Non mi piace troppo allenare o far allenare delle combinazioni standardizzate, perchè rende prevedibili.
Mi impegno invece sempre, nella logica di "legatura dei colpi" del karate, che se davvero ben assimilata, permette di tirare fuori dal cilindro qualsiasi cosa.
Si, ovviamente facciamo kihon kumite con pezzi di kata, per dare l'incipit ed il senso al sistema, ma quando si fa kumite poi, il tutto va fuori dagli schemi, com'è ovvio.
Infatti sappiamo che il karate nasce nelle anche, quindi se tiro una tecnica, non importa quale, so che essa sarà seguita da un'altra tecnica, ma che essa può essere scelta solo tra poche, dato che l'energia dell'anca in quel momento, non permette efficacia con talune altre.
A questo va aggiunto necessariamente il maai, a lunga distanza uso pugni e calci che a media distanza potrebbero non entrare, per mancanza di spazio necessario all'efficacia, infatti sta zuki serve proprio in questo frangente, come diverse altre tecniche.
Se andiamo a corta distanza invece, ci troviamo molto più vicini all'uso di proiezioni, i calci sono ormai quasi totalmente sostituiti dalle ginocchia, e le compressioni di punti sensibili sono nella loro area di massima efficacia, cioè giusto prima della proiezione.
Alla luce di ciò, io non trasmetto combinazioni, ma logiche di legatura delle tecniche, ricche di esempi che partono, transitano o finiscono con determinate tecniche, questo lascia ad ogni allievo, la massima libertà strategica nel contesto in cui è.
Ho passato tutto il mese di gennaio, solo con la lavorazione delle dita a medio corta distanza, preceduto per un mese e mezzo dal concetto di capovolgimento della dicotomia predatore-preda.
Sicchè appena subentra il codice giallo, assumo la guardia da strada, che permette la copertura dei bersagli standard e la riduzione del maai solo in modo controllato.
Da li, in base all'azione dell'aggressore, avrò per ogni tipo di attacco, un ventaglio di possibili opzioni per l'attacco, la difesa o l'elusione dello stesso, cui segue, immediato, un nuovo ventaglio di opportunità per il contrattacco-fuga.
A mio avviso, questo permette di ottenere maggiore vantaggio tattico, anche se ammetto che è una via più lunga, proprio per questo, integro il lavoro con "risposte standard", atte a cavarsi immediatamente d'impaccio, con tecniche secche ed abbastanza dolorose, che faccio ripetere gfino alla noia, devono stampartsi a fuoco nel cervello rettiliano.