Diciamo che, come qualsiasi arma, se esiste una idea iniziale d'uso, non significa che debba restare univoca.
Il problema nasce quando, una certa arma, pensata per una certa situazione, è funzionale solo in quella situazione e le sue simili, a quel punto, ignorare la base, significa due cose...o che l'arma finisce per essere considerata inutile e viene accantonata, oppure che si lavora di fantasia, attribuendole chissà quali funzioni e utilità, per portarla in battaglia dove ci costerà la pelle.
Io da tempo ribadisco la mia convinzione che non esistano posizioni, movimenti e tecniche inutili, da qui nasce la mia esigenza di ricerca, per capire a cosa possa servire quella roba li che porprio non mi conivnce.
Facendo questo tipo di lavoro, che può anche essere una vaccata non essendo io un luminare, spesso capisco cose, mi accorgo di errate impostazioni e giungo alla considerazione che il metodo didattico sia carente, poichè spesso si insegnano movimenti fallaci già in partenza, senza la necessaria cultura di merito, rivestiti di un manto mistico che, a mio avviso, fa ridere.
Il passaggio generazionale della didattica, non può che amplificare gli errori, ingigantire i miti e le favole, contribuendo a nutrire i dubbi, gli sputtanamenti, il disincanto e lo scoramento di molti praticanti che poi scelgono attività, magari meno ricche, ma più chiare e oneste.
In questo percorso mi si avvicinano sempre di più le attività con e senza armi, perchè aprono spiragli importanti su moltissimi aspetti evidenziando moltissimi vizi ed errori, inoltre cerco sempre di più una visuale rozza e scarna di ciò che faccio, perchè l'eventuale filosofia, la spiritualirtà che ammanta le AM deve essere una conseguenza della pratica, non la sua base, la pratica in sè è quantomai violenta e poco spirituale, si studia il modo per fare male agli altri, non lo si dovrebbe dimenticare mai.