Il confronto é un po' incasinato perché quando si parla di boxe, si pensa soprattutto al professionalismo, mentre nelle arti marziali questa dimensione, formalmente, non esiste.
Per poter fare un'analisi giusta dobbiamo iniziare lasciando in disparte il pugilato professionistico e paragonare l'artista marziale amateur con il praticante di boxe ricreativa, come la chiamano da queste parti. In entrambi i casi si trovano motivazioni molto diverse che spingono alla pratica e dunque livelli molti differenti tra i praticanti. In questo senso credo che i due gruppi DOVREBBERO essere comparabili.
Il fatto peró é che la boxe, anche se pre-pugilistica o ricreativa, si base sempre sugli stessi principi/concetti/metodi di allenamento della boxe professionale. Si puó dire dunque che c'é una "ricaduta benefica" di quei concetti a tutti i livelli.
Nella arti marziali non esiste una dimensione professionale a meno che non si parli di SDC, peró in varie realtá é presente una dimensione "full contact". Partecipare a gare di livello e a contatto pieno, richiede un certo tipo di praparazione e studio che é comparabile con la dimensione professionale della boxe.
Giusto per fare un esempio, Raul Zunino, un ragazzo come tanti altri di un dojo in Argentina, partecipó come cinturone verde ai mondiali 2003 IKO1 in Giappone. Vinse vari incontri fino a doversi confrontare, l'ultimo giorno del mondiale, con Everton Teixeira, che quell'anno sarebbe arrivato terzo. Zunino perse ma con una decisione. Possiamo immaginare che questo ragazzo, per ottenere un risultato simile, si deve essere fatto un mazzo tanto grande quanto un pugile professionista.
Anche nei casi di arti marziali full contact si puó parlare dunque di ricaduta "benefica" a tutti i livelli.
Se non é presente una dimensione a contatto pieno, li iniziano i problemi, perché si puó trovare la persona seria che ha idea di quello che insegna, come il fanfarone piú tragico che ti fa spendere 10 anni senza imparare a tirare un pugno.
Ma anche senza arrivare all'estremo del fanfarone, il tramandare per generazioni un metodo che non si avvale piú del confronto serio, crea storture, confusioni e miti che traggono in inganno anche persone serie e che insegnano con buona volontá e passione.
Un saluto
Federico