Il karate che vorrei

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Offline Davide.c

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #60 on: June 16, 2011, 23:46:11 pm »
0
Straquotone a Ryujin ;)
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- Karateka libero
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"Strength is born in the deep silence of long-suffering hearts; not amid joy." - Sir Arthur Helps

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Offline DJ scanner

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #61 on: June 17, 2011, 01:19:33 am »
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Offline Rev. Madhatter

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #62 on: June 17, 2011, 02:20:49 am »
0
Il contatto come tu lo concepisci lo conosco bene, ed è una cosa diversa, utile anche quella, ma a mio avviso l'esperienza di girare ben bardati (come fanno anche i campioni d'altra parte) ma con un'intensità più alta è altrettanto formativa. Sono due cose diverse...

L'intensita' d'allenamento secondo me e' tutto.
Poiche' e' l'unico modo per allenare realmente il timing,che e' tutto nel combattimeno.

...scrivo per spiegare il +1 a ryu
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
(A. S. LaVey )

il test d'ingresso funziona così
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SONO CENTO €
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se ti lamenti, non sei adatto ad essere munto, altrimenti cerimonia del the in arrivo e tutti col collo gonfio ad accoglierti

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Offline Alessandro

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #63 on: June 17, 2011, 08:42:26 am »
0

Riporto un post dove ho parlato...


Infine, quando è arrivata la fatidica osservazione spesso uscita in passato quando se ne parlava ("eh, ma se colpisci occhi / palle..."), ho invitato anche a tentare di sopraffarmi attaccando le palle (avevo la conchiglia tanto :sbav:) o gli occhi (in questo caso basta poggiare un dito sull'occhio per simulare).

Ovviamente vista la mia inesperienza non sempre sono stato tecnicamente pulito e impeccabile, ma adesso credo di aver finalmente fatto loro aprire gli occhi sul fatto che le manovre in cui mentalmente ci si rifugia quando si parla di lotta possono al massimo essere di supporto per cavarsi s'impaccio da una situazione scomoda, ma che per saper lottare bisogna allenarsi a lottare.



Pensa che nel grappling (FILA) la conchiglia è vietata  :ohi:

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Offline Dipper

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #64 on: June 17, 2011, 08:59:42 am »
0
Davvero? :-\
Non riesco a immaginare il motivo... Non è pericoloso?

Comunque a maggior ragione immagino che questo obblighi il lottatore a tenere sempre riparati i gioielli.
継続は力なり 空手の修業は一生である
UIPASC
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Offline Rev. Madhatter

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #65 on: June 17, 2011, 09:12:55 am »
0
Perche' sotto sotto,c'e' poco da fare,il grappling e' proprio gay[1]  :thsit:

 1. ci tengo sempre a precisare che questo e' il commento che arriva da un tipo che va a ballare sui tacchi.
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
(A. S. LaVey )

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Offline Shurei-Kan

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #66 on: June 17, 2011, 09:15:30 am »
0
Rispetto chi come zio Shurei.............. decide di voler lavorare a compartimenti separati, e non posso permettermi di criticare (come invece critico la concezione di lotta XD)
Ma io sono di un altro avviso.

Ma guarda, piccolo Ryujin, che sono io che non mi permetto di criticare te, e provo profonda ammirazione per quello che fai e come lo fai.

A compartimenti separati, pensandoci bene, ci hai lavorato sempre anche tu visto che da una parte hai studiato solo Karate Shotokan, da un'altra solo Kakuto Karate, da un'altra BJJ, ecc, ecc. Poi le interazioni sono arrivate in modo abbastanza spontaneo frutto di incontri e altre esperienze preziosissime, ma mi pare di aver capito (forse sbaglio) che non hai studiato lotta ai corsi di Karate e AtemiWaza ai corsi di lotta.
E' come quando diciamo che se vogliamo approfondire la lotta, noi del Karate dobbiamo giustamente invitare uno che di lotta ne capisce davvero e non improvvisare/inventare. Se questo esperto di altra disciplina non lo vogliamo invitare possiamo andare noi a seguire un suo corso. Io semplicemente ho fatto (un pochino) così e così consiglio agli altri di fare.

