Taiji concepts

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Offline Darth Dorgius

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Taiji concepts
« on: June 18, 2011, 09:49:39 am »
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Prendendo ispirazione da questa domanda posta da ShenJin nell'altro thread:

C'è poi da dire una cosa: un conto è considerare il TJQ in quanto arte "in sè"nella sua evoluzione storica, e un altro è considerarne le ragioni di fondo (i famosi o famigerati "principi") ...
Forse un approccio del tipo "Tai ji concepts", per quanto inadeguato non potrebbe rendere più facile la comprensione ai praticanti d'altra tradizione, in modo da liberare il campo dal ciarpame e dai fraintendimenti e favorire un confronto su termini condivisi?
che ne dite?

Devo dire che l'approccio che proponi mi pare abbastanza... corretto[1]? Intendo dire che, bene o male, "Taiji Concepts" può significare "tutto o niente", però è un chiaro percorso di ricerca in cui chi, non potendo fare diversmente (come potrei essere spinto anch'io a fare, per esempio), prende insieme "pezzi" ispirati da un maestro o l'altro e li "assembla". In tutto questo processo ciò che conta soprattutto è che la cosa funzioni (verifiche anche con praticanti di altri stili sull'effettiva efficacia di ciò che si fa).

Certo è che, a quel punto, quelli che vengono enunciati come principi sono la personale interpretazione di tali principi (un po' come succede nel JKD concepts). Il che, dal mio punto di vista, non è male (marzialmente parlando). :)

Che ne pensate voi? Se si chiamassero tutte le scuole moderne di taiji semplicemente "taiji concepts"?
 1. Lo so, non è un granché come termine...
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Offline Yuen-Ming

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Re:Taiji concepts
« Reply #1 on: June 18, 2011, 13:30:23 pm »
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Non vedo la necessita', ognuno e' libero di chiamare quello che fa "Taiji" o qualsiasi altra cosa cosi come ogni altro ha la liberta' di essere d'accordo o meno esprimendo educatamente il proprio parere e/o tenendoselo per se.

Tanto nessuno cambia idea, se non ha gia' maturato un certo livello di 'rivoluzione interiore' ed esperienza, e nessuno pensa di stare dalla parte del torto ma crede di avere il maestro migliore / di praticare l'arte migliore.

YM

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Offline Darth Dorgius

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Re: Taiji concepts
« Reply #2 on: June 18, 2011, 16:02:37 pm »
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Hmmmm... In realtà così ad occhio, penso siano pochi quelli che pensano di praticare "l'arte più figa col maestro più figo". Almeno, mi pare di aver capito che un po' tutti siano in continua ricerca.

Proprio ShenJin infatti mi pare indicasse questo percorso come necessità[1], non avendo possibilità di percorrere altre vie.


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 1. intendo dire che possiamo apprendere solo dalle persone che conosciazmo e solo se queste sono disposte ad insegnare
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Offline Ván

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Re:Taiji concepts
« Reply #3 on: June 18, 2011, 16:17:22 pm »
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Penso non sia un caso se molte palestre di TJQ in Italia si chiamano ''centro studi'' o ''centro ricerca''.
In ogni caso, nella mia pratica mi ritrovo in questi principi. Ciò non significa che sia minimamente in grado di rispettarli, ma spiegano abbastanza bene ciò che cerco d'insegnare al mio corpo con la pratica:

Spoiler: show
I Dieci Principi Fondamentali del Taiji Quan

Spiegati da Yang Ch'eng Fu
e trascritti da Ch'en WeiMing

1. Essere vuoti, avere la mente pronta e l'energia alla sommità del capo (Hsù Ling Ting Chin).
Per avere l'energia (Chin) alla sommità del capo (Ting) bisogna tenere la testa e la faccia ben diritte in modo che l'energia mentale (Shen) raggiunga il punto più alto (BAI HUI).
Ma non bisogna usare forza muscolare (Li) altrimenti il collo si irrigidirebbe ostacolando la circolazione del sangue e del Qi.
La mente deve essere vuota (Hsii) e pronta (Ling) in maniera naturale. Se la mente non è vuota, pronta e se l'energia (Chin) non è alla sommità del capo, è impossibile risvegliare lo spirito di vitalità (Ching Shen).

