Gli ultimi scambi di vedute hanno messo in mostra un problema "terminologico".
Spesso si dice "il kata è...", "il kata serve a..." usando la parola con almeno tre accezioni distinte. Cioè:
1) kata come elenco di tecniche o di movimenti. E' l'equivalente della scheda personale che ti danno in palestra, lo schemino sul foglio di carta o il dvd che ti mostra gli esercizi. Quando diciamo: "il kata contiene il repertorio tecnico dello stile", "il kata è un combattimento immaginario", "contiene movimenti di ginnastica", o quando parliamo di "uno o diversi bunkai" etc., utiliziamo il termine con questo significato;
2) kata come esercizio. E' l'equivalente dell'esecuzione degli esercizi elencati nella scheda. Quando diciamo "ho fatto un'ora di kata", "il kata insegna questa o quella tecnica", "il kata si deve fare in questo o in quest'altro modo", utilizziamo invece questo secondo significato;
3) kata come metodo di apprendimento/allenamento. E' la generalizzazione del punto precedente, prescindendo da questo o quel kata (Bassai o Heian, o Sanchin, etc.). E' l'idea che sta alla base dell'allenamento, quella della ripetizione strenua di sequenze rigorosamente codificate, della concentrazione totale su un certo aspetto del movimento, etc. Quando diciamo "il kata ti dà la coscienza del corpo", "ti focalizza sulla forma", "tutto è kata" (sic!), stiamo parlando in questo ultimo senso.
Quindi, esemplificando brutalmente: 1 = mae geri; 2 = allenamento del mae geri; 3 = metodo di allenamento del mae geri. Il kata è contemporaneamente tutto questo, un gran doppio, anzi triplo senso.
Se ci fate caso, quando si discute accanitamente sull'utilità dei kata lo si fa shiftando di continuo da un significato all'altro.
Prendo ad esempio il recente scambio scambio tra Rangio e Fanchinna (vedi sopra, che non ho voglia di quotare).
Uno dice che il kata è utile eccome, perchè contiene moltissime risposte possibili (senso 1), l'altro che non è possibile saperlo, perchè non sono ricompresi in esso gli aspetti tattici (senso 3), cioè è il modo di allenare a non offrire garanzie.
Quando mi interrogo sull'utilità o meno dei kata, parlo appunto nel senso più generale, di sistema di allenamento. E' ovvio che nel kata c'è un vasto repertorio tecnico (senso 1); è ovvio che se lavoro sulle tecniche, qualcosa imparo (senso 2). Quello che mi chiedo è se il tipo di lavoro sulle tecniche proposto nei kata (senso 3) non possa essere sostituito da tipi di lavoro diversi, senza perderci nulla nel cambio o meglio ancora guadagnandoci qualcosa su altri fronti. Trovatemi un motivo che lo impedisca, e avrete trovato l'utilità specifica del kata.
E' quello che in altre parole dice anche Ryujin, credo.