Il karate che vorrei

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Offline metal storm

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #45 on: June 16, 2011, 14:51:49 pm »
0
Alessandro... chi è costui?  ???
forse QUELL'Alessandro che in un giugno romano mi ha annodato come un fazzoletto?  :D
sì sì... è proprio lui  XD

piccola celia a parte, la cosa che mi piace è che Davide stia iniziando a crearsi un percorso suo... questo denota che ha la SUA visione del karate, come ce l'ho io, come ce l'ha Bagnoli, come ce l'ha qualsiasi praticante. questo significa che il karate è un'arte in divenire, piena di sfaccettature, che qualcuno coglie e qualcun'altro no.

e poi, concordo con il fatto che nessuna arte è completa in sè stessa... ogni cosa è perfettibile e migliorabile, attingendo a chi ne sa di più. 

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Offline Saburo Sakai

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #46 on: June 16, 2011, 15:07:12 pm »
0
questo significa che il karate è un'arte in divenire, piena di sfaccettature, che qualcuno coglie e qualcun'altro no.

Condivido in pieno

e poi, concordo con il fatto che nessuna arte è completa in sè stessa... ogni cosa è perfettibile e migliorabile, attingendo a chi ne sa di più.

Se permetti... NI !

Siamo noi stessi che siamo migliorabili, e migliorando possiamo portare qualcosa in più all'arte.
Ma l'arte non è una macchina da guerra... è uno strumento che deve dare buone basi ed una buona scuola in grado di trasmettere al meglio possibile e ad un maggior numero di persone possibile i propri contenuti.
Se le basi sono buone, poi sarà facile arrivare, da parte di buoni praticanti, a conclusioni simili. Il corpo sempre allo stesso modo è fatto. Poi ognuno in base alle proprie caratteristiche farà delle personalizzazioni.

Però personalmente preferisco fare poche cose fatte bene che 1000 fatte a capocchia, come troppo spesso si legge anche qui o si sente in giro. Come si fa ad integrare una pratica con un'altra se ancora s'è capito poco della prima ? O meglio... per sé uno può fare quello che vuole, ma come si fa a dare un giudizio su un'intera arte (con secoli di storia e con molte migliaia di praticanti) basandosi solo sulla propria specifica esperienza ?

Lo spirito viene prima della tecnica.

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Offline Alessandro

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #47 on: June 16, 2011, 15:16:38 pm »
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Che bella discussione!  :sur:

Apprezzo molto il solito feticista  XD e anche Alessandro che ora ho capito chi era nell'altro forum e ricordo perfettamente il post di "addio" al Karate e alla sezione. Ho messo tra parentesi perchè come dici tu Karateka eri e rimarrai per sempre e ti fa onore riconoscerlo....cosa che quasi nessuno fa passando di qua o di là della barricata (qualsiasi essa sia).

Alessandro, hai già raccontato molto di te e ti ringrazio, ma vorrei chiederti un'ultima cosa, se possibile, che tipo di Shotokan praticavi, o che parrocchia era, o chi era il Maestro? Solo curiosità .....feticista ( :dis:)......va bene anche se rispondi in PM o se non rispondi non fa nulla ti ringrazio lo stesso.

Buona Vita.....Oss!
Di là ci sono ancora fino a che non mi accoppano :). Il mio maestro di shotokan è stato Bocci Davide allievo se non ricordo male di un certo Andretti. Ma lo shotokan che facevo era un ottimo shotokan, ma io volevo tornare alle origini :).

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Offline Alessandro

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #48 on: June 16, 2011, 15:22:35 pm »
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Di fronte ai bei messaggi di Alessandro, non posso che apprezzare la profondità della sua ricerca e della sua pratica.

Dici in gran parte cose che, anche a buon senso, sono condivisibili.

Riguardo alle interpretazioni "fantasiose" dei bunkai è assolutamente possibile ma... mi ricollego a Shurei-Kan  :=)

Per il resto, non stiamo sempre a ridirci che il Karate privilegia i colpi (che brutto il termine "striking") rispetto alla lotta a terra... come nelle discipline di lotta a terra si lasciano in secondo piano i colpi.

