Muteki... Sei un grandissimo...
Le parti che mi sono risultate piú interessanti...
--- Se si è umili, gli avversari perdono la volontà di attaccare.
– In Giappone c'è perfino chi afferma che i kata non servano...
--- Higaonna: Questo perché non hanno mai sperimentato veramente i kata. Io sono ancora inesperto,
ma se cerco di praticare un kata fino in fondo, mi accorgo che per ogni tecnica, ma anche solo per le
posizioni, emergono aspetti mentali, fisici, medici, tecnici e molto altro ancora.
Non importa che il kata serva o meno: il punto è che dal punto di vista del rafforzamento sia
difficile tirare fuori la giusta forza, mentre se ci si trovasse ritti a muoversi normalmente, la si
tirerebbe fuori.
– Quindi si tratta di rendere i corpi adatti a servirsi delle tecniche!
--- Higaonna: Proprio così. E a seconda di come lo si comunichi, per quanto non lo si possa vedere con
gli occhi ci si rafforza sia nella mente che nel corpo.
– L'altro giorno il Maestro Shimabukuro affermava che: “Le tecniche sono mutevoli. Perfino
il kihon (la base, ndt) contenuto nei kata, una volta che sia stato bene appreso, può essere
applicato in vari modi a seconda delle circostanze. Se i kata servano o meno, se siano
applicabili o meno, è un modo di vedere le cose sorprendentemente superficiale”.
--- Higaonna: Esatto. È proprio così! Le forme interne ai kata sono forme di base di determinate
tecniche, e non si usano così come sono. Da me abbiamo suddiviso i kata: ci sono i bunkai del
kihon, i bunkai tradizionali, i bunkai applicativi. Dipende dal livello di chi li sta apprendendo. E
questo perché le tecniche mutano a seconda dell'avversario. Cambiano anche solo a seconda che
questi sia grosso o minuto. Pertanto non possiamo dire cose come “questa tecnica si usa così”. Non
avrebbe senso.