C' un interessante libro di henry plee che spiega alcuni approcci psicologici atavici in base allo scontro. Da questo punto di vista è veramente molto istruttivo.
Se il marzialista si dovesse basare su quello che fa l'avversario, accadrebbe come nel duello: chi estrae per primo (a parità di tecnica) sopravvive.
L'istinto in realtà non esiste. E' in forse perfino per gli animali, in quanto non si sa se il procedimento sia come quello umano o appreso geneticamente come sarebbe prerogativa dell'istinto come lo consideriamo comunemente.
L'istinto nell'uomo è quello, semmai, di sopravvivere, come tutti gli animali, caratteristica obiettivamente affievolita nel corso dei secoli.
Quello che si confonde per istinto, è semplicemente interiorizzazione della tecnica, ovvero ripetizione del gesto motorio, atta a costruire un'esperienza. Quindi automatismo.
Se per dieci anni picchi una persona, appena alzi una mano anche per indicare, quella si rannicchia impaurita...l'esperienza ha scolpito in maniera (quasi) indelebile un automatismo riflesso.