abbiamo dunque iniziato a togliere un po' di ruggine e questo vale anche per me, perchè non allenandomi sistematicamente ultimamente, quando porto jodan mawashi su di uno alto ogni tanto perdo l'equilibrio, ma siccome ne abbiamo fatti parecchi ho potuto sentire le differenze nel movimento e correggere l'assetto. Un paio gli ho sentiti proprio bene.
Infine, si passa al mae geri.
Qui sorprendentemente il movimento di accompagnamento del braccio viene a Yuki molto istintivo e mi facilita fare le analogie. Anche su mae geri ci sarebbero diverse varianti, ma inizio su quello più tradizionale del Karate a media distanza, anche perchè lui lo tira un po' alla maniera degli SDC, spingendo più che colpendo.
In questo caso io preferisco il frontale nostrano (probabilmente dovrebbe farlo così anche nel suo dojo) e inizio a spiegargli la traiettoria ascendente, il caricamento del ginocchio, la suddivisione dei segmenti e la successione della catena cinetica.
Essendoci ancora grosse difficoltà, facciamo un passo indietro e cominciamo il classico esercizio, di tenuta del calcio nelle tre fasi, caricamento, colpo, richiamo e giù. Yuki manca di un po' di forza nelle gambe e fa una fatica del diavolo a tenere il mae geri steso. Per questo motivo io insisto sull'esercizio e godo della sua sofferenza
Non di meno il mae geri migliora, e quando proviamo uno contro l'altro, non essendoci protezioni al piede, mi buca e mi fa un male bestia, nonostante la forma sia da riguardare.
Sono passate 2h e 45, Yuki è davvero cotto, con le braccia un po' colorate, l'espressione un po' vacua e il labbro un po' pendulo. Effettivamente è stata una sessione parecchio intensa e atleticamente impegnativa, ma essendo la media di una o due lezioni al mese questo è l'unico modo per imprimere certi concetti che poi ovviamente il ragazzo deve sviluppare per conto suo.
Ad ogni modo Yuki non si è
mai lamentato di niente, è una roccia
Concludiamo con dei semplici esercizi rilassanti che mi ha insegnato il mio fisioterapista per raddrizzare le schiena e tenere una postura più aperta.
... stamattina mi sono alzato tutto rotto anch'io