Non sono daccordo.
Bisogna distinguere un contesto estremo con una situzione chiamiamola "ad alto rischio" da un contesto "normale" dove si ha il tempo e la luciditá mentale per affidarsi alla tecnica.
Non é la prima volta che un marzialista prende un sacco di botte per strada, proprio perché in palestra/ring il contesto é molto diverso dalla strada. Questo non perché l'aggressore é tecnicamente piu bravo del marzialista, ma perché probabilmente QUEL marzialista non ha avuto una reazione "adeguata" al contesto e non ha saputo appellarsi alle sue abilitá nel combattimento.
Sì ma qui non si parla nè di arti marziali nè di situazione di stress. Bohr non prende in considerazione questo, ma uno stato di pari contrasto fra le parti, sia fisico che mentale, e ti dice che comunque vada appena tu mi dai l'impulso iniziale io ti frego e arrivo prima. SEMPRE.
Cosa su cui non convergo.
Perchè allora presi due pugili in stato di quiete ed obbligando uno dei due a rispondere solo su primo impulso dell'altro, dai per veritiero il fatto che il partente incassa e non arriva mai e che il secondo è avvantaggiato. Può succedere, ma non è una legge...inoltre più aggiungi fattori (finta, bravura, pressione psicologica, ecc) questa affermazione di Bohr fa acqua da tutte le parti.
Tu mi stai facendo una congrua osservazione di carattere psicologico, mentre Bohr ne fa una base di coscienza motoria dandola per indiscutibile.
L'esempio del marzialista è debole. Come sai queste cose andrebbero valutate statisticamente ed inoltre non esiste preparazione che tenga, nè tecnica nè psicologica se l'aggressione è premeditata ed improvvisa.
Se mi fai inoltre questo discorso, stai dando ragione a me e torto a Bohr che sostiene sostanzialmente il contrario. Ovvero che l'aggressore è svantaggiato perchè il difensore agirebbe solo d'impulso...quando la legge per eccellenza è quella di agire mentalmente e conseguentemente tecnicamente per primi.