Ce la fai a leggere tutta la risposta senza fermarti alle prime righe?
Hanno meno accesso ai medici....ma com'è che i giainisti indiani campano 100 anni anche senza medici?
Intendi i giainisti nel loro complesso come gli Inuit nel loro complesso muoiono a 40? Inizio ad avere qualche dubbio sulla fondatezza di certe asserzioni assolute.
Vogliamo mettere le condizioni di vita?
Ma hai letto quanto si dice circa la presunta pericolosità della loro dieta o ti sei fermata alle parti in italiano?
In Sardegna c'è la più alta percentuale di centenari al mondo (perché scomodarsi per andare fino in India?) e si sospetta che la causa sia un felice incontro tra la predisposizione genetica e farevoli condizioni ambientali.
Non penso siano tutti vegetariani...
Vabbé ecco il pezzo:
La Sardegna è considerata la zona del mondo con la più alta percentuale di persone che hanno più di 100 anni. Sull’isola vivono più di 200 centenari, cioè 135 per milione di abitanti, mentre la media mondiale è di 60-70 per milione. E’ ovvio quindi che scienziati di tutto il mondo desiderino studiare il Dna dei sardi.
Da recenti studi è emersa la possibilità che sia una particolare selezione genetica causata probabilmente dalla malaria e dal secolare e naturale isolamento dei sardi uno degli elementi che hanno dato origine a questo fenomeno. Una ricerca svolta dall'Università di Sassari ha messo infatti in evidenza un’altra particolarità della popolazione sarda. Mentre nel resto del mondo si trova un centenario ogni 4 centenarie in Sardegna il rapporto è di due a uno. Nella provincia di Nuoro il rapporto maschi-femmine centenari è addirittura di 1 a 1. Ed è proprio la longevità maschile che caratterizza la Sardegna e fa salire la percentuale di centenari.
Nonostante l'origine della longevità dei sardi risieda sicuramente nel loro DNA, gli studiosi ritengono di particolare rilevanza anche lo stile di vita e le caratteristiche ambientali. Sarebbe quindi l’interazione tra questi fattori la formula che permette ai centenari sardi di vivere a lungo e in salute. Ad esempio nell'isola, specialmente nei centri più piccoli, sono ancora molto sentiti il rispetto e la cura dell’anziano, e questo sembra avere un’influenza positiva sulla longevità che viene confermata da una bassa percentuale di centenari nelle città a fronte di un’alta percentuale nei centri sotto i tremila abitanti.
(Fonte:
http://cla.uniss.it/italianoL2/sardi/longevita.htm)
Ah,
uniss vuol dire Università di Sassari
Interessante come controrisposta
Spero non si vada avanti su questo nuovo "registro" di discussione, altrimenti fra 2 o 3 post si arriverà a consigliare il fumo perché "mio nonno è campato 98 anni e fumava un pacchetto al giorno".
Un nonno non fa statistica. Una popolazione intera magari sì (e loro, come si legge, fumano tantissimo in percentuale molto alta).
Sulla questione della presunta assenza dei medici trai i giaina (perché anche questa è un'affermazione che deve essere corretta) ci torno tra poco.
Tempo fa ho scaricato aggratis il manuale di istruzioni in pdf (scritto in inglese) della tecnica che uno scienziato indiano giaina (dico "scienziato" perché mi pare sia un ingegnere elettronico che ha fatto parecchia ricerca) ha sviluppato dopo anni di studi dei testi tradizionali inglesi.
Praticamente insegna come nutrirsi della luce solare senza aver bisogno di altro.
Questo è veramente avere un bassissimo impatto ambientale, altro che torturare carote e sedani innocenti strappandoli crudelmente dalla terra.
Sono una novantina di pagine ed è descritta la tecnica progressivamente passo passo.
Peccato che a me piaccia mangiare, altrimenti l'avrei già provata
.
Tra l'altro i giaina non è che seguano una peculiare dieta per motivi salutistici: è la loro religione che glielo impone in base al primo principio del codice etico del giainismo (ahinsa, cioé la non violenza).
Ah, sulla questione dei medici che non ci sono presso i giaina, da insegnante di massaggio ayuervedico posso
forse dire la mia per tutta la ricerca e lo studio che ho fatto (e per quanto ho verificato di persona con i miei insegnanti indiani e per quanto mi ha raccontato la mia dana che è stata diverse volte e per diverso tempo in diverse parti dell'India).
E' un'altra affermazione esagerata, dato che se parliamo di medici allopatici secondo la nostra concezione di medicina occidentale, allora posso anche essere d'accordo.
Peccato però che in India, praticamente presso ogni villaggio ci sia una persona esperta in medicina ayurvedica.
Ora, il concetto di medico ayurvedico è esattamente l'opposto di quello del medico nostro, quello occidentale.
Da noi, una persona va dal medico quando ha dei sintomi conclamati, mentre in India, un medico ayurvedico ha il compito di far sì che le persone restino in salute e non si ammalino. Come?
Con la pulsologia, ovvero l'analisi del polso in base alla quale, oltre a predeterminare la prakriti dell'individuo, ovvero la sua costituzione doshica, ovvero le sue caratteristiche psico-fisiche energetiche, dà dei consigli per far sì che la proporzione tra le 3 energie (vata, pitta e kapha) che compongono l'individuo in diversa percentuale, sia mantenuta correttamente.
Se una persona si ammala, allora il medico ayurvedico ha fallito.
Tra l'altro, per la medicina ayurvedica, ci sono 6 stadi di sviluppo della malattia.
Con la pulsologia e altre analisi fisiche, il medico è in grado di prevenire un particolare disturbo, prendendolo anche fin dalla prima fase (sanchaya = accumulo) o seconda (prakopa = aggravamento) fase.
Da noi si arriva dal medico quando il disturbo è conclamato (vyakti), che sarebbe la quinta fase (la sesta è la cronicizzazione -bheda-).
Un po' tardi dal punto di vista ayurvedico...
Ad ogni modo, trovo normale che i giaina vivano a lungo in virtù della frugalità della loro dieta, nel senso che mangiano poco, dato che in parecchi esperimenti in laboratorio si è visto come i topolini che avevano una dieta del 20% inferiore alla media, campassero più a lungo.
Il motivo viene attribuito al fatto di impegnare l'apparato digerente per meno tempo.
Ti allego il link ad una notizia simile (quella originale dei topi non l'ho trovata perché è passato troppo tempo e penso di averla letta su supporto cartaceo)
http://news.paginemediche.it/it/230/ultime-notizie/nutrizione-e-scienze-dellalimentazione/detail_122517_ecco-perche-mangiare-meno-allunga-la-vita.aspx?c1=25Ti pregherei di notare la parte che ti copio e incollo per tua comodità:
"Non ha importanza quale dieta si segue, se si riducono proteine, carboidrati o grassi", ha spiegato Mobbs.
"Quello che conta - ha continuato - è la riduzione complessiva delle calorie. Poche calorie, infatti, promuovono un fattore di trascrizione chiamato CREB-binding protein (CBP). Questo fattore controlla l'attività dei geni responsabili delle funzioni cellulari e dell'invecchiamento delle cellule".Ma chi è questo Mobbs che si permette di dire queste cose?
Ciarls Mobbs, professore di neuroscienze e geriatria della Mount Sinai School of Medicine, e a capo dello studio pubblicato sulla rivista PLoS Biology.Mica cotiche