CLOUD ATLAS: la superflua recensione
Romanzo virtuoso quello di David Mitchell.
Non senza una punta di compiacimento letterario.
Il ragazzo ama scrivere e si vede. Ma ancor di più, il ragazzo (classe '69) ama leggere. Voracemente ingurgita e regurgita generi distanti riuscendo a collegarli, strizzando l'occhio a scrittori celebri che egli stesso non manca di omaggiare nel suo stesso libro. Tra questi Italo Calvino e il suo "Se Una Notte D'Inverno Un Viaggiatore..".
Gli si perdona qualche passo oscuro, in equilibrio tra più stili narrativi e curiosi di vederlo cadere nel messaggio nascosto dietro ogni storia.
Deja Vù? Forse qualcuno, d'altronde l'intero romanzo lo è di continuo e come stesso lui ammette: "come se l'arte fosse una questione di 'cosa' e non di 'come' ".
Uno schiaffo in pieno viso, la trama si rivela come una ferocissima e raffinata critica all'umanità. Diversa ma uguale. In modi diversi e secondo sfumature diverse sempre ripetitiva. Il violento che sopraffà il pacifico, il forte che si approfitta del debole, i pochi che soccombono ai molti, in ogni tempo, in ogni luogo, in ogni situazione... "il forte mangia il debole" o peggio "mangia o sarai mangiato".
Cinico? Un pizzico, forse, ma finisco subito...
6 storie: una in forma di diario di esplorazione, una corrispondenza epistolare di inizio secolo XX, un'indagine giornalistica fantapolitica, un resoconto farsesco, un'intervista in chiave fantascientifica, un racconto orale postapocalittico; l'una nell'altra come una matrioska, lo scrittore porta avanti il suo assioma secondo stili letterari totalmente diversi, un personaggio trova, legge, osserva, racconta o scrive la storia precedente, la quale si interrompe e poi, come un giro di boa inizia a richiudersi tirandone il finale l'una dall'altra.
Il tempo è un'illusione, la storia è sempre la stessa e al centro di tutto c'è il potere: razziale, economico, sociale, politico, religioso, perpetrato spesso attraverso la menzogna o l'illusione di una falsa realtà. Ogni storia non è esattamente quello che sembrava e dietro la falsa apparenza c'è una verità semplice e primordiale.
Pedante? Mai!
Tutto è raccontato e scritto con estrema ironia e sarcasmo.
Reincarnazione? Forse.. ma è solo un indizio, nessuna risposta certa. Non è il suo scopo. Lo è invece schiaffeggiarci attraverso secoli, generi e stili affondando il dito nella piaga.
Nessuna certezza, solo la volontà di alcuni di non soccombere, di credere in un domani migliore e con coraggio sacrificarsi per gli altri, magari arrivando a capire che oggi puoi essere l'aguzzino per qualcuno, domani potresti esserne la vittima e, come un karma, le azioni non si estinguono mai in se stesse dando vita a una continua danza di causa-effetto che si rincorre ininterrottamente senza inizio e senza fine.
A differenza del film, montato con struttura a mosaico... il libro dà tempo di seguire ogni storia con uno schema 1,2,3,4,5,6,5,4,3,2,1... chiudendo così il cerchio.
Pessimista? Cinico?
Ora posso rispondere. Solo superficialmente.
Esser consapevoli della natura umana, delle sue debolezze, della sua ferocia e delle sue meschinità non esclude l'altruismo, il coraggio e il sacrificio, anche se di pochi. John Donne disse "Nessun uomo è un'isola" e le sue relative azioni non sono mai scollegate da altri. Possiamo smettere di subire il dualismo predatore-preda accettandone i rischi, la frustrazione e l'alienazione che ne comporta. Saremo uno su un milione?
Che importa?
Anche gli oceani sono formati da singole gocce.