Quando dico che "c'è tutto" intendo che è un'arte marziale che SE FATTA BENE contempla tutti i vari apetti della lotta, ovviamente con una marcata enfasi sui colpi, sul timing, sugli spostamenti e sulle catene cinetiche (è un termine corretto? facciamo a capirsi...).

E vi pare poco ?  :-\
Scusami ma non sono molto d'accordo. Non mi sembra che nel karate in genere si faccia sparring di lotta in piedi e sparring di lotta a terra. Come si fa a dire che contempla tutti i vari aspetti della lotta. Storicamente è sbagliato. Shirai non insegna lotta, Nakayama la stessa cosa, Kase uguale e anche gli stessi maestri di Okinawa che la loro base di lotta la prendono da altro non certo dal karate.
La lotta che sia in piedi o a terra non è solo la tecnica presa dal bunkai ed allenata singolarmente è ben di più. E' una disciplina a se stante.
Io invece parlerei di alcuni elementi che possono richiamare la lotta, ma sono solo elementi.

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Offline Alessandro

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #49 on: June 16, 2011, 15:23:08 pm »
0
Alessandro... chi è costui?  ???
forse QUELL'Alessandro che in un giugno romano mi ha annodato come un fazzoletto?  :D
sì sì... è proprio lui  XD

piccola celia a parte, la cosa che mi piace è che Davide stia iniziando a crearsi un percorso suo... questo denota che ha la SUA visione del karate, come ce l'ho io, come ce l'ha Bagnoli, come ce l'ha qualsiasi praticante. questo significa che il karate è un'arte in divenire, piena di sfaccettature, che qualcuno coglie e qualcun'altro no.

e poi, concordo con il fatto che nessuna arte è completa in sè stessa... ogni cosa è perfettibile e migliorabile, attingendo a chi ne sa di più.
Si si so io...piacere di rivederti.


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Offline metal storm

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #50 on: June 16, 2011, 15:34:25 pm »
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piacere mio, Ale  :)

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Offline Saburo Sakai

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #51 on: June 16, 2011, 15:43:00 pm »
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Come si fa a dire che contempla tutti i vari aspetti della lotta. Storicamente è sbagliato. Shirai non insegna lotta, Nakayama la stessa cosa, Kase uguale e anche gli stessi maestri di Okinawa che la loro base di lotta la prendono da altro non certo dal karate.
La lotta che sia in piedi o a terra non è solo la tecnica presa dal bunkai ed allenata singolarmente è ben di più. E' una disciplina a se stante.
Io invece parlerei di alcuni elementi che possono richiamare la lotta, ma sono solo elementi.

Sì giusto.

Sono gli elementi che servono in auto-difesa.

Perché se ti fai avvinghiare, trascinare a terra, e ti metti a rotolare cercando la chiave articolare... boh !
A me hanno insegnato, ed ho imparato sul campo, che finire a terra è deleterio, che la prima cosa da fare è rialzarsi, e la cosa fondamentale è trovare il modo di colpire anche nella mischia, non accettare prese o avvinghiamenti vari rispondendo sullo stesso piano... che poi è rarissimo che un avversario ti faccia 'sta roba in un contesto fuori dal ring. Al limite ti "placca" per buttarti a terra e venirti sopra per colpire al volto. Ma per neutralizzare quello ne Karate fatto bene hai voglia che ci sono contenuti i principi !

Poi se per "c'è tutto" pensavate che volessi dire che insegna anche a battere le punizioni dal limite ed a schiacciare sotto canestro allora avete ragione a criticare !  ;)




Lo spirito viene prima della tecnica.

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Offline Alessandro

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #52 on: June 16, 2011, 16:01:57 pm »
+1
Sì giusto.

Sono gli elementi che servono in auto-difesa.

Perché se ti fai avvinghiare, trascinare a terra, e ti metti a rotolare cercando la chiave articolare... boh !
A me hanno insegnato, ed ho imparato sul campo, che finire a terra è deleterio, che la prima cosa da fare è rialzarsi, e la cosa fondamentale è trovare il modo di colpire anche nella mischia, non accettare prese o avvinghiamenti vari rispondendo sullo stesso piano... che poi è rarissimo che un avversario ti faccia 'sta roba in un contesto fuori dal ring. Al limite ti "placca" per buttarti a terra e venirti sopra per colpire al volto. Ma per neutralizzare quello ne Karate fatto bene hai voglia che ci sono contenuti i principi !

