Grazie a tutti delle risposte interessanti.
Tengo a precisare, che anche se non ho mai fatto yoga e sono molto scettico, mi approccio molto bene a tali pratiche, nel senso che fino dalla prima volta, riesco a percepire bene il respiro attraverso le narici, sentire il battito del cuore in cima alla testa, avvertire pesantezza nei piedi e gambe quando da posizione seduta o semi loto mi concentro sulla pesantezza di tali parti anatomiche. Pesantezza che si rivela con senso quasi di fastidio, i muscoli iniziano a tremare come sotto effetto di forte stress fisico, anche se la posizione in sè non e' affatto scomoda.
Poi, mi ci trovo molto bene nel percepire la presenza mentale.
Riesco a " fottere " ovvero percepire la mente che quatta quatta vuole uscire dal sentiero e come un buon cane segugio la prendo e la riporto al suo posto ( nel caso della concentrazione sul respiro ).
Oppure riesco a precepire i pensieri ( con pensieri intendo tutto, dalla visualizzazioni, discorsi interni, etc .. ) e riesco a non rotolarmici dentro, ma osservarli da fuori.
Ho letto il libro della vipassana metodo birmano, quello degli stages da 10 giorni, e dice che loro si concentrano solo su sensazioni corporee, perche' sui pensieri e' molto difficile. Per me no, riesco a navigare bene in mezzo ai pensieri, stare a galla nonostante le correnti impetuose, surfare le onde grosse dei pensieri senza esserne travolto.
Questa e' vipassana? Effetti della pratica?
Il risultato, dopo poche sedute, e' un marcato menefreghismo o distacco come mi consigliate, accentuato forse dal fatto, che in seduta meditativa leggo tutto quello che accade ( dal ritmo del respiro, a suoni estranei, etc .. ) sotto la lente di " anicca " ovvero che tutto passa prima o poi, che tutto e' impermanente.
Quando in ginocchio, dopo essermi concetrato sul respiro, schiaccio l'interruttore e la concentrazione si trasforma in apertura consapevole verso tutto; cerco di percepire le mie gambe, piedi, mani e braccia ( percepire non visualizzare/immaginare) come lo scheletro che c'e' sotto, e non come il muscolo di cui vado fiero. E lo scheletro rappresenta un po' la morte credo, la fine di ogni vanita' e forse e' anche per questo " giochetto " che il distacco aumenta?
Quando ero piccolo, mio padre mi consigliava di ripercorrere mentalmente tutta giornata, come se davanti ad uno schermo al cinema rivedevo da fuori le azioni commesse. Rivederle senza giudicare, ma osservare solamente. Forse e' per questo che mi torna familiare osservare la mente.
Grazie.
Jivalla