Come promesso...
Lo avevo anticipato, non mi intendo dell'argomento quindi mi scuso se il mio linguaggio sarà impreciso o deviante, ma credo valga la pena raccontare in breve questo incontro.
Nel mio penultimo viaggio in Giappone, grazie ad un'amicizia comune diciamo "particolare", ho avuto la fortuna di conoscere una persona molto speciale che ha lasciato una profonda impronta nel mio spirito.
Discendente di una casata di samurai (a casa sua ci sono ancora delle colonne con dei segni di katana, memoria di antiche battaglie), è stato per lungo tempo un bonzo al quale oltre ad essere stato riconosciuto il più alto livello di satori dall'ordine.
Valente artigiano, a lui sono stati affidati la direzione dei lavori di cura e restaurazione di molti importanti jinja (templi buddisti) della sua zona.
Abbiamo passato una giornata insieme, ha fatto da guida a me e mia (allora non ancora) moglie mostrandoci i luoghi di culto e naturali più belli del suo paese, ci ha offerto il pranzo e poi portato a casa sua dove abbiamo avuto modo di approfondire la conoscenza.
Ci aiutò molto nel superare le paure delle difficoltà che il nostro matrimonio avrebbe comportato (i paesi diversi, la refrattarietà della mia famiglia, eccetra).
L'ho fatto poi partecipe del mio percorso col Karate e della mia, ormai superata, ma allora in pieno svolgimento, crisi di identità marziale. Lui seppe darmi consigli molto utili e preziosi che mi aiutarono a indirizzarmi,sia tecnicamente che spiritualmente, e che tutt'oggi sono una forte radice delle scelte che ho fatto.
Felice del fatto che fossi interessato così sinceramente al Budo e allo Zen, si addentrò nell'argomento, confidandomi che erano anni che non parlava di questo argomento con nessuno perchè ormai anche tra i giapponesi di oggi questi argomenti vengono ormai lasciati andare e ritenuti non interessanti.
Mi spinse a continuare nel soddisfare il mio bisogno di contatto pieno, ma mi esortò a tenere bene a mente certi insegnamenti ricevuti nel vecchio dojo.
Siamo stati a casa sua per parecchie ore e il tempo è volato senza che ce ne accorgessimo.
Infine, prima di salutarci (ma ci saremmo rivisti un paio di giorni dopo e ci avrebbe offerto la cena in un negozio di okonomiyaki), ci regalò una sua opera di gioventù, un ciocco di legno (non so il termine esatto) con su scritti tre kanji che rappresentano una sua massima, e due scatole di un tipo pregiato di okou.
Orbene, questa persona non assomiglia minimamente a quelle che MGY ha messo nei suoi video.
Di sicuro ha in comune la stessa espressione placida e serena, ma non c'è ostentazione.
Mentre la bionda del video ad esempio mi pare che esibisca parecchio il suo status (fingendo di non farlo però), lui era una persona umile nel senso migliore del termine, non si atteggiava e anzi si comportava in una maniera che, per quanto particolare, definirei totalmente spontaneo, non artefatta.
Non poneva distanza tra noi e lui e anzi io l'ho subito sentito quasi come parte della mia cerchia più intima di conoscenze, ed è stato una delle prime persone, dopo la famiglia, che volevo sapesse che io e mia moglie avessimo deciso di sposarci.
Misurato in ogni gesto e parola, profondo conoscitore di Budo, Bukkyo e Shinto, tuttavia simpatico e divertente nel raccontare la sua vita di oggi e aneddoti del suo passato.
In una parola, quello che ho trovato in lui e che
non vedo in questi illuminati da 200$ l'ora, è la naturalezza.
Inutile dire, poi, che nonostante la guida turistica, il pranzo offerto, lo scarrozzamento a destra e a sinistra e i regali, da noi non ha preso nemmeno mezzo yen, nemmeno dopo le inisstenze a rimborsargli almeno la benzina.
Mi spiace di aver fatto un resoconto a sensazione che probabilmente risulta una roba sempliciotta, ma mi auguro che sia riuscito a soddisfare la tua curiosità