2. Tenere rientrato il petto e stirare la schiena (Han Hsiung Pa Pei).
Tenere rientrato (Han) il petto (Hsùn) significa tenerlo (naturalmente) un poco in dentro in modo, da facilitare la discesa e la concentrazione del Qi nel Tan Tien.
Evitate di gonfiare il torace altrimenti il Qi si concentrerà nel petto; la parte superiore del vostro corpo diventerà allora pesante e quella inferiore leggera.
Ciò farà perdere la stabilità ai vostri piedi. Per stirare (Pa) la schiena (Pei) bisogna far aderire a essa il Qi. Se teniamo rientrato il petto la nostra schiena si stirerà naturalmente e potremo emettere forza (Li) dalla colonna vertebrale. Saremo allora "senza rivali".

3. Rilassare la vita (Sung Yao).
La vita (Yao) è la guida di tutto il corpo. Se la vita è rilassata (Sung) i piedi sono saldi e il bacino è stabile.
I passaggi da pieno (Shih) a vuoto (Hsù) e viceversa derivano da rotazioni della vita.
Per questo motivo è stato detto che la vita è il centro di comando di ogni movimento.
Se (durante la pratica) non vi sentite a vostro agio cercate la causa di ciò nella posizione della vita e delle gambe.

4. Distinguere il vuoto e il pieno (Fen Hsù Shih).
La distinzione (Fen) fra vuoto (Hsù) e pieno (Shih) è il principio fondamentale del Taiji Quan.
Se il peso del corpo è appoggiato sulla gamba destra si dice che questa è piena, mentre la gamba sinistra è vuota.
Se invece il peso del corpo poggia sulla gamba sinistra, questa è piena mentre la destra è vuota.
La differenziazione fra pieno e vuoto ci permette di eseguire senza sforzo movimenti leggeri (Ch'ing) e agili (Ling).
In caso contrario gli spostamenti diventano pesanti e goffi. Il corpo manca allora di stabilità e si può facilmente venir squilibrati da una trazione dell'avversario.

5. Abbassare le spalle e far scendere i gomiti (Ch'en Chien Chui Chou).
Per abbassare (Ch'en) le spalle (Chien) bisogna rilassarle e lasciarle cadere.
Se non le rilassiamo e non le lasciamo cadere esse saranno sollevate e ciò provocherà una salita del Qi. L'intero corpo sarà allora senza forza (Li).
Per far scendere (Chili) i gomiti (Chou) bisogna rilassarli e tenerli bassi.
Tener sollevati i gomiti rende impossibile l'abbassamento delle spalle. Non riusciremo allora a spingere lontano l'avversario e le nostre tecniche saranno simili a quelle utilizzate dagli stili esterni che utilizzano una forza interna (Chin) discontinua.

6. Usare il pensiero e non la forza muscolare (Yung I Pu Yung Li).
Un trattato di Taiji afferma che dobbiamo usare (Yung) il pensiero (I) e non la forza muscolare (Li). Nella pratica del Taiji tutto il corpo deve essere rilassato.
Dobbiamo eliminare ogni forma di energia (Chin) grossolana che crea blocchi nei legamenti, nelle ossa e nei vasi ostacolando ogni movimento.
Potremo allora passare da un movimento all'altro in maniera leggera (Ch'ing), agile (Ling) e potremo ruotare il corpo con naturalezza.
Alcuni si chiedono come sia possibile essere forti senza usare forza muscolare (Li).
I meridiani del corpo sono qualcosa di simile ai canali della terra. Se i canali non sono ostruiti l'acqua scorre liberamente. Analogamente se i meridiani sono aperti il Qi circola.
Se invece una forza rigida ostruisce i meridiani, la circolazione del sangue e del Qi viene ostacolata; i movimenti circolari non risulteranno più agili e basterà essere tirati per un capello per perdere l'equilibrio con l'intero corpo.
Se d'altra parte, invece di usare la forza muscolare (Li) usiamo il pensiero (I), potremo far andare il Qi fin dove è arrivato il pensiero. Il Qi e il sangue circoleranno allora in tutto il corpo senza interruzioni. Dopo una lunga pratica si arriverà ad acquisire la vera forza interna (Nei Chin) e proprio questo è il significato della seguente affermazione che si trova in un trattato di Taiji:
"Estrema morbidezza porta a estrema durezza".
Le braccia di un esperto (Kung Fu) di Taiji dall'esterno appaiono morbide (Mien), ma all'interno sono come il ferro e sono estremamente pesanti.
Coloro che praticano gli stili esterni (Wai Chia) appaiono forti nel momento in cui utilizzano la forza (Li), ma nei momenti in cui non la utilizzano essi sono leggeri e instabili; la loro forza si vede esternamente, è solo superficiale.
Se usiamo unicamente la forza muscolare (Li) e non il pensiero (I) l'avversario ci potrà facilmente manipolare, cosa non degna di menzione.

