...senza un sacco di altre cose.
Prendo spunto dalla discussione sull'ipertrofia e l'aumento di massa perché mi sta a cuore un argomento che alcuni tralasciano perché conoscono bene, ma tanti altri tralasciano perché non sanno nemmeno cosa sia.
L'argomento è l'aumento della prestazione in rapporto all'aumento della massa muscolare o, anche, all'aumento del volume o dell'intensità di un dato lavoro (quasi sempre fatto coi pesi).
Tralasciando le peculiarità di ogni specialità (che, e SIA BEN CHIARO, a volte sono comunque preponderanti nella scelta di certe metodologie di allenamento e ne influenzano pesantemente la resa), vi sono alcuni fattori che concorrono al miglioramento della prestazione senza lo sviluppo dei quali avere, come l'esempio dell'altro topic, 10 kg in più di muscoli, non serve a nulla. Peggio, a volte peggiora la prestazione.
(vado a braccio, ma se vi documentate con fonti autorevoli e mi correggete se sbaglio qualcosa o dimentico, ben venga)...questi fattori (escludendo ovviamente lo sviluppo della forza specifica, del volume muscolare, della capacità aerobica, etc.) sono:
- attivazione neuromuscolare
- capacità coordinativa
- propriocezione
- perfezionamento del gesto
- aspetti mentali/psicologici
Mentre il penultimo punto, se vogliamo, è compreso in tutti gli altri, in generale esiste una interazione tra di essi. Esempio: se miglioro la concentrazione durante l'allenamento e aumento la focalizzazione mentale del gesto, potrò migliorare il gesto stesso, la capacità coordinativa, etc. Se, ancora, ad esempio, aumento la mia forza generale, ciò mi restituirà maggior tranquillità nell'esecuzione del gesto (aspetto psicologico), e potrò concentrarmi meglio sulla coordinazione (se ho bisogno di migliorarla).
Ogni individuo potrà avere caratteristiche differenti da altri, una predisposizione maggiore per un certo tipo di lavoro piuttosto che un altro, una capacità coordinativa innata maggiore, o una solidità mentale più spiccata della media, ma va da sé che chi pratica un'attività sportiva in modo continuativo, a qualsiasi livello, cerca quasi sempre di migliorarsi.
E torno a bomba sull'argomento del 3D: se mi prefiggo come unico scopo quello di aumentare la mia massa muscolare al fine di aumentare la mia prestazione, ma trascuro i punti elencati sopra, rischierò di finire, come mi è capitato di vedere a volte, per non ottenere il mio scopo.
Faccio un esempio pratico, che statisticamente mi è capitato più volte di vedere. Scusate se semplifico rudemente ma non voglio fare un trattato. Eventualmente correggetemi se dico cose non supportate scientificamente (non credo ma chi può controlli).
Aumento la mia massa ma non lavoro sulla neuroattivazione e sulla coordinazione. Mi trovo ad avere un fisico con una parte di fibre muscolari che lavorano, e si "trascinano" appresso quelle fibre non attivate. Se prima avevo una prestazione Y, ora ho una prestazione Y-x, con un peggioramento x dovuto al fatto che non solo ho addosso alcune fibre non utili, ma tali fibre influiscono negativamente sulla prestazione perché pesano e ingombrano.
E non finisce qui, perché prima o poi (speriamo più prima che poi), a forza di eseguire il gesto e non vedere i miglioramenti sperati, la mia parte razionale del cervello se ne accorgerà, e rischierà di subentrare una condizione psicologica/mentale negativa: "porca eva, mi son fatto un mazzo come un paiolo sti mesi, dovevo andare come una scheggia/spaccare il mondo, e invece mi sembra di esser peggio di prima".
Non vado avanti ma potete farlo voi, immaginando sia reazioni positive da parte dell'atleta a cui succede ciò (mi accorgo della cosa e vi pongo rimedio efficacemente), sia reazioni negative (persevero nell'errore o ci sommo altri errori sopra).
Esempi pratici capitati:
a) Nel jkd: compagno di allenamento che fa anche sedute specifiche di pesi (per intenderci, pesi modello body building). Grosso, cazzuto, tirato come una balestra, imponente....e alla prova dello sparring tremendamente goffo e lento, con peggioramento della prestazione via via che lo sparring si protrae (il famoso fattore psicologico di cui parlavo).
b) Nell'arrampicata. compagno di allenamento che si è dedicato specificamente all'aumento della prestazione a secco (trascurando la fase di "trasformazione" anche in ambiente). Una volta in parete, al primo approccio con l'alta difficoltà (quella per cui ci si è allenati tanto), crollo psicologico totale, oppure esaurimento della incredibile forza accumulata in allenamento a causa di uno spreco indicibile della stessa per imprecisione nel gesto.
c) Nella corsa. Compagno dedito all'accumulo di allenamento senza "accendere il cervello" mentre lo si fa. Durante la gara, incapacità totale di impostare una strategia, termine gara con prestazione scadente rispetto al proprio standard medio.
Finisco.
Chi programma seriamente e con un minimo di cognizione di causa la propria preparazione atletica nell'arco di una stagione sa bene che la periodizzazione è fatta di periodi differenti che hanno target differenti (aumento della forza, trasformazione, attivazione neuromuscolare, fattori psicologici, etc.), e sa che questi aspetti vanno comunque tutti curati, pena l'aver sprecato tempo e fatica negli altri.