Date le dimensioni e le caratteristiche dell'arma, penso sia una cosa bella pesantuccia (ad occhio almeno 1.5kg) e abbastanza sbilanciata in avanti. Per cui, anche se nel video ci sono solo simulacri, le tecniche eseguite solo di polso mi sembrano abbastanza impegnative.
Taluni (questa versione convince abbastanza pure me) considerano che i filippini storicamente avessero avuto più a che fare coi coltellacci dei mercenari tedeschi e italiani, al soldo della corona spagnola, piuttosto che armi più “nobili” (?) della scherma europea.
Beh, nello stile filippino che praticavo c'erano alcune azioni col piatto della lama del machete (venivano mostrate pure col bastone corto ma erano ritenute molto più indicate al machete e in alcuni casi specificati il bastone ne era solo un simulacro) che trovo compatibili alle immagini storiche europee, persino in molti dettagli dei disegni schermistici. Purtroppo trovo poco riscontro invece nelle modalità di applicazione mostrate nelle ricostruzioni del primo video.
Non ho mai fatto caso in palestra al peso delle armi, che fossero bastoni o coltelli o macheti. Per confrontare i pesi tra armi diverse da ignorante li ho sempre afferrati e provato qualche colpo, mai usata la bilancia e ho qualche difficoltà ad avere parametri metrici.
Considera però che a quanto mi sembra di aver capito (nella mia scuola non li ho visti e non so neppure quanto fossero usati nella specifica area geografica di provenienza dello stile) i macheti filippini intorno o superiori a 1,5 kg sono già equiparati alle spade europee ad una mano e mezza, si comincia a supportare l'arma anche con la mano “viva”.
Se non esco dalla misura avversaria, il rinforzo della mia opposizione, di solito sull'arto armato avverso, a me era stato mostrato come una costante anche con "ferri" meno pesanti.
Presumo che nei casi filippini le deviazioni di “polso” e col piatto fossero associate in prevalenza a lame più leggere (a spanne, sotto il kilo?).
Ho scritto polso con le virgolette perchè già dalle prime lezioni, e già con un leggero bastone corto, nella mia scuola era considerato un errore grave e maneggio da majorette non supportare il movimento dell'arma con tutto il nostro corpo.
Anche nel classico colpo ad abaniko (tradotto come ventaglio perchè la rotazione di polso fa disegnare nell'aria all'arma un ipotetico ventaglio), come tutti gli altri colpi la catena cinetica doveva partire dai piedi e dalla conseguente gestione del peso.
Guardando i video di kali in rete dove l'abaniko è mostrato solo come sventagliata di solo polso, sono considerati fatti loro!
Nei casi che avevo visto la deflessione di piatto è comunque complementare dell'uscita. Per noi la geometria d'uscita era a 45° ma per avere più probabilità di riuscita consiglierei quel genere di azioni/deflessioni comunque solo su alcune linee d'offesa dell'opponente (necessitano comunque ottimo colpo d'occhio e tempismo).
C'è da dire che il concetto già dalle prime lezioni per noi era di cercare di imparare e allenare spostamento e opposizione per proteggere la nostra sagoma all'unisono.
Non ci era dato l'onere di scelta dell'amletico
dubbio da marzialista, meglio “schivare o parare?”.
La risposta a noi data era che bisognava imparare e cercare di uscire e opporsi in contemporanea, perchè le due idee accoppiate (supportate dal relativo allenamento) consentono di contrarre un minimo i tempi della nostra difesa. E visto che le armi “viaggiano” molto in fretta, riducendosi i tempi a disposizione per la difesa tocca fare di necessità virtù.
Quindi opposizione e passi andavano a braccetto. Come ovvio c'era l'idea che azioni didatticamente mostrate ampie, per renderle più evidenti e comprensibili all'allievo, al dunque venivano contratte/economizzate.
Per esempio il passo che in fase di studio fai completo e ampio, anche per allenarne l'esecuzione veloce, diventerà un passetto ridotto all'osso per economia e mancanza di tempo a disposizione, pur aiutandoti la gestione del peso e la geometria che lo studio ti avrà fatto migliorare e metabolizzare.