Poi se per "c'è tutto" pensavate che volessi dire che insegna anche a battere le punizioni dal limite ed a schiacciare sotto canestro allora avete ragione a criticare !  ;)


A me dell'autodifesa non me ne è mai fregato nulla e tuttora non mi interessa quindi non so che dire :). Non sono uno di quelli che risponde, vallo a dire ad un lottatore professionista o al pro MMA di turno e cavolate del genere.

Ti dico solo una cosa non pensare che siccome io faccio grappling allora, nel caso lontanissimo che qualcuno mi possa aggredire, io mi metterò a lottare e rotolare a terra sull'asfalto cercando una finalizzazione. Solo il pensiero mi fa ridere :D.
Nel mio caso il grappling (e tutte le discipline di lotta in generale) insegna a gestire la pressione, a rialzarsi il prima possibile da una caduta, a ribaltare la posizione di svantaggio, a proiettare l'avversario e controllarlo a terra come nessun'altra disciplina e tutto questo infischiandosene di questa benedetta difesa personale. E mi sembra che questi elementi in questa tanto decantata difesa personale siano elementi essenziali.
Non paragoniamo mondi diversi. Come dire ad ognuno la sua fetta.

Io sono dell'idea che se voglio far vedere ai miei allievi una difesa da un tentativo di presa alle gambe o come dici te un placcaggio. Vado a prendere il meglio che c'è sulla piazza. Non si deve cadere nell'errore dei wing chun men con il loro anti-grappling in cui si scimmiottavano e si scimmiottano esilaranti attacchi alle gambe con altrettante improponibili difese.
Se voglio uscire dai miei 4 confini ed addentrarmi in altri ambiti devo essere consapevole che quello che vado a proporre è una minima parte che può funzionare contro una % minima di persone, perchè se mi prende uno che il placcaggio lo fa tuti i gironi dalla mattina alla sera, mi fa volare. Di conseguenza dovrei avere l'umiltà di dire io con il mio bagaglio (rispettabilissimo) arrivo a 5 per arrivare a 100 vado da chi certe cose le fa sempre.

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Offline Saburo Sakai

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #53 on: June 16, 2011, 16:13:47 pm »
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Anche volendo, non riesco a darti torto !  :D

Ma lo stesso può essere ribaltato... nel grappling si insegna a colpire come nel Karate ?

Quindi è un discorso di priorità.

Tu parli di integrare, e fai bene. Ma a questo ho risposto poco fa sempre su questo forum, riguardo alle combinazioni.

Ad avere tempo N, si può fare tutto (anche se alla fine qualcosa prevarrà e qualcosa verrà trascurato).

Ma alla fine mi ripeto ! Il Karate è una disciplina completa quando più che le tecniche si va ad approfondire i principi dinamici che poi serviranno di base per qualsiasi confronto o situazione.

Ecco perché anche altri confermavano che spesso praticanti che hanno fatto UN BUON KARATE (non intendo ore di kata a vuoto), quando passano ad altre discipline di lotta o combattimento si ritrovano già delle ottime basi.
Lo spirito viene prima della tecnica.

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Offline Alessandro

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #54 on: June 16, 2011, 16:16:26 pm »
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Anche volendo, non riesco a darti torto !  :D

Ma lo stesso può essere ribaltato... nel grappling si insegna a colpire come nel Karate ?
Nel grappling NON si insegna a colpire...naturalmente il mio discorso era viceversa..


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Offline Shurei-Kan

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #55 on: June 16, 2011, 16:31:35 pm »
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Il Karate che vorrei.........
                                  ...........difficile da dire.

Il Karate che vorrei, è sostanzialmente il mio, non c'è dubbio, mi piace, mi affascina e ho ancora un sacco di cose da fare qui.
Diciamo che sostanzialmente, idealmente vorrei piuttosto avere a disposizione (come tutti qui) tempo e soldi per praticare come e quando voglio.
Una volta, quando il lavoro era insignificante, la famiglia non c'era, ne tanto meno c'era la responsabilità di insegnare, ho fatto altro e numerose esperienze con Judoka, Aikidoka, Kick Boxer, JKD che molto mi hanno dato, sia sotto il profilo tecnico che di vedute, devo proprio riconoscerlo.

