Riflettevo un po' sulle tecniche di percossa su come si allenano e sulla loro utilità.
Generalmente, e soprattutto per i kaishu waza (a mano aperta), la mano è molto meno solida rispetto ad uno tsuki. Di tutti gli uchi waza l'unico che lo supera in solidità e tetsui uchi. Quindi, contrariamente allo tsuki, secondo me queste tecniche mal si prestano a essere utilizzate con posizioni lunghe e movimenti rettilinei dove il ginocchio avanzato è tanto piegato da trovarsi addirittura oltre il raggio di azione dell'uchi waza stesso, vuoi per la loro limitata portata, eccetto forse haito uchi, e vuoi per la delicatezza delle parti utilizzate. Ovviamente esistono scuole in cui queste armi venfono sistematicamente allenate, penso al Goju e allo Uechi, anche se secondo me questa pratica ha dei vantaggi limitati (escludiamo seiken, ude e sune) come spiegherò tra breve.
Immaginando un combattimento reale, partire e colpire con un nukite con la stessa meccanica di come porterei uno tsuki, a me pare abbastanza pericoloso, per quanto forte si abbia il nukite e per quanto si sia condizionati, o la traiettoria è perfetta, e in situazioni di DP, per le quali gli uchi waza sono intesi, questo è molto difficile o si rischia di cozzare contro qualche osso, rompendosi la mano o delle dita. Non parlo di shime waza controllati dove si raccoglie il ki (inteso come armonia spirito, mente e corpo, eh... niente energie strane) e si prende la mira con calma, ma situazioni caotiche dove presumibilmente si sta ricevendo una gragnuola di mazzate.
Dunque, ci avviciniamo già di un passo a quello che secondo me somiglia di più ad una situazione verosimile in cui si usano le mani aperte (kaishu) o le mani chiuse (heishu).
Corta distanza e colpi molto mirati.
Dopotutto guardando il tipo di esecuzione che comportano, gli uchi waza sono tecniche di precisione, da portare con rapidità e sui kyusho (quelli che funzionano
) e singolarmente non hanno la polivalenza che può avere un pugno chiuso (che può sfondare o essere preciso, per quanto le sue dimensioni non permettono di farlo passare attraverso stretti varchi della guardia avversaria).
Inoltre, proprio perchè adatti soprattutto a colpire di fino i kyusho, rinforzarli oltre misura mi sembra una pratica che ha un basso rapporto tra i benefici e i sacrifici che comporta. Insomma, per infilare delle dita nella gola o per percuotere una tempia in nakadaka ken è sufficiente una mano mediamente allenata, non di più. Se dvo mirare ad un bersaglio solido come può essere il plesso solare, io mi affido a tsuki o teisho.
Stesso discorso per tsumasaki, che vedo fattibile solo quando si usa kinteki geri o al limite uchimata geri, mentre mi sembra un po' pericoloso mirare con esso ad una tempia con il rischio di incocciare un gomito (che già sulla tibia bene non fa
) o mirare ad una gamba col rischio di prendere una tibiata nel momento in cui le dita non sono "armat"e.
Riguardo alla distanza, a me piace molto allenare gli uchi waza in sanchin dachi o sochin dachi, proprio perchè riesco a visualizzarmi di portare un attacco del genere solo da vicino (sanchin) o al limite in uscita (sochin, quando sono tecniche tipo uraken, shuto, tetsui) e soprattutto sempre come contrattacco sen no sen o go no sen.
Dunque, escludendo sicuramente hiji (che sinceramente io non considero proprio un uchi waza, non a caso spesso è chiamato hiji
ate), forse il teisho (che secondo me è sempre un gradino più sotto come potenza e versatilità rispetto ad uno tsuki allenato) e poco altro, io riesco a concepire gli uchi waza innanzi tutto e soprattutto come
contrattacchi in risposta all'iniziativa di un ipotetico aggressore a cui riusciamo a prendere le misure per sfruttare una sua apertura.
Quella che però secondo me è la motivazione principale reale della nascita e dell'utilizzo degli uchi waza è nel contrastare un avversario che tende a voler lottare o comunque ad chiudere le distanze (o quando proprio lo sapzio è stretto). Nel continuo smanacciare che inevitabilmente si ha quando ci si prende da vicino (e non considero verosimili situazioni in cui dalla breve distanza ci si scambiano pugni senza che parta immediatamente un tentativo di clinch al corpo o alla testa), e a brevissima distanza caricare un pugno come si deve è molto difficile, mentre avendo conoscenza degli uchi waza e ovviamente cogliendo l'occasione giusta
[1], con una percossa che necessita solo di qualche centimetro è possibile agire sull'aggressore per metterlo fuori gioco o almeno destabilizzarlo, sia con il classico ippon nukite all'occhio, hiraken alla gola, washide alla tempia, kumade sull'orecchio e chi più ne ha più ne metta.
L'ampiezza del bagaglio di queste tecniche è tale che si può attaccare praticamente da ogni direzione e su virtualmente ogni berdaglio quando, come nelle situazioni in cui ci si avvinghia, molti kyusho della testa sono espostissimi.