Molte delle prove sono documentali (se parliamo di Shotokan) dove possiamo sapere che, lo stile è frutto dell'interpretazione e delle idee di Funakoshi jr, che questi non amasse il corpo a corpo, non a caso, nei kata, tutte le fasi di lotta, leve e proiezioni, sono state tramutate in passaggi fra colpo e parata, colpo e colpo eccetera.
Inoltre abbiamo certezza che, la didattica ha subito la direzione presa con la nascita della JKA, quindi in senso sportivo e di larga diffusione.
Altrettanto sappiamo che la direzione sportiva è cosa abbastanza recente, quindi in precedenza non era possibile confrontarsi in gara.
Di conseguenza, per accedere al riconoscimento dello status di Arte Marziale, era via obbligata prevalere in sfide, oppure dare eco a personali imprese a fronte di aggressioni e simili.
Quando tizio va a sfidare caio e perde, ciò che può fare (e faceva) è tornarsene a casa, capire cosa ha fatto caio per batterlo, imparare quella cosa e studiare una contro mossa.
Questo è il modo in cui avveniva la commistione fra le varie discipline, acquisendo cose altrui e facendole proprie, elaborando nuove cose su quelle e allargando il bagaglio.
Altra certezza assoluta è che, qualsiasi arte marziale si fa con il corpo, che è uno e uguale per tutti.
A seguito di quella certezza, è ovvio ed evidente che, un guerriero, un combattente, che vive grazie a come combatte, dovrà pensare (e così facevano) al modo di uscire da qualsiasi situazione critica, perchè ben consico del fatto che non basta dire "no che schifo, a terra no che c'è il fango" per non finire a terra.
Altra cosa sicura (per bocca di chi ha vissuto quel periodo e quelle scelte) è che, nel momento in cui nasce l'attività sportiva, la promozione nelle scuole e nelle università o nelle piazze, insomma il businnes delle Arti Marziali, diventa necessario dare una identità netta a ciò che si propone, diversamente la gente dice "eh vabbè ma è uguale a..." e quindi si da risalto a questa o quella peculiarità della disciplina, che sia lo strike o meno.
Non di meno, alcune parti componenti il bagaglio tecnico, non venivano esibite, ma venivano conservate per garantirsi un minimo di effetto sorpresa davanti a una sfida.
Spesso accade che, l'allievo (futuro insegnante) non chieda e non si informi, prenda per oro colato tutti ciò che vede e per inesistente ciò che non vede, finendo per insegnare ciò che sa e nulla di più, trasmettendo la convinzione che ciò che non viene insegnato, semplicemente non è parte della disciplina.
Passando di generazione in generazione l'effetto è abbastanza ovvio.
Se un maestro decide di non praticare e non insegnare la parte X dell'arte che insegna, non significa che non ci sia, significa solo che gli allievi di quel maestro non la conosceranno.
Idem se una federazione cancella righe di un programma didattico per qualsivoglia motivo, non vuol dire che quelle righe non esistono o non fan parte di quella didattica, significa solo che sono state cancellate e non verranno imparate.,
Se penso al Karate, non posso pensare che "non ci siano le proiezioni" solo perchè a Gigo Funakoshi facevano schifo, devo tener presente che non esiste solo lui.
Se la federazione universale decide di eliminare x dal programma del Kararte, non sarà il Karate ad essere manchevole, ma lo sarà l'insegnamento di quei maestri.
Le differenze enormi fra Kase, Kanazawa, Asai, Enoeda, Shirai, Miura, Murakami e tutti gli altri, anche in senso di panorama tecnico, non fanno che confermare questa cosa.
Le scelte le fanno le persone, non le discipline, non fosse altro che perchè le discipline non dispongono di mente e coscienza.
Per certi versi, una MMA è potenzialmente, una forma di Karate, di Judo o di JJ, assai più tradizionale delle stesse AM in questione