Cosa direste?

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Offline Dipper

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Re:Cosa direste?
« Reply #30 on: September 01, 2011, 21:38:14 pm »
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Offline Fabio Spencer

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Re:Cosa direste?
« Reply #31 on: September 02, 2011, 09:50:17 am »
0
Certamente.
Volevo solo dire che è impossibile fare un decalogo degli scenari e conseguenti reazioni valido per tutti.
Poi è evidente che le casistiche nelle quali una persona "normale" in un contesto "normale" che frequenta luoghi "normali" può imbattersi, sono sempre circa le medesime.... ma prescindere da chi siamo e come stiamo, non si può.
assolutamente d'accordo.
"vi prego di notare l'eleganza del piano nella sua semplicità...."

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Offline Ragnaz

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Re:Cosa direste?
« Reply #32 on: October 11, 2011, 13:50:01 pm »
0
La maggior parte del "lavoro" relativo allo scongiurare l'evolversi in senso negativo di una situazione sta proprio nell'empatia e nell'intuito/sensibilità di ciascuno. Chi è già di suo molto intuitivo/sensibile potrebbe non aver bisogno di altro. chi magari lo è meno invece può avere cmq un buon vantaggio dal leggere/studiare consigli generali e situazioni-tipo. (come per es. nel libro di thompson).
Sottolineo per finire l'importanza del come ci  si comporta in situazioni a rischio, di tutta la parte non-verbale dell'interazione/comunicazione.
(buono l'esempio di spartan, dove si nota come il ricordare i problemi potenziali di un arrivo delle F.O. possa essere interpretato in vari modi, non solo - e non tanto - come minaccia, quanto come potenziale "problema comune" a tutti)
 
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Re:Cosa direste?
« Reply #33 on: October 12, 2011, 11:35:26 am »
0
ad esempio dirgli che ti sei scopato sua madre instaura subito un contatto con l'aggressore. è come se di colpo iniziasse a vederti come un membro della sua famiglia, del suo clan. inoltre, il fatto di proporti come un sostituto della tanto problematica figura paterna, stimola in lui l'insorgere di sentimenti di rispetto nei tuoi confronti, e lo esorta a riconoscerti come un'autorità.

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Re:Cosa direste?
« Reply #34 on: October 12, 2011, 11:41:42 am »
0
Un esempio è banalissimo....
Citare l'intervento delle forze dell'ordine e le eventuali conseguenze.

A questo proposito bisogna guardare bene l'estrazione sociale dell'avverso: un tipo normale che ha la testa calda per qualche motivo può riprendersi con la minaccia delle FFOO, ma in certi ambienti questa frase fa scattare la molla e si viene percepiti come il nemico infame, il vero colpevole di tutte le proprie sfortune e su cui scaricare tutto il proprio oceano di rabbia.

Comunque non è un esempio stupido, in molti casi funziona, o almeno cambia l'atteggiamento dell'altro.
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Re:Cosa direste?
« Reply #35 on: October 12, 2011, 12:05:54 pm »
+2
Non è possibile stilare una lista di frasi buone per ogni occasione, e molto va a dipendere dai soggetti coinvolti.

Ma posso scrivere una mappa concettuale sulla quale inventare poi le frasi adatte alla circostanza.

E' stato scritto che mostrandosi condiscendenti e remissivi si può descalare la situazione, ma questo è falso. Ovvero, è falso se usato in prima battuta.

Prima bisogna applicare pressione fisica o psicologica, con altre parole, pressione esterna o interna.

Dopo, e solo dopo, mostrare una via di fuga all'altro, una razionalizzazione del suo abbandono che gli salvi la faccia nei rapporti con se stesso e con gli altri.

Mi addentro meglio:

Usare come prima cosa la remissività può funzionare in un discorso civile fra persone non alterate e di etnia "femminilizzata", quindi provenienti da culture dell'accoglienza, della tolleranza, del rispetto.

Le persone che hanno bevuto hanno le parti del cervello in cui si accumula la norma sociale (quindi la suddetta cultura femminilizzata) spente.

Le persone che vengono da una cultura più maschile non hanno proprio quelle norme nel cervello.

Le persone molto arrabbiate non accedono alle norme culturali femminilizzate, salvo poi pentirsi dopo del proprio comportamento.

Per tutte e tre queste categorie di persone, vige una norma importante:

PER LORO LA GENTILEZZA O IL CEDERE IL PASSO E' SEGNO DI DEBOLEZZA E DI VIGLIACCHERIA

Non di educazione o nobiltà d'animo o di desiderio di dialogo.

E per loro la debolezza è un bersaglio ghiotto su cui colpire per affermare la propria dominanza.

E' necessario PRIMA di cedere il passo, applicare pressione.

Nel caso di pressione fisica può trattarsi di una manifestazione silenziosa di forza, come un tono di voce calmo, lo sguardo fermo, una mano appoggiata sul trapezio con una stretta dolorosa ma discreta ecc.

Lo scopo è portarlo alla regressione. Tutti quando siamo spaventati tendiamo a regredire ad uno stato in cui ci sentivamo sicuri e protetti, come da bambini.