Avendo (con la fantasia) tutto questo tempo e danaro a disposizione certamente un altro Karate che mi piace assai e non ho mai praticato è quello a contatto pieno, mi impressiona molto, mi stimola e mi colpisce sempre anche lo spirito che traspare dai suoi praticanti.
Altro cruccio che ho è per il BJJ che conosco poco, ma ultimamente ho visto alcuni video che mi hanno molto impressionato.
Ci sarebbe anche dell'altro ovviamente, ma comincerei con questo.

Ovviamente questo è, non tanto il Karate vorrei, ma la mia pratica, il percorso che sceglierei oggi per integrare il mio Karate, cosa che ho fatto a suo tempo con altre pratiche.
Devo dire che non mi metterei mai a modificare e integrare troppo la pratica del Karate che debbo insegnare, non sono all'altezza per farlo e certamente imbastardendolo lo priverei di una o più caratteristiche fondamentali che ne fanno la sua forza predominante e che potrebbero far innamorare altri, come è capitato a me e come, ancora spesso per fortuna, capita a molti.
Del resto, già oramai insegno ogni anno in modo sempre differente rispetto a quello di prima, 23 anni fa applicavo solamente le indicazioni del mio Maestro rimanendo fedele ai programmi .......... oggi faccio le mie lezioni molto naif tenendo un occhio ai programmi e in mezzo a questo ne è passata di acqua sotto i ponti.
Ma credo (forse sbagliando) che la soluzione migliore sia quella di fare un corso specifico per ogni pratica scelta, tenendone solo una, di volta in volta, come quella principale.
Il fritto misto mi piace, ma lo terrei per me, non lo insegnerei, casomai proporrei di fare anche altro.

Giusto i miei 2 cent!

PS-Ho riletto ora.....come scrivo male!  :dis: scusate, spero si capisca lo stesso  :-[
« Last Edit: June 16, 2011, 17:10:02 pm by Shurei-Kan »

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Offline Paguro49

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #56 on: June 16, 2011, 16:53:26 pm »
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Concordo e rilancio.
Il fritto misto è una roba che faccio per me, che serve a me e soddisfa le mie esigenze, stessa cosa che potranno fare tutti nel momento in cui avvertissero eguali esigenze.
Dal punto di vista dell'insegnamento, mi manterrei ortodosso, fatte salve alcune aree specifiche in cui usare cose del Karate che altre pratiche mi hanno meglio chiarito o che mi hanno aiutato a recuperare, ma senza discostarmi dal Karate, o dall'AIkido.
Un discorso a parte lo riserverei alle "gite" o agli "inviti", ossia l'andare da pinco pallo, insegnante di tal disciplina (Judo, JJ, Grapling ecc) a raccogliere quello che si può, giusto per non convincersi che"sia tutto li", oppure gli inviti a questo o quell'amico che possa venire a tenere una lezione speciale su argomenti specifici da specialista.
Poi però, l'approfondimento di questo o quello, lo manterrei a livello di scelte personali, perchè è già difficile insegnare decentemente Karate o Aikido (parlo per me ovviamente) così come sono, ci manca pure di incasinare tutto mischiando.
Ma non c'è dubbio che un mio allievo dovrebbe saper colpire tanto quanto mettere in leva o proiettare.
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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Offline Shurei-Kan

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #57 on: June 16, 2011, 17:12:00 pm »
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 :blue: Ecco Ronin ha capito il mio discorso ....e se ha capito lui....... XD   :spruzz:   :-*

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Offline happosai lucifero

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #58 on: June 16, 2011, 19:52:49 pm »
0
ma quanto cazzo scrivete! ci metterò una settimana a leggere tutto!
uff...
There are more things in heaven and earth, Horatio,
Than are dreamt of in your philosophy.

In quanto a educazione vado in culo a tanti

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Offline Dipper

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #59 on: June 16, 2011, 22:06:50 pm »
+3
Rimango dell'idea che bisogna prima rotolarsi con qualche grappler per rendersi conto di ciò che possiamo e non possiamo fare.

