In attesa che John torni fra noi, provo a risponderti io.
Diciamo che la parola chiave è appunto "commando".
Con questo attributo si vuole definire una variante specifica del KM "originale", la cui nascita è datata più o meno intorno agli anni settanta, e che è stata resa "pubblica" anche ai civili poco dopo il 2000. Che l'artefice sia Moni aizik, lo sanno ormai anche i sassi.
Fra gli elementi che dovrebbero fare la differenza con il KM "originale" ci sono:
- maggior enfasi sulla prevenzione, sull'esigenza di autoprotezione, e sul rapido disingaggio
(evitare, gestire la situazione e contenere il danno, allontanarsi subito appena ci si è messi in salvo)
- maggior grado di "adattabilità" al singolo praticante
(la tecnica deve essere il più possibile "universale")
- maggior "apertura" ad altri sistemi di combattimento
(non fossilizzarsi sul background "istituzionale" degli istruttori/fondatori storici della disciplina ma integrarlo, sempre nei limiti del possibile e dell'utilità pratica a breve termine)
- maggiore necessità di "aggiornamento" periodico del proprio corpus tecnico
(studio statistico di dati reali: rapporti ufficiali di eventi criminosi, violenti, infortunistici ecc)
- una più o meno marcata divergenza "filosofica" su alcune cose del combattimento corpo a corpo
(c'è chi si concentra sull'arma, chi la ignora e colpisce chi la impugna, chi enfatizza le soluzioni alternative come giocarsela psicologicamente, scappare, usare armi improprie e altre soluzioni "non convenzionali")