A quel punto il soggetto vorrà uscire dalla situazione, e mostrarsi disposti al dialogo o a lasciar perdere gli offrirà la razionalizzazione che "non ne vale la pena, è un coglione", che potrà dire a se stesso e agli amici, per non doversi dire "qua le prendo, meglio che me ne vada".

Nel caso di pressione psicologica non si tratta di applicare una pressione esterna sul soggetto per portarlo a regredire e cercare una via di fuga onorevole, ma di  amplificare i suoi conflitti interiori affinché sia lui stesso ad applicarsi pressione internamente e a regredire ad uno stato in cui si sentiva più sicuro e protetto, per poi cercare una via di fuga onorevole.

Che gli serviremo su un piatto d'argento mostrandoci disinteressati allo scontro.

A questo proposito, devo ammettere che 13 anni di esperienza sul campo e di studi non mi sono sufficienti a poter contare sulla pressione psicologica, quindi postulo che se si prova ad applicarla è vitale aver comunque pronto e funzionante il bastone della pressione fisica in caso di fallimento.

Sarebbe stupido e illusorio insegnare ad un ragioniere imbelle qualche concetto di pressione psicologica e poi dirgli che potrà bastargli per avere la meglio.

C'è da dire che, le volte che funziona, è molto appagante, molto più che usare la forza, che è in un qualche modo sempre svilente.

Diciamo che è come le leve: se ti fissi a volerle applicare prendi un sacco di botte, però se le conosci e ti capita in mano l'occasione, entrano che è un piacere.

E può capitare, se si è appassionati dell'animo umano, di trovare un conflitto pronto per essere amplificato e far confliggere fra loro diverse parti irrisolte dell'individuo.

Ma è qualcosa che si affina per una vita e che spesso non funziona, l'importante e saper respirare con calma, trasmettere fermezza, abitudine allo scontro, forza, e dopo offrire la via d'uscita.

 
« Last Edit: October 12, 2011, 12:09:16 pm by ^'V'^ »
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Offline Ragnaz

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Re:Cosa direste?
« Reply #36 on: October 12, 2011, 13:21:04 pm »
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Molto interessante! Posso chiederti che tipo di studi/esperienze hai fatto?
 
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Offline happosai lucifero

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Re:Cosa direste?
« Reply #37 on: October 12, 2011, 14:11:56 pm »
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ad esempio dirgli che ti sei scopato sua madre instaura subito un contatto con l'aggressore. è come se di colpo iniziasse a vederti come un membro della sua famiglia, del suo clan. inoltre, il fatto di proporti come un sostituto della tanto problematica figura paterna, stimola in lui l'insorgere di sentimenti di rispetto nei tuoi confronti, e lo esorta a riconoscerti come un'autorità.

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grazie caro, troppo buono
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Offline dog Rob

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Re:Cosa direste?
« Reply #38 on: October 12, 2011, 14:40:13 pm »
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ad esempio dirgli che ti sei scopato sua madre instaura subito un contatto con l'aggressore. è come se di colpo iniziasse a vederti come un membro della sua famiglia, del suo clan. inoltre, il fatto di proporti come un sostituto della tanto problematica figura paterna, stimola in lui l'insorgere di sentimenti di rispetto nei tuoi confronti, e lo esorta a riconoscerti come un'autorità.

grande  :gh:

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Offline happosai lucifero

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Re:Cosa direste?
« Reply #39 on: October 12, 2011, 14:43:00 pm »
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quanto successo sta puttanata :D
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Offline dog Rob

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Re:Cosa direste?
« Reply #40 on: October 12, 2011, 14:44:29 pm »
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Re:Cosa direste?
« Reply #41 on: October 12, 2011, 16:52:19 pm »
0
Molto interessante! Posso chiederti che tipo di studi/esperienze hai fatto?

Scusa, do per scontato perché i vecchi utenti mi conoscono.

DA 13 anni faccio il buttafuori, e al di là delle immagini di risse che possono colpire l'immaginario collettivo è un tipo di lavoro in cui il livello di coinvolgimento emotivo è molto alto.

Intendo dire che un tizio che mette dei timbri in un ufficio postale fa un lavoro dal basso coinvolgimento emotivo, non ha persone che lo minacciano, gli rompono le palle, gli danno del cretino, del figlio di putt. ecc.

Ad una persona normale che non va in cerca di grane l'avere davanti uno che minaccia o offende può capitare forse tre volte nella vita, per molti buttafuori è una cosa normale e a cadenza settimanale, per cui se anche le prime 20 volte reagisci male prendendola sul personale, poi piano piano inizi a sperimentare nuovi modelli comportamentali, anche forte del fatto che ormai la situazione ti è familiare e non più stressogena.

A livello di studi, semplicemente mi interesso di alcuni rami della psicologia, antropologia, etologia comparativa. Insomma, mi affascinano gli esseri umani, le loro reazioni, gli aspetti legati alla sopravvivenza individuale e della specie (leggi aspetti sessuali).

