Intanto devo dire che sono sorpreso da certe cose che ho letto e mi auguro che l’atteggiamento deliberatamente provocatorio (a livello formale e sostanziale) assunto da alcune persone non si ripeta.
Per tornare in argomento vorrei specificare un paio di cose riguardo la mia esperienza.
Come sanno anche i sassi, il mio background è Shotokan. Non sono mai stato un rissaiolo ma nel periodo in cui facevo solo questo e manco sapevo cosa fosse il Jissen Karate e avevo i soliti classici pregiudizi sugli SdC, per due volte mi sono trovato a dovermi difendere.
Una è stata una scazzottata abbastanza normale, ma nell’altra si può tranquillamente dire che è entrata in gioco la mia stessa vita.
Essendo andata bene in entrambe le occasioni, e soprattutto avendo anche altri compagni di corso che nel corso degli anni mi hanno raccontato di come se la siano cavata in situazioni non dico analoghe, ma simili, posso dire che anche senza un allenamento a contatto pieno ho portato a casa la pellaccia.
Questo soprattutto perché, un po’ per mia abilità, un po’ per l’ambiente favorevole, un po’ per culo, sono riuscito a impostare lo scontro come volevo io. Ne sono uscito con solo un graffio ad un dito, e qui mi ricollego al discorso di Cortobraccio, che spesso c’è una concezione un po’ troppo assolutistica riguardo la “strada”.
Non so se avrei potuto evitare il rischio piuttosto che cercare una “prova”, forse sì, ma tant’è, così è stato, e ho capitalizzato l’esperienza, ripromettendomi di non cacciarmi più nei guai.
D’altra parte, l’impostazione mia e di alcuni miei compagni con cui più spesso scambiavo, è sempre stata quella di evitare lo skin touch e ammiccare al contatto ma va da se’ che senza equipaggiamento adeguato l’intenzione da sola non è sufficiente.
Quindi poi ho iniziato anch’io, all’alba dei 30, un corso di Karate dove la metodologia di combattimento è improntata in modo analogo a quello degli SdC, e nonostante il “successo” di cui sopra, ho finalmente potuto colmare certe lacune che, consciamente o istintivamente, facendo sempre un allenamento, per me ottimo come impostazione ma senza protezioni e quindi con contatto necessariamente limitato, ho sempre avvertito. Ce ne sono ancora molte ovviamente.
Quindi da un lato mi sento di dire che anche un Karate non Jissen fatto bene (e sottolineo che sebbene tutti dicano di farlo bene, in realtà ce n’è pochissimo) può dare comunque qualcosa in fatto di “fare a mazzate per strada”, e che quel qualcosa può anche bastare. D’altra parte c’è gente che fa rissa tutti i giorni senza sapere niente di AM.
Sono anche uno dei sostenitori dell’ippon kumite per sviluppare alcuni aspetti funzionali al combattimento (e non il combattimento stesso).
Ma d’altra parte, nonostante la mia esperienza, sono più che convinto che non usare l’equipaggiamento e le metodologie del contatto pieno renda la pratica monca di un suo aspetto fondamentale e che, diversamente da quello che è successo a me, spesso fa la differenza.
Infine, penso che sebbene il ring / tatami non sia la strada, nessuno meglio di un professionista del combattimento può avere delle possibilità (perché di possibilità si tratta sempre) di scamparla quando è grigia. I discorsi che il ring è un gioco e che il combattimento per la vita è altro secondo me lasciano il tempo che trovano, poi se si hanno dei dubbi basta chiedere a Bas Rutten.