Cerco di chiarire meglio il concetto.
Integrare per me è fondamentale, prova ne sia l'impegno che, da Karateka, metto in Aikido.
Il punto che mi vede ragionare per compartimenti è relativo alla didattica, perchè penso che occorra insegnare bene e in modo chiaro, imparare bene e in modo chiaro, così da potersi formare le basi che permettono di integrare con ciò che serve e non a caso.
Inoltre occorre fare le cose con chi le fa molto bene, io posso acquisire dei principi di lotta utili per me, magari usarli come esempi in una lezione, ma non di più, l ragazzo che vuole aggiungere quei principi al suo karate dovrà andare da chi li conosce davvero bene, o non acquisirà principi utili come posso aver fatto io, acquisirà dei pressappoco che, trasferiti a lui, saranno ancor più approssimativi.
Per questo sono così favorevole ai peregrinaggi, all'invitare esperti per lezioni speciali eccetera.
Riguardo all'intensità del lavoro in palestra, credo sia essenziale per non raccontarsi frottole pericolose.
Se certi pugni non arrivano mai a piena potenza, corro il rischio di conivncermi che li reggo alla grande, salvo poi fare una gara, uno stage, una litigata, dove scopro che invece mi piegano in due, lasciandomi indifeso.
La sincerità con cui si lavora sul tatami è fondamentale, oppure ci si raccontano frottole con le gambe corte.
Ovvio che tutto deve essere graduale, commisurato alle possibilità del singolo, ma occorre puntare a scoprire se, la tal leva, fa davvero così male, se quella proiezione mi schianta a terra anche senza la mia partecipazione nella caduta, se quel colpo è davvero così pericoloso come il maestro mi dice eccetera.
Io invito sempre a tenere un certo atteggiamento durante l'esecuzione, chiedo che negli occhi si veda lo spirito, il partner non è più un amico, è il nemico che mi vuole far fuori e io devo assumere un atteggiamento conseguente, ma non per esibizione di virilità, lo chiedo per rispetto, il rispetto dovuto al combattente che ho davanti nel considerarlo pericoloso e capace, se ridessi e sorridessi, gli starei dicendo che non lo reputo all'altezza di preoccuparmi.
Ovvio che fra a mici, quando ci si mena comunque come dei fabbri, si può anche mostrare la gioia e il piacere di quello che si fa, ma in generale, referisco che i sorrisi arrivino a cose fatte.