7. Accordare la parte superiore con quella inferiore (Shang Hsia Hsiang Sui).
Accordare (Sui) entrambe (Hsiang) le parti del corpo, quella superiore (Shang) con quella inferiore (Hsia) è l'applicazione di ciò che viene detto in uno dei trattati di Taiji:
"La forza interna (Chin) ha la radice nei piedi, si sviluppa nelle gambe, è controllata dalla vita e sì manifesta nelle dita. I piedi, le gambe e la vita devono essere unificati da un unico flusso di Qi".
Bisogna (cioè) che le mani, la vita e i piedi si muovano in perfetto accordo e così pure l'energia degli occhi (Yen Shen).
Questo è il significato di "accordare la parte superiore con quella inferiore".
Se una sola parte del corpo non si muove con il resto vi sarà confusione e mancanza di coordinazione.

8. Unire la parte esterna con quella interna (Nei Wai Hsiang Ho).
Scopo del Taiji è coltivare l'energia spirituale e mentale (Shen).
Ecco perché è stato detto: "Shen è il padrone mentre il corpo è il servitore".
Se lo spirito di vitalità (Ching Shen) viene attivato, i movimenti diventano naturali, leggeri (Ch'ing) ed agili (Ling).
Le posture non sono costituite che da un insieme di vuoti (Hsù) e pieni (Shih), di aperture (K'ai) e chiusure (Ho).
Quando parlo di apertura non mi riferisco esclusivamente a un'azione di apertura eseguita dalle mani o dai piedi, ma anche alla mente che contemporaneamente ha l'intenzione di "aprire".
Analogamente un movimento di chiusura non è solo un'azione di mani e piedi, ma deve intervenire anche la mente che pensa intenzionalmente di "chiudere".
Se uniamo (Ho) entrambe (Hsiang) le parti, quella interna (Nei) con quella esterna (Wai) tramite un unico flusso di Qi, non vi sarà alcuna interruzione.

9. Due cose: continuità e nessuna interruzione (Hsiang Lien Pu Tuan).
Gli stili esterni (Wai Chia) utilizzano un'energia (Chin) grossolana e non quella "del tempo anteriore alla nascita".
Vi saranno allora degli inizi e delle fini, dei concatenamenti e delle rotture (dell'energia).
Si può facilmente essere battuti nel momento in cui la vecchia forza (Li) muore e quella nuova non è ancora nata. Ma nel Taiji si impiega il pensiero (I), non la forza muscolare (Li).
Di conseguenza tutto fluisce senza interruzioni dall'inizio alla fine; i movimenti sono continui, circolari e legati fra di loro senza discontinuità.
A questo proposito i trattati classici dicono: "La Lunga Boxe è simile al flusso incessante di un lungo fiume o al moto delle onde di un grande mare", e ancora: "Applicate la forza interna (Chin) con continuità come se dipanaste un filo di seta dal bozzolo".
Questi paragoni stanno a significare che tutti i movimenti devono essere unificati da un solo flusso di Qi.

10. Cercare la calma nel movimento (Tung Chung Ch'iu Ching).
I praticanti degli stili esterni danno importanza ai salti e alle proiezioni; alla fine dell'allenamento essi hanno esaurito sia la loro forza (Li) sia il loro fiato (Ch'i) e sono pertanto ansimanti.
Nel Taiji la calma (Ching) dirige il movimento (Tung); in altre parole bisogna rimanere tranquilli anche quando ci si muove.
Ecco perché è meglio eseguire il concatenamento delle posture il più lentamente possibile. Eseguendo lentamente i movimenti, la respirazione diventa lunga e profonda, il Qi scende nel Tan T'ien e si evita l'effetto dannoso di pulsazioni troppo rapide.
Gli allievi che si applicano per capire tutto ciò arriveranno ad afferrare il significato delle mie parole.
suddently... life has new meaning.

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Offline Yuen-Ming

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Re:Taiji concepts
« Reply #4 on: June 18, 2011, 16:26:23 pm »
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Penso non sia un caso se molte palestre di TJQ in Italia si chiamano ''centro studi'' o ''centro ricerca''.

In realta' secondo me e' solo una moda, tutti si auto-definiscono "ricercatori" anche se il massimo della ***ricerca*** si limita ad inserire una string su Google ...

