Il KK è nato per la guerra, innegabile, ma dovendo analizzare tutte le variabili che possono fare distinzione tra la vita e la morte in battaglia, ha inglobato nel corso dei millenni tecniche e rituali meditativi che possiedono diciamo molte affinità con lo Yoga. Senza voler togliere nulla all'arte della guerra, io ho delle persone che vengono da me per apprendere la meditazione Vipassanà attraverso lo studio dei Ram Awut. Questa non è gente che combatte, non gliene può fregare di meno, ciononostante sta praticando Danze Meditative e...perchè no anche del Mae Mai Muay Thai o della scherma tailandese. Domanda... Si può scegliere di fare un'arte marziale solo come percorso di crescita spirituale, trascurando volutamente l'aspetto più guerriero e combattivo?
Molto interessante. Se ti va di fare un accenno sul legame con la Vipassanà mi interessa molto.
Una volta io avrei detto di no, oggi invece ho cambiato idea. Rinuncio al concetto dualistico di dire che da una parte ci sta il combattimento, e la meditazione serve come supporto a quello e basta, per me non è più così. E' la disciplina che si plasma sulle necessità e sui bisogni dell'Uomo, non l'uomo che si deve adattare ad essa. Quasi tutta la tecnologia che utilizziamo quotidianamente discende dalle ricerche militari, lo stesso Internet era nato così, ma oggi quella tecnologia può essere ed è utilizzata anche per scopi pacifici, non solo per la guerra... Se la pratica di un'arte marziale non mi rende felice, non mi ci dedico più, mi do agli scacchi piuttosto. Ognuno di noi si avvicina con dei bisogni profondi diversi, è importante saper intercettare quei bisogni e fornire strumenti idonei a soddisfarli. Nel KK sicuramente tutta questa ricchezza c'è, io in altre discipline non l'ho trovata, magari qualcun altro si, buon per lui. Sarebbe ingiusto che io cacciassi via una persona che cerca strumenti di perfezionamento interiore solo perchè la radice della mia disciplina era la guerra ed il massacro dei nemici.
Credo che molto dipenda da quanto i 2 aspetti sono legati. Se appunto come il Ram Awut e' una cosa scollegata (come mi pareva di aver capito) dalla pratica marziale e' possibile.
Nel tjq queste pratiche per quel poco che ho compreso sono in stretta connessione con la capacita' marziale e quindi credo non ha senso estrapolare alcune pratiche e piegarle ad altri scopi. Per poterlo fare devi aver capito il sistema e quindi averlo studiato e compreso per la maggiora parte e questo non si fa in qualche anno di pratica.
Ad esempio se ti interessa la meditazione non ha senso praticare alcune forme meditative presenti nel tjq (faccio un esempio, non so se e' vero). Molto meglio andare subito a cercare un buon insegnante di meditazione.
Ho capito cosa intendi con la seconda parte. Accettare tutti mi pare giusto, in fondo per quale motivo cacciarli?
Ci sono persone che praticano SdC o AM ma senza andare mai in guerra o sul ring. A volte non c'e' neppure il desiderio latente di applicarle.
Lo si fa come dici bene per piacere. Una sorta di masochistico piacere, aggiungo io.
Io sono convinto che e' l'uomo che si piega alla disciplina.
Sono sempre stato convinto (anche nel senso di convinzione instillata da altri) che era l'inverso.
Abbracciare una AM non vuol dire andare in "guerra"....ma vuol dire diventare "guerrieri" che a mio avviso sono due cose differenti.
[1]Ora inizio a capire che quando approcci una pratica bella, ricca e completa che puoi definire arte non importa il tuo scopo.
Una volta era forse salvarti la pelle ora per te e' un'altro. Non importa quale esso sia, e' molto probabile che cambi con l'avanzare nel percorso.
Credo pero' che bisogna abbracciare lo scopo per cui l'arte e' stata creata anche senza poi voler "andare in guerra". Abbracciare e comprendere questo aspetto e' a mio avviso importante per tutti perche' raccoglie anche aspetti molto importanti della vita.
Sono convinto che alcune persone che praticano il Ram Awut per uno scopo potrebbero un giorno praticare il KK e apprezzarlo per quello che e', un'arte, senza preoccuparsi di dover "andare in guerra".
Quando pratichi qualcosa seriamente durante il cammino tu cambi e questo e' il vero aspetto importante. E per fare questo cambiamento io credo che devi andare oltre i tuoi limiti e quindi forzarti sempre piu' in la. Questa sfida con te stesso diventa un gioco molto divertente e intrigante sopratutto per persone che magari non hanno nel sangue il confronto.