Poni una domanda gustosissima, cui almeno per me, non è facilissimo rispondere, ma ci provo, poi leggo quello che hanno scritto gli altri.
Allora, intanto, c'è kime sportivo e kime vero.
Il kime vero, non è quello che si vede alle gare, nel kumite trattasi di un grido che si lancia dopo aver sentito l'impatto, dura anche alcuni secondi, ma non è diverso da un grido tirato per nulla, dato che è solo un'emissione sonora prolungata, in pratica è in pari al kiai.
Nelle gare di kata invece, è un'infinita serie di "tz, tz, tz, tz" che viene emesso ad ogni tecnica, con lo scopo di tirare un po i muscoli addominali e dare un'immagine di controllo e stacco della tecnica.
Ho detto immagine, infatti, lo scopo è far vedere dove finisce una cosa e comincia l'altra, soprattutto quando il ritmo è veloce, alcuni eseguono delle coreografie anche molto difficili, non solo come tecniche ma anche come cambi di direzione, rendendoli belli a vedere.
Quando poi c'è anche il kiai, si assiste ad un lungo grido, tipo peperoncino in qlo
ma sempre fine a se stesso.
In entrambi i casi però, sono cose fini a se stesse, un grido per il kumite, una cosa scenografica per il kata, che nell'effettivo però, non hanno riscontri nella realtà.
Adesso però, viene il difficilissimo, almeno per me, cioè spiegare solo verbalmente di cosa si tratta. :'(
Allora, noi sappiamo che per portare un pugno, occorrono svariati muscoli.
Ma non basta, occorre anche che questi muscoli, comincino a lavorare nel momento giusto e finiscano di lavorare al momento giusto.
A ciò bisogna unire la miglior radicazione possibile sui piedi.
Per farlo devo avere una posizione stabile.
Non è tutto, devo unire a ciò, un corretto movimento di avanzamento dell'anca, in modo da far ruotare il busto sulle anche, come fosse un'albero.
Ecco che quindi il pugno avanza, anche se la spalla è rilassata e quindi non la sto affatto usando.
Stessa cosa deve valere per i muscoli antagonisti, cioè quelli che mi permettono di fare il movimento contrario, ergo, nel caso del bicipite, l'antagonista è il tricipite.
Il bello è quando si arriva a colpire il bersaglio, devo "sentire" l'energia che esce lalle due nocche, quando la sento vicino al massimo, opero il richiamo con i muscoli antagonisti, il ritardo tra l'intenzione e l'azione, mi permette di scaricare la massima ENERGIA possibile.
Infatti noi sappiamo che fa più male una frusta che un bastone, ed il motivo è qui, cioè se l'azione è più rapida della reazione, il bersaglio si ciuccia tutte e due le energie.
Motivo per cui, la pelle colpita dalla frusta, sembra "scoppiata in fuori".
A livello strettamente tecnico, mi sembra che ci ho messo tutto.
Il brutto è ora, chedevo spiegare "quello che si sente ma non si vede"
Io devo partire con il pugno, "sapendo" che lo stesso si pianterà DENTRO il bersaglio per tot cm.
Lo faccio partire, sentendo l'energia che mi risale da dentro, come una manichetta in pressione, l'energia viene direzionata dall'anca, bypassa l'articolazi0ne della spalla e prosegue.
Il braccio si sta già distendendo e l'energia sembra quasi superarlo, ma arrivano insieme.
Ecco, tutta l'energia esplode dalle due nocche sul bersaglio, la sento quasi tangibilmente.
Nell'istante in cui la sento uscire dalla pelle, richiamo il pugno, e tutta l'energia rimane fuori, la reazione arriva quando io sono "già uscito", anche se in definitiva, il pugno è entrato di nemmeno un cm.
Facendo kumite con i miei, mi è capitato di mettere del kime nei colpi, ma intenzionalmente, li richiamavo subito prima "dell'emissione di energia, tutti mi hanno detto di una strana sensazione, come di un qualcosa di tangibile che entrava e poi si dissolveva uscendo.
Ma non hanno mai saputo identificare o paragonare ad altro questa sensazione.