Riporto un post dove ho parlato di un frangente in cui ho dimostrato ai miei amici karateka (insegnante compreso e tengo a precisare che è uno che di recente è scampato ad un aggressione 3 vs 1 quindi non proprio un pirlotto) quali limiti comporti il non studiare Grappling pur usando tecniche sporche e io[1] ho fatto la parte del grappler puro:

Ieri ho fatto un allenamento con i miei compagni del dojo di Shotokan.
A metà lezione mi hanno chiesto di insegnare un po' di lotta a terra.
Pur nel mio bassissimo livello (e specificando che sono una caccola) li ho introdotti in questo nuovo mondo sconosciuto.

Ammetto di aver anche rischiato un po' di credibilità, ma per mostrare la bontà del concetto di cedevolezza e di posizionamento, ho invitato tutti a turno a provare a sottomettermi come meglio credessero. Poi ho fatto anche la stessa cosa con compreso un po' di G'n'P e mostrandone le basi per la difesa.

Infine, quando è arrivata la fatidica osservazione spesso uscita in passato quando se ne parlava ("eh, ma se colpisci occhi / palle..."), ho invitato anche a tentare di sopraffarmi attaccando le palle (avevo la conchiglia tanto :sbav:) o gli occhi (in questo caso basta poggiare un dito sull'occhio per simulare).

Ovviamente vista la mia inesperienza non sempre sono stato tecnicamente pulito e impeccabile, ma adesso credo di aver finalmente fatto loro aprire gli occhi sul fatto che le manovre in cui mentalmente ci si rifugia quando si parla di lotta possono al massimo essere di supporto per cavarsi s'impaccio da una situazione scomoda, ma che per saper lottare bisogna allenarsi a lottare.

Ho avuto la conferma di un concetto che già immaginavo, è davvero importante che chi insegna sia in grado di vincere i dubbi di chi guarda, mostrando innanzi tutto la bontà delle tecniche che si insegnano senza l'accondiscendenza di un tori fantoccio. Così, la predisposizione d'animo di chi riceve è davvero diversa, e oltre ad essere fiducioso, chi impara diventa desideroso di apprendere :thsit:
Poi si può mostrare con calma la tecnica :gh:

Rispetto chi come zio Shurei, Ronin e Saburo decide di voler lavorare a compartimenti separati, e non posso permettermi di criticare (come invece critico la concezione di lotta XD)
Ma io sono di un altro avviso.
Ho potuto constatare che l'integrazione porta risultati migliori per me piuttosto che fare una cosa sola, e non posso esimermi dal riproporre ciò che io ritengo buono e utile.

Dopo lunghi rimuginamenti ho deciso di fare di testa mia e di allenare i miei futuri allievi in questo modo (ancora da perfezionarsi). Come dicevo non solo ammetterò il confronto con altre realtà ma lo incoraggerò, dallo Shotokan puro alla Kickboxe, ogni terreno deve essere buono per girare e mettersi in discussione.

Saranno loro a decidere alla luce di queti confronti se il mio insegnamento è buono oppure no, e se troveranno qualcosa o qualcuno che dimostri loro che stanno seguendo un metodo sbagliato o superficiale, si comporteranno di conseguenza, abbandoneranno il mio corso e così sia. Oppure ritorneremo tutti a passare ore a praticare kata su kata.

Se sto facendo una cazzata quindi la mia idea di Karate morirà da sola, ma non posso più praticare incasellato in uno schema che non sento più mio, sebbene sia una mia forte radice e tragga ancora molto da esso.

Dopotutto anche il Karate tradizionale dal punto di vista di certi cinesi non è altro che un minestrone di Kung Fu e Kendo ad opera di giapponesacci che non hanno capito un cazzo, quindi... :gh:

Riguardo al contatto, Saburo, io posso dirti che da quando faccio Kakuto Karate uso le protezioni.
Eppure mi porto dal passato un sacco di traumi e microtraumi, e basta ad esempio passarmi un dito sulla tibia per sentire un sacco di bitorzoli che non mi derivano da pratiche recenti perchè ormai porto i paratibia.
Il contatto come tu lo concepisci lo conosco bene, ed è una cosa diversa, utile anche quella, ma a mio avviso l'esperienza di girare ben bardati (come fanno anche i campioni d'altra parte) ma con un'intensità più alta è altrettanto formativa. Sono due cose diverse...
 1. che sono una mezza sega in materia :dis:
継続は力なり 空手の修業は一生である
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