YM


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Offline Darth Dorgius

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Re: Taiji concepts
« Reply #5 on: June 18, 2011, 16:34:05 pm »
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Moda mi sembre eccessivo.... Io parlerei di vera e propria 'esigenza'. :)

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Offline Yuen-Ming

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Re: Taiji concepts
« Reply #6 on: June 18, 2011, 16:55:49 pm »
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Moda mi sembre eccessivo.... Io parlerei di vera e propria 'esigenza'. :)

A mio parere e' solo fantasia, generata dalla troppa informazione ricevuta "comodamente seduti al proprio PC"

Un tempo si sapeva a malapena come si scrivesse "Taijiquan" ed i pochi che avevano sentito nominare Yang Chengfu ritenevano fosse un semi-dio dotato di poteri paranormali e probabilmente ancora vivo su un'isola lontana con Elvis Presley e Bruce Lee.

Oggi si passano le ore su youtube a "ricercare" tutte le varianti della famiglia Yang, si leggono riviste pubblicate dall'altra parte del mondo in tempo reale e si scambiano messaggi con mezzo mondo.
Sempre comodamente seduti al PC.

Tutto questo "sapere" genera curiosita' e la "ricerca" del maestro migliore, del lineage puro e della derivazione piu' "ortodossa" ... ma naturalmente si resta con il comodo maestro sotto casa che, se criticato da altri, si difende a spada tratta proprio con le "informazioni" trovate sul web.

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Offline Darth Dorgius

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Re:Taiji concepts
« Reply #7 on: June 18, 2011, 16:58:58 pm »
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Sul fatto che ci sia troppa informazione in merito, sono d'accordissimo. :)
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Offline Rev. Madhatter

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Re: Taiji concepts
« Reply #8 on: June 18, 2011, 17:04:18 pm »
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Moda mi sembre eccessivo.... Io parlerei di vera e propria 'esigenza'. :)

A mio parere e' solo fantasia, generata dalla troppa informazione ricevuta "comodamente seduti al proprio PC"

Un tempo si sapeva a malapena come si scrivesse "Taijiquan" ed i pochi che avevano sentito nominare Yang Chengfu ritenevano fosse un semi-dio dotato di poteri paranormali e probabilmente ancora vivo su un'isola lontana con Elvis Presley e Bruce Lee.

Oggi si passano le ore su youtube a "ricercare" tutte le varianti della famiglia Yang, si leggono riviste pubblicate dall'altra parte del mondo in tempo reale e si scambiano messaggi con mezzo mondo.
Sempre comodamente seduti al PC.

Tutto questo "sapere" genera curiosita' e la "ricerca" del maestro migliore, del lineage puro e della derivazione piu' "ortodossa" ... ma naturalmente si resta con il comodo maestro sotto casa che, se criticato da altri, si difende a spada tratta proprio con le "informazioni" trovate sul web.

YM

Ed ecco yuen-ming che con eleganza entra in affondo e colpisce il suo avversario,l'italianissimo "Praticante Medio" diritto al cuore!

Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
(A. S. LaVey )

il test d'ingresso funziona così
"ISCRIVITI GRATIS
va bene
SONO CENTO €
ma avevate detto gratis
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se ti lamenti, non sei adatto ad essere munto, altrimenti cerimonia del the in arrivo e tutti col collo gonfio ad accoglierti

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re:Taiji concepts
« Reply #9 on: June 18, 2011, 17:09:00 pm »
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Non tutti usano le tue armi cappellaio   :P


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Offline Yuen-Ming

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Re: Taiji concepts
« Reply #10 on: June 18, 2011, 17:16:25 pm »
0
Ed ecco yuen-ming che con eleganza entra in affondo e colpisce il suo avversario,l'italianissimo "Praticante Medio" diritto al cuore!