Ma io non posso integrare, perchè non ne ho i mezzi, non ho (devo ammetterlo) il tuo livello di conoscenza e ciò che ho fatto io al di fuori dall'orbita Karate Shotokan è troppo poco e incompleto per essere integrato e insegnato, l'ho fatto per me e va bene per me. Qualcosa, qualche briciola probabilmente è già dentro il mio modus operandi che spesso mi dicono essere un pochino fuori schema, ma si tratta di semplici accorgimenti, il tuo è invece un vero e proprio sistema integrato e fai bene, a mio giudizio, a percorrere questa strada perchè è ciò in cui credi e non sarebbe onesto, soprattutto con te stesso, non tenerne conto.

Devo riconoscere che ho un debole per il piccolo Ryujin, ad un altro avrei probabilmente detto che la sua idea era una cazzata terribile  XD ma al nipotino non posso non riconoscere la serietà con cui si approccia alla pratica e, nonostante mi piaccia un sacco prenderlo per i fondelli  XD sono dell'idea che, giunto a questo punto del suo percorso, sia giusto che intraprenda questa ambiziosa e difficile strada, per un semplicissimo motivo, perchè lui tutte le domande e gli scrupoli che mi farei io, se le fa già da solo.....è troppo avanti! Tamarro, ma avanti!   ;)

Oss!

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Offline Saburo Sakai

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #67 on: June 17, 2011, 09:18:47 am »
0
Rispetto chi come zio Shurei, Ronin e Saburo decide di voler lavorare a compartimenti separati, e non posso permettermi di criticare (come invece critico la concezione di lotta XD)
Ma io sono di un altro avviso.
Ho potuto constatare che l'integrazione porta risultati migliori per me piuttosto che fare una cosa sola, e non posso esimermi dal riproporre ciò che io ritengo buono e utile.

Non mi sono spiegato...

Io credo che se avessi tempo N, integrare il Karate con altre cose sarebbe la cosa migliore.

Potrei ad esempio confrontandomi con altre discipline (ad esempio di lotta) per rileggere con occhi nuovi il Karate e sviscerarne alcuni aspetti che sono in esso contentui ma non esplicitati nelle forme classiche.

Ricordiamociperò  che non nasce come sport, e quindi PER FORZA contiene i più svariati elementi. Quando un giapponese in combattimento veniva afferrato, non credo proprio che dicesse "stop, non vale", ma studiasse anche come cavarsela in quella circostanza.

Dico però che non avendo a disposizione N tempo ed energie (sempre meno, per la verità) mi concentrerò su quello che ritengo più utile in autodifesa, ovvero i colpi, lasciando in secondo piano cose meno probabili. Eventualmente studio, riguardo alla lotta, come cercare di evitarla e come uscirne velocemente.

Per questo, ritenendo di avere ancora un universo da imparare su come portare al meglio i colpi ecome combattere in piedi, mi focalizzo lì piuttosto che disperdermi su cose che richiederebbero altrettanto tempo ed impegno pe essere fatte bene.

Spero di essermi spiegato meglio.  :)
Lo spirito viene prima della tecnica.

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Offline Barvo Iommi

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #68 on: June 17, 2011, 09:20:22 am »
0
Perche' sotto sotto,c'e' poco da fare,il grappling e' proprio gay[1]  :thsit:
 1. ci tengo sempre a precisare che questo e' il commento che arriva da un tipo che va a ballare sui tacchi.
nego di aver mai detto che il grappling è gay :whistle:

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Offline metal storm

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #69 on: June 17, 2011, 09:34:18 am »
0
secondo me, stiamo un po' scantonando dal post di apertura di Davide.

Lui esprimeva il suo modo di vedere esentire il karate... di quello si parlava. ovvero come vivere quest'arte e come allenarla, nient'altro.

se poi vogliamo aprire un 3D apposito sulla volontà/necessità di completare il karate con un'altra arte, di diversa natura, possiamo anche farlo; ma a parer mio, ci sarebbe poco da discutere... se pensiamo in un'ottica di completezza o di difesa pura, credo che tutti siamo d'accordo sul pensare che lo studio parallelo di un'arte lottatoria e di un'arte basata sull'atemi waza sia assolutamente necessaria.