« Last Edit: October 13, 2011, 12:23:13 pm by ^'V'^ »
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Offline Krypteia

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Re:Cosa direste?
« Reply #42 on: October 12, 2011, 17:20:59 pm »
+1
Come già stato detto, a parte delle (senz'altro utili) linee guida generali non esiste la frase magica che spegne il conflitto... e tanto sta nel riuscire a valutare freddamente e rapidamente la situazione in cui ci si trova e la persona che si ha davanti[1].

Mi vengono in mente due casi, così pour parler.

1- Tanti anni fa ero al bar dell'università a prendere un caffé con un amico prima di un esame.
Mentre chiacchieriamo del più e del meno entra un tipo sulla quarantina, ubriaco di brutto. Di sicuro non era uno studente, e presumo nemmeno un professore; sicuramente era entrato da fuori.
Come che sia, inizia a strillare e a spintonare un po' di gente urlando che nessuno si doveva permettere di insultarlo e cose del genere. A un certo punto, forse perché lo avevo guardato mezzo secondo di più, mi punta diretto con fare molto minaccioso e inizia a inveirmi contro di tutto. Arriva anche a darmi una spinta sulla spalla con una mano, urlando che ero un pezzo di merda perché l'avevo insultato, che non mi dovevo permettere di continuare perché altrimenti mi ammazzava e cose del genere. Ovviamente non l'avevo mai visto prima in vita mia.
Io gli ho detto "Sì hai ragione, sono un pezzo di merda. Ti chiedo scusa, non ti insulterò più. Scusa davvero". Quello mi guarda, fa una faccia soddisfatta e gira i tacchi borbottando "ecco bravo, non ti permettere più" e se ne esce dal bar.
Io mi finisco il caffé, esco dal bar col mio amico e vado a fare il mio esame. Presi anche 30 e lode.

2- Un tizio al 100% pericoloso sta scendendo dalla macchina, una mano sullo sportello e l'altra, la destra, non a vista (nel cruscotto? sotto al freno a mano? non lo so). Senza entrare in dettagli, mi trovavo in una situazione in cui a) ero assolutamente certo che non sarebbe stata possibile nessuna negoziazione verbale; b) non potevo permettermi di "fare a botte" perché probabilmente si sarebbero creati altri problemi collaterali ancora più gravi.
Alché fisso il tizio e gli dico: "Se scendi dalla macchina ti uccido".
Non è un atteggiamento che mi appartiene, e se quello fosse sceso sarebbe finita veramente male (per me), ma per intervento di non so quale santo il tizio si congela per tre secondi, mette la prima e se ne va. Ancora oggi credo però di aver fatto, in maniera del tutto inconscia, la cosa migliore possibile in quella situazione.

A mente fredda ho riflettuto sul fatto di aver detto istintivamente "io ti uccido" e non "io t'ammazzo". Credo, ma magari è una mia elucubrazione senza senso, che mentre la seconda frase sia percepita più come una minaccia generica (tipo "ti rompo il culo" - nessuno pensa che significhi "ti infilo il mio membro nello sfintere" o " ti maciullo le natiche con un bastone"), "ti uccido" richiami alla mente l'atto vero e proprio dell'omicidio e forse spaventi di più. Boh.
Ho avuto molta fortuna.
 1. Cosa che a volte può dipendere anche da una gran botta di culo e non necessariamente da abilità à la Jason Bourne
« Last Edit: October 12, 2011, 17:22:58 pm by Krypteia »
Der Vogel kämpft sich aus dem Ei. Das Ei ist die Welt. Wer geboren werden will, muss eine Welt zerstören. Der Vogel fliegt zu Gott. Der Gott heisst Abraxas.

La vita non mi ha mai interessato quanto l'evasione dalla vita stessa.


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Offline happosai lucifero

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Re:Cosa direste?
« Reply #43 on: October 12, 2011, 17:27:02 pm »
0
io avrei provato a dirgli di me e sua madre.. da ex aikidoka provo sempre prima la via dell'amore

però anche minacciandolo di morte te la sei cavata bene. dopo tutto c'è anche chi ama così... vedi Steno!
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Offline West Wind

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Re:Cosa direste?
« Reply #44 on: October 12, 2011, 17:51:25 pm »
+1
Credo dipenda tantissimo dalla giornata in cui mi trovo.
Alcuni giorni potrei dargli una testata sul naso e strappargli l'orecchio a morsi,per poi finire il mio caffè.
Altri lo guarderei con un sorriso e gli ordinerei con voce perentoria di darmi subito il portafoglio,il cellulare,l'orologio ed eventuali catenelle d'oro e di non farsi più vedere.
Altre volte magari gli avrei chiesto scusa.
O forse sarei scoppiato a ridere.
Altre non avrei nemmeno iniziato a discutere.
Oppure mentre lui parlava gli avrei mostrato con discrezione il coltello.
Non credo che si possa avere la risposta giusta sempre.
E anche qualora l'avessimo,non sempre siamo disposti ad usarla.
Ma la DP è soprattutto prevenzione,e io non sono chissà che bravo
In principio era la parola...e la parola era WAAAGH!!!