Non e' un problema di affondi, rispondevo alla tesi proposta da Dorje che parlava di
Quote
un chiaro percorso di ricerca in cui chi, non potendo fare diversmente (come potrei essere spinto anch'io a fare, per esempio), prende insieme "pezzi" ispirati da un maestro o l'altro e li "assembla"
semplicemente spiegando che questa "spinta" deriva dalle fantasie lette sul web o viste su youtube, non di solito da una sincera volonta' di apprendere

Perche' altrimenti anche 30 anni fa sarebbero stati tutti "ricercatori", ed invece ognuno si faceva i fatti suoi e praticava senza troppi problemi ... spesso in maniera piu' dedicata e seria di quanto non si faccia oggi passando da una scuola all'altra con il solo scopo di praticare la linea "meno nota" o dal lineage piu' interessante

Ma si sa, oggi fa piu' colpo dire di derivare da Banhou :)

YM

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Offline Darth Dorgius

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Re: Taiji concepts
« Reply #11 on: June 18, 2011, 17:25:27 pm »
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Però stai sollevando un'altra questione importante, YM... Parli di persone che cambiano maestro e/o scuola (cosa che ho fatto pure io più volte, quando ancora mi dedicavo a stili cinesi). So che, da un punto di vista tradizionale, è un atteggiamento poco corretto. Ma cosa resta da fare ad un praticante quando capisce di non far altro che agitare le mani e che la pratica non lo sta portando da nessuna parte?

Ovviamente non sto parlando della massa di praticanti. Il discorso moda in quei casi mi va bene. Parlo di quei pochi che vorrebbero accedere ad insegnamenti corretti: quali alternative rimangono?

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Offline Rev. Madhatter

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Re: Taiji concepts
« Reply #12 on: June 18, 2011, 17:28:09 pm »
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Non e' un problema di affondi, rispondevo alla tesi proposta da Dorje che parlava di
Quote
un chiaro percorso di ricerca in cui chi, non potendo fare diversmente (come potrei essere spinto anch'io a fare, per esempio), prende insieme "pezzi" ispirati da un maestro o l'altro e li "assembla"
semplicemente spiegando che questa "spinta" deriva dalle fantasie lette sul web o viste su youtube, non di solito da una sincera volonta' di apprendere

Perche' altrimenti anche 30 anni fa sarebbero stati tutti "ricercatori", ed invece ognuno si faceva i fatti suoi e praticava senza troppi problemi ... spesso in maniera piu' dedicata e seria di quanto non si faccia oggi passando da una scuola all'altra con il solo scopo di praticare la linea "meno nota" o dal lineage piu' interessante

Ma si sa, oggi fa piu' colpo dire di derivare da Banhou :)

YM

Rilevavo,con il mio registro da duellante verbale, che l'analisi era molto lucida e stringente  ;)
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
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ma avevate detto gratis
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Offline Yuen-Ming

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Re: Taiji concepts
« Reply #13 on: June 18, 2011, 17:41:33 pm »
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Però stai sollevando un'altra questione importante, YM... Parli di persone che cambiano maestro e/o scuola (cosa che ho fatto pure io più volte, quando ancora mi dedicavo a stili cinesi). So che, da un punto di vista tradizionale, è un atteggiamento poco corretto. Ma cosa resta da fare ad un praticante quando capisce di non far altro che agitare le mani e che la pratica non lo sta portando da nessuna parte?

Ovviamente non sto parlando della massa di praticanti. Il discorso moda in quei casi mi va bene. Parlo di quei pochi che vorrebbero accedere ad insegnamenti corretti: quali alternative rimangono?

Il problema che cercavo di far notare e' che la supposta mancanza di "insegnamenti corretti" nasce soltanto da tutta questa *informazione* che ci arriva principalmente dal web. Di solito infatti chi si mette come dici "alla ricerca" nel tentativo di "assemblare pezzi da vari maestri" lo fa proprio perche' scopre (sempre dal web) che nella sua scuola manca "il fajin", una certa forma, un dato esercizio .... non tanto perche' si sia impegnato SUFFICIENTEMENTE a fondo nel materiale che gli e' stato trasmesso ed abbia compreso che non sia meritevole!

Poi alla fine della fiera scopri che tutti questi "ricercatori" che hanno "assemblato pezzi e bocconi delle pratiche segrete" da tutti i cinesi che gli sono capitati a tiro nei vari seminari all'atto pratico non valgono la meta' dei ragazzi che trenta anni fa si facevano un mazzo tutte le sere con il maestro siciliano di "spaghetti kung fu" che tutti all'epoca abbiamo frequentato.

Il problema non e' cambiare maestro, cosa assolutamente "tradizionale" se vuoi, ma il farlo se lo scopo e' di migliorare (marzialmente parlando) soltanto quando abbiamo gia' raggiunto il suo livello e non ha piu' nulla da insegnarci.

E non perche' gli manca la forma segreta

YM


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Offline Darth Dorgius

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Re: Taiji concepts
« Reply #14 on: June 18, 2011, 17:43:35 pm »
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Ok, ora ho capito cosa intendi! :)

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