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Offline Alessandro

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #70 on: June 17, 2011, 09:47:23 am »
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Davvero? :-\
Non riesco a immaginare il motivo... Non è pericoloso?

Comunque a maggior ragione immagino che questo obblighi il lottatore a tenere sempre riparati i gioielli.
Semplicemente perchè la conchiglia, soprattutto quella rigida, rende pericolose certe leve: pensa all'armlock tirato su un conchiglia rigida o una chiusura in tirangolo con relativo armlock. Va a finire che si batte più per la conchiglia che per la reale efficiacia della tecnica e ci si fa seriamente male.

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Offline Paguro49

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #71 on: June 17, 2011, 09:53:59 am »
+1
Cerco di chiarire meglio il concetto.
Integrare per me è fondamentale, prova ne sia l'impegno che, da Karateka, metto in Aikido.
Il punto che mi vede ragionare per compartimenti è relativo alla didattica, perchè penso che occorra insegnare bene e in modo chiaro, imparare bene e in modo chiaro, così da potersi formare le basi che permettono di integrare con ciò che serve e non a caso.
Inoltre occorre fare le cose con chi le fa molto bene, io posso acquisire dei principi di lotta utili per me, magari usarli come esempi in una lezione, ma non di più, l ragazzo che vuole aggiungere quei principi al suo karate dovrà andare da chi li conosce davvero bene, o non acquisirà principi utili come posso aver fatto io, acquisirà dei pressappoco che, trasferiti a lui, saranno ancor più approssimativi.
Per questo sono così favorevole ai peregrinaggi, all'invitare esperti per lezioni speciali eccetera.
Riguardo all'intensità del lavoro in palestra, credo sia essenziale per non raccontarsi frottole pericolose.
Se certi pugni non arrivano mai a piena potenza, corro il rischio di conivncermi che li reggo alla grande, salvo poi fare una gara, uno stage, una litigata, dove scopro che invece mi piegano in due, lasciandomi indifeso.
La sincerità con cui si lavora sul tatami è fondamentale, oppure ci si raccontano frottole con le gambe corte.
Ovvio che tutto deve essere graduale, commisurato alle possibilità del singolo, ma occorre puntare a scoprire se, la tal leva, fa davvero così male, se quella proiezione mi schianta a terra anche senza la mia partecipazione nella caduta, se quel colpo è davvero così pericoloso come il maestro mi dice eccetera.
Io invito sempre a tenere un certo atteggiamento durante l'esecuzione, chiedo che negli occhi si veda lo spirito, il partner non è più un amico, è il nemico che mi vuole far fuori e io devo assumere un atteggiamento conseguente, ma non per esibizione di virilità, lo chiedo per rispetto, il rispetto dovuto al combattente che ho davanti nel considerarlo pericoloso e capace, se ridessi e sorridessi, gli starei dicendo che non lo reputo all'altezza di preoccuparmi.
Ovvio che fra a mici, quando ci si mena comunque come dei fabbri, si può anche mostrare la gioia e il piacere di quello che si fa, ma in generale, referisco che i sorrisi arrivino a cose fatte.
« Last Edit: June 17, 2011, 09:57:49 am by Ronin45 »
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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Offline metal storm

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #72 on: June 17, 2011, 10:44:25 am »
0
Ronin, se non fossi convintamente etero ti bacerei...

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Offline Paguro49

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #73 on: June 17, 2011, 10:45:30 am »
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 :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D
Baciami scioccone  :-* :-* :-* :-*
 ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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Offline Shurei-Kan

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Re:Il karate che vorrei
« Reply #74 on: June 17, 2011, 11:11:35 am »
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Quoto il buon Ronin  :blue: che la pensa grossomodo come me, e evidenzio questo passo.....

La sincerità con cui si lavora sul tatami è fondamentale, oppure ci si raccontano frottole con le gambe corte.

...che spesso è una costanze ahimè, di molte palestre di Karate (e ultimamente mi sto accorgendo anche di altre discipline che si definiscono più cazzute) e che genera un sacco di fraintendimenti spingendo i praticanti a cercare dell'altro, con con l'idea di integrare ma per motivata insoddisfazione.