Comunque vedere questo video mi ha stimolato una riflessione.
Ci sono molte persone che si iscrivono a certi corsi per i quali si sbattono sacrificando il tempo libero e magari pagando profumatamente. In tali corsi queste persone vengono picchiate, brutalizzate, umiliate in tutti i modi.
C'è una diffusa (verrebbe da dire specialmente in certi ambienti giapponesi, ma ultimamente girando per il tubo mi sono accorto che non è così, o almeno non più) e secondo me malsana convinzione per cui più si subisce una sorta di nonnismo, più ci si fa male, e più si diventa forti.
Secondo me
[1] c'è un masochismo latente nel credere in questa bugia abbastanza manifesta. Purtroppo la vita non è un anime e gli infortuni si pagano e spesso lasciano strascichi che si portano dietro per tutta la vita... non ci sono i senzu, ahimè
Probabilmente la stessa cosa vale per le umiliazioni eccessive che sfondano la soglia della sopportazione, conoscevo almeno un atleta molto forte che lasciò dopo che un insegnante lo trascinò in giro per il dojo tenendolo per le palle.
Infatti, guarda un po', certe cose non esistono laddove si parla di professionisti del combattimento i quali evitano come la peste il rischio di farsi male inutilmente al di fuori della gara (io solo nel penultimo giorno del suo soggiorno da me ho convinto Nihito a fare uno sparring leggero di minuti).
Come scrissi tempo addietro, ricordo con grande affetto un mio senpai di Shotokan che non mi rifiutava mai un kumite dopo la lezione. Era grosso (più di me) sciolto, fortissimo (tra l'altro gareggiava pure di Thai), avrebbe potuto polverizzarmi in pochi secondi se avesse voluto... e mi riempiva di mazzate, sì, ma sempre nella giusta misura per cui io, dopo essermi piegato o accasciato a terra, potessi trovare la forza di rialzarmi e riprendere.
Inutile dire che quando veniva al dojo io ero sempre lì a chiedergli un giro...
Le botte sono
necessarie, temprano il fisico e lo spirito, ma solo se c'è un criterio dietro e soprattutto solo se chi le rifila lo fa con rispetto, intelligenza e sincera volontà di insegnare.